PARTE 20

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Osservo lo Stadio Olimpico che pian piano si riempie e, come accade sempre, l'ansia per la partita che sta per iniziare mi assale. Ho sempre amato il calcio, e stare in uno stadio unico come quello di Roma, oltretutto in una posizione privilegiata praticamente a bordo campo, mi fa sentire parte di un qualcosa che non so neanche spiegare. Accanto a me ci sono Aurel, Mauro, sua moglie Giulia con il piccolo Daniel, Manuel e Giulia...io pur essendo l'ultima arrivata sono l'ospite d'onore, non so ancora per quale imprecisato motivo. Tutti hanno insistito per farmi sedere nel posto che loro reputano quello migliore del piccolo palchetto a ridosso del rettangolo verde. Fra noi ed il campo ci sono solo i cartelloni pubblicitari e la pista di atletica...ho le mani sudate e non so perché. La vocina nella mia testa mi ripete incessantemente solo le parole "dedica"...è quello che mi ha detto Stephan quella mattina prima di andare a Trigoria "Spero di farti una dedica"...dire che quella sarebbe la cosa che più vorrei al mondo è un eufemismo. Vedersi dedicare qualcosa come un gol, il fine ultimo di un attaccante, è qualcosa che non ho mai neanche preso in considerazione "Hey Sabrina...a che pensi?" le due Giulie mi fissano ed io alzo semplicemente le spalle "Ho l'ansia" loro ridono e poi aspettano che spieghi meglio quello che provo "Se mi dedica un eventuale gol potrei aver bisogno di quell'ambulanza...insomma potrei avere un collasso ve lo dico"
"L'hai già visto segnare dal vivo no?" annuisco perché è già capitato che fossi allo stadio e lui segnasse un gol ma ora è tutto diverso. Lui potrebbe tipo girarsi verso di me ed indicarmi, o fare un cenno, un cuore con le mani, qualcosa...naturalmente spero non arrivi all'estremo e scavalchi i cartelloni correndo verso di me. In quel caso dovrebbero seriamente farmi il massaggio cardiaco per rianimarmi "Si ma..è diverso...insomma non so gestire tutta sta roba" indico lo stadio pieno...già vedere il campo a distanza così ravvicinata è qualcosa che non avrei mai creduto possibile. Oltretutto sono accanto a persone che fanno parte della famiglia di Stephan o che sono amici suoi da una vita praticamente. Inoltre lui ha fatto il compleanno il giorno prima e spero proprio che si regali una prestazione ottima magari condita da un gol "Tutta sta roba sarebbe?" è difficile da spiegare...tutta sta roba comprende il fatto che abbia un pass per quel posto privilegiato, che lo steward mi abbia chiamato "Signora El Shaarawy" e che ormai sia parte integrante di quel contesto che fino ad un mese prima vedevo solo da lontano, magari con il binocolo. Tutta sta roba comprende il fatto che nella borsa che porto a tracolla abbia le chiavi di casa nostra e che al dito porti una fede ed un solitario. Tutta sta roba comprende il fatto che due ragazze mi hanno chiesto una foto con loro e che quella mattina abbia ricevuto almeno 100 messaggi di apprezzamento per la torta che ho preparato e la cui foto è naturalmente finita su Instagram "Tutto...insomma il 28 settembre scorso ero in un mini appartamento a Milano e facevo il conto alla rovescia per il suo arrivo nella mia città, arrivando alla conclusione che la soluzione più logica per me fosse lasciarlo andare..ora invece sono all'Olimpico e..." faccio un cenno con le mani come a voler comprendere ogni cosa che ci circonda "Stephan ti ama tantissimo Sabrina..altrimenti non avrebbe fatto tutto quello che ha fatto per te nel giro di un mese..ha visto qualcosa in te quella sera e sinceramente io capisco esattamente quello che lui ha visto" Giulia si sporge per posarmi la mano sul braccio "Ho vissuto Stephan in tutte le sue fasi...quella allegra e quella triste da far schifo, quella dove neanche gli scemi dei suoi amici riuscivano a tirarlo su..questa estate, quando io e Manuel ci siamo sposati, ho capito che anche per lui stava arrivando il momento giusto le fare quel passo fondamentale ma il problema era che non arrivava mai la ragazza giusta. Tu sei quella ragazza Sabrina..." abbasso la testa e poi la rialzo quando sento Aurel gridare "Daniel, attento" faccio uno scatto verso il gradino dato che sono quella più vicino e afferro al volo il bimbo prima che faccia un volo cercando di riprendere la palla con cui sta giocando "Attento amore..." lui mi sorride ed in quel momento il cuore mi si ferma per un attimo. Faccio per rimetterlo a terra ma lui mi dice semplicemente "In braccio" ed allora io mi risiedo mettendomelo sulle ginocchia "Sicura di avere 20 anni Sabrina?"
"Perché? Adoro i bambini e mi piacerebbe lavorare con loro...so di essere leggermente diversa dalla maggior parte delle ragazze di 20 anni ma ho dovuto crescere in fretta con una madre come la mia.."
"Stephan mi ha accennato qualcosa" Manuel mi mette una mano sulla spalla "Compreso il fatto che mi volesse dare 3000 euro per non romperle più?" tutti mi guardano allibiti ed io allora racconto quello che è successo due sere prima. Per fortuna Daniel scende dalle mie ginocchia per andare a giocare...parlo guardandolo e pensando a quanto mi piacerebbe portare lì un bimbo mio e di Stephan "Non ha mai capito quello che provavo e che provo per lui ma il vero problema è che non ci ha neanche provato..ha sempre detto che lui è un deficiente e che avrei fatto prima a togliermelo dalla testa...non si è mai soffermata a notare quanto io fossi felice anche solo a guardare una sua foto. Poteva essere anche il giorno peggiore, quello dove tutto andava storto...poi bastava che uscisse una sua foto e tutto cambiava...lei ha sempre e solo visto l'aspetto negativo, il fatto che alla fine io a volte mi annullassi dietro a lui. Ma era qualcosa che avevo scelto consapevolmente di fare"
"Mi sono sempre chiesto...cosa ci trovate in mio fratello tutte?" tiro una manata a Manuel perché la sua domanda è fatta con il sorriso mentre Aurel si fa serio, o almeno tenta di farlo "Quando ho visto la quantità di regali che gli hanno portato ieri mi sono leggermente spaventato in effetti..e mi sono preoccupato quando siamo entrati in casa con i palloncini"
"Si sono gelosa, lo ammetto ma sto tentando di gestirla...non posso impedire alle ragazze di fargli regali o di seguirlo...e non voglio neanche dato che sembrerei completamente pazza. E poi fino ad un mese fa anche io stavo in mezzo a loro..so quanto è difficile avere una passione diciamo così per un ragazzo che comunque vedi da lontano"
"Mi ricordo di te sai? Settembre 2016 a Trigoria..quando ho visto la vostra prima foto insieme ho subito pensato di averti già vista da qualche parte...parlandone con Stephan poi ho realizzato che eri la ragazza che una sera mentre stavo in macchina con lui ha messo le mani sul finestrino mentre lui stava ripartendo e gli hai detto che venivi da Milano apposta per lui"
"Già...colpevole...mi vergognavo sempre un sacco a chiedergli la foto...e rischiavo sempre di far cascare il cellulare a terra..e poi venivo sempre malissimo nelle foto...e finiva sempre tutto troppo presto. Ovvio che preferisco mille volte quello che ho adesso ma anche quella dinamica aveva i suoi lati positivi...l'attesa per la prossima volta in cui lo avrei visto, il conto alla rovescia, e poi aspettarlo fuori dai cancelli..."
"Siete matte ad aspettare per ore intere"
"Si, ma quando lui ti sorride e ti dice 'grazie'...cavolo ti ripaga di tutto...sono venuta con due gradi in inverno e con quasi 30 a maggio...sono sopravvissuta alla pioggia, al vento, al sole...ma vuoi mettere vedere che la sua macchina si ferma davanti a te e poi lui ti sorride?"
"Lo vedo da quando ha 5 anni e non mi ha mai fatto effetto a me sinceramente" Aurel si mette a ridere "Pure io che lo vedo da quando è nato se è per questo...ma l'amore è amore...ora serve un bel bimbo o una bella bimba...voglio diventare zio" Manuel batte la mani e poi si sporge verso di me per darmi un bacio sulla guancia "E grazie..." lo guardo stranita "..per tutto..." alzo le spalle e poi guardo quella comitiva, allegra ed affiatata che mi ha accolta senza riserve...mi sento parte di qualcosa per la prima volta nella vita e vorrei solo che quella sensazione di assoluto appagamento non finisse mai...la relativa calma che mi attraversa finisce nell'esatto momento in cui lo speaker annuncia le formazioni. Sentire dal vivo quel "con il numero 92 Stephan El Shaarawy" mi fa battere fortissimo il cuore...stringo le mani l'una nell'altra e cerco di calmarmi ma come succede sempre quando lui gioca ho una specie di nodo allo stomaco che mi attorciglia le viscere. Quando la squadra entra in campo lo riconosco subito, nonostante tutti indossino la maglia di un loro compagno infortunatosi gravemente. Lo riconosco dalla camminata, dal modo in cui si dondola sui piedi durante l'esecuzione dell'inno della Serie A...lui si gira brevemente verso di me e mi sorride...io cerco di ricambiare anche se probabilmente quella che mi viene fuori è una specie di smorfia tirata. Sono nervosa da morire...è la prima volta in cui lo vedo giocare da titolare all'Olimpico e lui ha una particolare luce negli occhi che mi fa sperare che sia la serata buona per un suo gol. Mi importa relativamente della dedica, per me la cosa fondamentale è che lui giochi bene, sia soddisfatto della sua prestazione e che segni per se stesso, poi io arrivo dopo. Il fischio d'inizio del match mi fa entrare in quella specie di trance agonistica che mi fa seguire con lo sguardo sempre e solo lui...è come la calamita a cui non posso resistere...Stephan si muove benissimo in campo quella sera, si vede che è in palla. Certo io non faccio molto testo dato che per me gioca sempre benissimo ma quella sera è come se ci fosse qualcosa di diverso...al 32esimo minuto allungo il collo per vedere un calcio d'angolo battuto da Loenzo. Per un secondo mi giro ed intercetto lo sguardo di Veronica. Lei mi fa il segno dei pollici alzati ed io sorrido. Quando mi rigiro verso il campo Stephan si muove con apparente disinteresse per la palla al limite dell'area. Guardo ogni minimo particolare...la divisa giallorossa che segue il suo fisico, la posizione classica in cui si mette, con i piedi leggermente divaricati e le mani sui fianchi...ovvio che l'occhio mi cada anche sul fondoschiena ed avvampo ripensando alla doccia che abbiamo fatto insieme quella mattina. Già fantasticavo su di lui prima, figuriamoci adesso che so cosa si cela sotto quella divisa stretta...lui si gira verso di me per una frazione di secondo, probabilmente me ne accorgo solo io...mi fa l'occhiolino ed io mi poso la mano sul cuore. Quando l'arbitro fischia e Lorenzo calcia la palla lui scarta a sinistra e si libera del giocatore del Bologna più vicino a lui. Calcia al volo, senza che nessun avversario possa fare molto per deviare la palla. Il portiere non la vede e la rete si gonfia. Non riesco neanche ad alzarmi in piedi, mentre attorno a me si scatena un piccolo terremoto, con Daniel che quasi corre in campo e tutte le altre persone che scattano in piedi applaudendo. Solo io rimango immobile..non so cosa fare, due lacrime silenziose che mi scendono lungo le guance sono le uniche due cose che testimoniano la grande emozione che mi si scatena dentro. Lo vedo esultare, lo vedo sorridere e poi sento Manuel che mi dice "Adesso lo fa..."
"Cosa fa?" tutti mi guardano e solo allora capisco il motivo per il quale io sono stata fatta sedere nell'ultimo seggiolino....è il più comodo da raggiungere, se lui scavalcasse i cartelloni pubblicitari, corresse oltre la pista di atletica e poi saltasse l'ultima piccola transenna che lo separa da me...ma non lo farebbe mai vero? "Stai a vedere" scuoto la testa e rifuggo dall'idea che mi si sta formando in testa...no, non lo farà, insomma lo ammonirebbero per niente...tiro un sospiro di sollievo quando va verso la panchina e poi mostra allo stadio la maglia del suo compagno infortunato. Ok, quello è un gesto carinissimo...basta e avanza come esultanza...invece non basta perché Stephan corre verso il punto in cui sono seduta io...scavalca la recinzione e poi sale i due gradini che ci separano. Mi prendo il viso fra le mani e mi bacia teneramente "È tuo"
"Che...? Ma sei matto? Ti ammonisce Stephan...torna in campo"
"Fa niente...è tuo Sabrina...ogni passo in campo è tuo amore mio...ogni mio respiro è tuo...ti amo" poi mi bacia di nuovo prima di girarsi e tornare in campo. Ho le guance in fiamme e un rombo nelle orecchie che mi impedisce di sentire qualunque cosa...Giulia mi abbraccia e solo allora sorrido "Siete bellissimi...." io avrò la faccia allucinata ma ho appena vissuto uno di quei momenti che ho sempre sognato di vivere...e solo lui avrebbe potuto rendere quel momento speciale e assolutamente da incorniciare....

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