C.40

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Dopo aver passato il resto della mattinata in giro, ed aver scritto ai ragazzi casa stessi facendo, torno a casa di Giuseppe più felice che mai del nuovo taglio. Sono abbastanza corti da nasconderli facilmente sotto un cappello, ma allo stesso tempo mi piacciono da morire.

Non appena si apre la porta si sente un buon profumino uscire dalla cucina, ma poi vedo la madre di Giuseppe che mi sorride.

"Che belli! Mi dice"

"Grazie" le rispondo, mentre il ciuffo di capelli che ho davanti agli occhi si colora di un rosso chiaro.

"Lo sanno i ragazzi?" mi chiede, mentre si sposta per farmi entrare.

"Non ancora" le rispondo.

"Bene! Tra poco sarà pronto il pranzo e sono curiosa di vedere le loro espressioni"

"Già" le rispondo mentre un'insensata paura si fa spazio dentro di me, e di conseguenza anche i capelli cambiano colore.

Andiamo entrambe nella cucina, e la aiuto a fare le ultime cose, anche se lei non vuole, ma dopo l'ennesima volta che la donna rifiuta il mio aiuto, mi siedo e aspetto che tutto sia pronto.

"Erano abbastanza preoccupati. Hanno detto che te ne eri uscita a prendere un po' d'aria, ma quando sono usciti di casa ti anno cercato, e non trovandoti, si sono fatti prendere dall'ansia"

"Ho deciso tutto abbastanza in fretta, e non mi sono preoccupata di avvisarli"

"Pensa che credevano che fossi stata presa da qualche cacciatore! Non se ne vedono da anni! Ormai tutto è tranquillo" sospira. Si siede di fronte a me con lo sguardo basso, poi lo alza "Sai, quando ero bambina era diverso. Le strade pullulavano di cacciatori, e solo gli angeli più coraggiosi uscivano di casa. Pensa che ai tempi dei miei nonni c'erano dei fenomeni da baraccone che avevano preso una coppia di angeli che venivano seguiti da grossi uomini 24 ore su 24, per proteggerli da qualsiasi cosa. Comunque, i miei genitori mi hanno sempre raccontato che in quei tempi bui i matrimoni venivano fatti tra fratelli e sorelle, e raramente ci si sposava con uno che non era della tua famiglia"

"Quindi i tuoi genitori erano fratello e sorella?" le chiedo interrompendo il suo racconto. Lei annuisce con un sorriso sulle labbra.

"Sì. Ma questa cosa a quei tempi non scandalizzava molto. Diciamo che era una cosa abbastanza​ comune. Comunque circa trent'anni fa, ci fu un matrimonio in cui non c'era parentela tra lo sposo e la sposa. Le voci di questo matrimonio arrivarono ovunque e a chiunque, e quindi le conseguenze furono abbastanza tristi, ma arrivarono solo dopo cinque anni dopo la nascita del figlio dei due sposi. Il marito venne ucciso per mano di un cacciatore, per permettere al resto della sua famiglia di sopravvivere"

"Quell'uomo è..." indugio sul dirlo, ma lei completa la frase.

"Quell'uomo è il padre di Giuseppe" fa un grossissimo sospiro, come se si fosse tolta un peso dallo stomaco.

"Giuseppe sa?"

"No. Ed è meglio così. Non voglio raccontare a nessuno di come hanno torturato suo padre, nemmeno a te" dice abbassando lo sguardo. Si alza è controlla le pentole.

"Mamma è pronto?" Chiede Giuseppe affacciandosi dalla porta.

"Si. Chiama anche Stefano" dice la donna.

"Lisa! Finalmente sei tornata!" Esclama abbracciandomi.

"Ehm... A quanto pare"

Si stacca da me e esce attraversando la porta, ma ritorna in dietro sui suoi passi, come un cane che si accorge che è terminato il guinzaglio, e mi guarda con le sopracciglia aggrottate, che cerca di capire qualcosa...

L' Angelo e il Cacciatore ||Stefano Lepri||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora