"Quindi sei più piccola di me" inizia a trasformare il suo sorriso in un ghigno.
"Ascoltami bene... Non provare ad assegnarmi qualche nomignolo perché sono più piccola di te di solo un anno"
"Va bene... Lisina" dice prima di scoppiare a ridere.
"Ne ho sentiti tanti di nomignoli,ma uno più brutto di Lisina non c'è mai stato"
"Ok va bene... Puffetta" continua a ridere a crepapelle.
"La finisci?" Dico tirandogli un leggero pugno sulla spalla.
"E dai! Questo lo chiami pugno?"
"No! Questo è un pugno" dico prima di tirargli un pugno con tutta la mia forza, che viene sprecata dato che si sposta indietreggiando con la sedia.
"Ci hai provato"dice con uno strano ghigno.
"Vuoi la guerra?"
"Perché dobbiamo cominciare una guerra, se sappiamo entrambi che vincerò io" dice modesto.
"Ah sì? Sei proprio sicuro?" Dico alzandomi dalla mia sedia con una faccia molto perversa. Mi dirigo verso di lui, che sta leggermente più dietro. Mi siedo sulle sue gambe, poi subito dopo gli metto gli occhiali sulla testa spostando il suo ciuffo biondo e spettinato. Poggio le braccia sulle sue spalle e mi avvicino sempre di più alle sue labbra, fermandomi ad una distanza quasi incalcolabile e impercettibile... Lui chiude gli occhi e mi alzo di scatto lasciandolo per un secondo fermo ad occhi chiusi, avendo il tempo di prendere il cuscino che sta sul divano dietro di noi e di colpirlo in piena faccia.
"Cosa? Imbrogliona! Questa si chiama seduzione!" Urla a squarcia gola aggiustandosi gli occhiali, prima che mi buttasse sul divano immobilizzandomi mettendosi su di me, e mantenendo tutto il suo peso sui miei polsi, che sono fermi ai lati della mia testa.
"Ho giocato le mie carte" dico sorridendo fissandolo negli occhi, e perdendomi nel loro verde intenso.
"Allora gioco anche io le mie carte"
Si avvicina a me lasciandomi un frettoloso bacio a stampo prima che potesse iniziare a farmi il solletico.
Rido come non ho mai riso prima, restando senza fiato mentre qualche lacrima cade dai miei occhi.
"Stefano... Ora basta!... Tra poco muoio..." Dico tra una risata e l'altra.
"Va bene! Ti lascio. Ma sappi che non è finita qui" dice togliendosi, per lasciarmi libera.
"Che ore sono?"
"È quasi l'una" risponde dopo aver guardato il telefono che era in tasca.
"Dovrebbe arrivare Roberta a momenti" dico sedendomi sul divano.
"Farai meglio a sistemarti i capelli, perché potrebbe pensare a tutto tranne che ad una lotta"
"Una lotta che ho vinto io" dico alzandomi per andare in bagno a sistemare il mio chignon.
"Solo perché hai barato" urla dall'altra stanza.
"Non ho barato... Ho giocato d'astuzia" urlo anche io dal bagno, mente sciolgo i miei lunghi capelli che si fermano arrivando sul fondoschiena. Finisco di attorcigliare i capelli che blocco con qualche forcina qua e là, e non appena mi giro mi fermo a fissare per qualche secondo una figura che è appoggiato alla porta, fino a quando non realizzo che è proprio Stefano.
"Da quanto tempo sei qui?"
"Più o meno, da quando mi hai parlato poco fa"
"E perché sei qui?" Chiedo abbastanza perplessa.
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L' Angelo e il Cacciatore ||Stefano Lepri||
FanfictionIn una scuola pubblica di Firenze piena di ricconi e professori corrotti, una ragazza resta nell'ombra della sua povertà. Tutto ha inizio al rientro dalle vacanze di natale. Dopo varie avventure, Lisa, la protagonista della storia, scopre qualcosa i...