C.17

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"Allora... Cosa vuoi sapere?"chiede il ragazzo

"Ahhhh. Finalmente! Voglio sapere tutto"

"La cosa è un po' difficile da spiegare"

"Provaci" lo incito a parlare

"Praticamente lui aveva tutto quello che si poteva avere dalla vita. Aveva una ragazza, andava beninio scuola, una bella famiglia, e insomma aveva una bella vita e stava bene. Pultroppo a causa del lavoro della madre si è dovuto trasferire a Firenze. E da qui tutto ha iniziato a peggiorare. Dopo qualche giorno dal trasferimento, la sua ragazza l'ha lasciato a cusa della distanza... Seguendo quello che ci ha detto lui tutto questo è vero"

"Povero. Sono senza parole"

"Però a gennaio ha fatto l'iscrizione alla tua scuola, credendo di lasciarsi alle spalle quattro mesi trascorsi a non fare niente e a ripensare a tutto quello che aveva lasciato in Sicilia, ma credo che le cose siano peggiorate, e io non posso nemmeno stare a consolarlo perche devo tornare a Lavagna" dice incazzandosi con se stesso.

"Scusa ma come fate a essere amici se tu stai a Lavagna e lui stava in Sicilia?"

"Ci siamo conosciuti..." Si ferma per pensare un attimo, forse nemmeno lui si ricorda come si sono conosciuti. "Non mi rcordo, ma il giorno che mi verrà in mente te lo dirò" continua.

"Io vado a controllare come sta" dico a Sascha.

"Stai attenata che se è incazzato nero potrebbe tirarti qualcosa"

"Starò attenta"

Mi alzo dal divano su cui ero seduta, e salgo le scale per raggiungere la mia cameretta. Busso alla porta ma nessuno parla. Abbasso la maniglia e entro. Vedo Stefano steso sul letto con le mani sull'addome e le dita incastrate tra loro, che fissa il soffitto come se ci fosse qualcosa di interessante.

"Ste tutto bene?" chiudo la porta. Lui non mi risponde e non si muove. Se non fosse per il suo torace che si alza e si abbassa quando respira, avrei anche potuto credere che fosse morto. "So che ci hai detto di voler stare solo, ma volevo solo controllare se eri vivo. Ora vado" mi giro, e riabbasso la maniglia.

"Sascha ti ha spiegato tutto?" dice prima che potessi uscire. Rialzo la maniglia e mi giro a guardarlo. Non si è mosso di una virgola.

"So quello che devo sapere" gli dico avvicinandomi a lui.

"E come ti è sembrata la mia storia?"

"Molto avvincente" dico col sorriso stampato in faccia. Ma lui rimane lì fermo come una statua.

"Non credevo che mi lasciasse dopo il trasferimento" Dice alzando i due indici, riferendosi alla sua ex.

"Mi dispiace" gli dico sedendomi accanto a lui.

"Non dispiacerti, tanto lei ora sta con Giorgio, uno dei miei amici"

"Mai na gioia" gli dico

"Vero" dice sorridendo per qualche secondo.

"Vado a prendere la valigia" aspetto per qualche secondo, una sua risposta, ma non parla e resta a fissare il bianco soffitto.
Esco dalla stanza, scendo le scale facendo scorrere la mano sul corrimano. Non appena Sascha mi vede mi chiede subito di Stefano.

"Allora? come sta?"

"È depresso" dico sbuffando e mettendo le mani in tasca, e alzando le spalle,  nello stesso momento.

"Ok, almeno non è arrabbiato"

"Prendo la sua valigia e ritorno su" avviso Sascha mentre mi dirigo verso l'entrata. Lui mi segue.

L' Angelo e il Cacciatore ||Stefano Lepri||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora