Capitolo 1

462 12 0
                                    

Maledizione, non riuscirò mai ad arrivare in tempo a lavoro!

-Forza Ginevra prendi i giocattoli che vuoi portare da Debora e andiamo.

-Va bene mamma!

Ho dieci minuti per prendere Ginevra, portarla a casa della mia amica Debora, lasciarla li per la notte e precipitarmi al Blu Bar dove lavoro ogni giorno da quando ho finito la scuola.

- Ciao Debo ti ho portato Ginevra, scusami ogni volta la lascio con te! Ti prometto che cercherò una baby-sitter al più presto.

- Tranquilla Lizzy sai che mi piace occuparmi di lei! Ora vai di corsa a lavoro!

Dopo aver salutato a dovere la mia bambina mi ritrovo in macchina verso il bar pensando a come sono finita così, mi sono trasferita a Miami 6 anni fa con la mia amica d'infanzia Debora dopo che mia mamma è morta, a New York non avevo più nessuno. Così mi sono ritrovata a 18 anni in una città estranea, incinta di un uomo che non voleva saperne nulla di me e della mia piccola, in altre parole nella merda! Ho trovato un lavoro come cameriera che mi ha permesso di mantenere un piccolo appartamento e che ci permettere di vivere abbastanza serenamente. Ora a 24 anni siamo solo io e Ginevra e stiamo benissimo anche se spesso mi chiede dove sia il suo papà, sopratutto quando ci sono gli spettacoli nella sua scuola materna e vede tutti i suoi compagnetti con entrambi i genitori mentre per lei ci sono solo io. Certo non posso dirle che il suo papà è un gran figlio di buona donna che appena gli ho detto di essere incinta è scappato con la coda tra le gambe.

- Hey Elizabeth pensavo non arrivassi più!

Ecco quel rompiscatole del mio capo, Matt! 

- Scusa Matt prometto che questo è il mio ultimo ritardo ma Ginevra non ne voleva sapere oggi di andare da Debora

- Forse è meglio se ti trovi una baby-sitter così puoi lasciarla a casa e arrivare puntuale a lavoro! Ora sbrigati ci sono un mucchio di clienti che aspettano!

Mi metto in fretta e furia la mia divisa e vado in sala per iniziare il mio turno, sono le 21.15 e essendo venerdì penso di finire intorno alle 2.00.

Sono le 2.20 quando finisco il mio turno e mi dirigo alla mia auto per tornare a casa, continuo a guardarmi dietro le spalle perchè mi sembra di essere seguita ma forse sono solo troppo paranoica. Quando mi fermo davanti alla macchina per cercare le chiavi nella borsa sento una mano appoggiarsi alla mia spalla.

- Bellezza ti ho vista al bar, che ne dici se ce ne andassimo a divertirci da qualche parte?

Questo tizio viene spesso al bar e mi fissa sempre ma non mi aveva mai parlato così, non mi sento a mio agio puzza di alcool.

- Scusami sono di fretta non posso restare!

Cerco di non essere troppo rude, non voglio farlo incazzare con tutto quello che si sente alla TV è meglio essere prudenti.

- Sei una puttana! Tu ora vieni con me o ti ammazzo!

Mi punta un coltello al ventre cazzo verrò violentata e ammazzata da uno psicopatico e lascerò mia figlia da sola. Mi volto e cerco di scappare più veloce che posso ma vengo ferita al braccio e ruzzolo per terra, il tizio mi sta addosso ed ho talmente tanta paura che non riesco ad urlare mentre lui mi ha aperto i bottoni dei pantaloni e alzato la maglietta, mi tocca e credo di non riuscire a respirare. Quando penso di non avere più nessuna speranza di colpo non sento più il peso e l'alito cattivo di quel uomo, alzo il viso e incrocio gli occhi verdi di un uomo, sta tenendo per un braccio il bastardo e gli sta imprecando contro, quando si rende conto che ha un'arma in mano lo colpisce e glie la fa cadere. Inizio a rendermi conto di quello che sta succedendo ed urlo per il dolore della ferita al braccio, così facendo distraggo il mio salvatore che si volta verso di me e in un momento il bastardo si volta e scappa via.

All'improvvisoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora