Elizabeth
Sono le 23.15 e sono sul divano di casa mia, il posto più accogliente tra tutti, tra le braccia di Dorian, ormai è passato circa un mese da quando abbiamo iniziato le sedute per Ginevra ed ora lui è diventato una presenza fissa a casa nostra. Ci accompagna dalla terapista per tre volte alla settimana e poi rimane per cena a casa, di solito rimane pure la notte come ad esempio oggi. Diventa sempre più difficile non farci scoprire la mattina dalla bambina, ancora non voglio spiegarle che tra me e Dorian c'è molto più dell'amicizia.
Sempre più spesso Dorian si comporta come se fosse il vero padre, le compra qualche regalino, la porta al parco e qualche volta è andato persino a scuola a prenderla, sono molto felice anche perché grazie a lui Ginevra sta facendo passi da gigante con la terapia, sempre più spesso la dottoressa mi dice che parla molto di Dorian e che è stato un bene inserirlo nella dinamica familiare.
Insomma sto vivendo il mio sogno nella mia piccola bolla, anche se purtroppo ho notato che Dorian è scostante, a volte si comporta da fidanzato perfetto ma poi capita che mi fa capire che non vuole una famiglia. Insomma a volte penso che per lui sono solo un piacevole passatempo.
Dopo il nostro discorso sul sesso mi sento più libera di esplorare ogni forma di piacere anche se abbiamo deciso di limitare le nostre performance più estreme al suo ufficio, all'inizio non era molto d'accordo però ha capito che ho paura di essere scoperta da Ginevra.
- Tesoro devo parlarti.
Ecco sapevo che qualcosa non andava, è stato teso per tutto il giorno.
- Qualcosa non va?
- Devo andare all'estero per affari, sto cercando di ottenere dei finanziamenti importanti per l'ospedale e dovró stare fuori per una settimana circa. Andró in Russia a partecipare ad una cena di beneficenza dove potró organizzare i miei affari.
- Va bene, non preoccuparti! Mi mancherai... Quando parti?
- Ho il volo alle 7.00 di domattina.
- Come domani? Perché me lo dici solo ora?
- Elizabeth non sono tenuto a dirti nulla della mia vita te lo sto dicendo solo perché ho bisogno che badi al bar al mio posto.
Sentire le sue parole è una pugnalata al cuore, sento un nodo in gola, alla fine per lui non sono nulla, solo una dipendente che si sbatte.
- Ah non ho il diritto di sapere che sparirai per una settimana? Quindi io cosa sono per te? Perché ti ho fatto entrare nella mia vita, dopo la tua insistenza e mi sembrava di aver fatto passi avanti in questo mese!
- Liz sono solo nervoso, ora vado ne parliamo quando torno, ti ho messo le chiavi del bar sopra il tavolo in cucina.
Si alza e se ne va, così senza neanche darmi il tempo di ribattere e senza neanche salutarmi! Neppure un dannatissimo bacio visto che per una settimana non ci vedremo.
Sono così frustrata, con lui parli dal paradiso all'inferno in un battito di ciglia, forse sono io che mi sono costruita castelli in aria in fin dei conti lui non mi ha mai promesso nulla.
Questa settimana sarà durissima ma una cosa è sicura io non mi farò sentire da lui, ora basta non sono il suo giocattolino da sbattere quando ne ha voglia.
Sono arrabbiata a morte con lui ma questo non mi impedisce di addormentarmi tra i singhiozzi.
La mattina dopo insieme alle chiavi del bar trovo un foglietto con le indicazioni da seguire durante la settimana, in pratica non dovró lavorare un gran che ma dovró sia aprire il locale che chiuderlo, mi organizzo subito con la Babysitter per non avere problemi, porterá lei Ginevra a scuola, io andró a prenderla e passeró la giornata con lei e dopo che l'avró messa a letto dovró tornare al bar.
Maledetto Dorian cosa mi sta facendo fare! Forse sarò solo una sua dipendente ma avrebbe comunque dovuto avvertirmi da prima.
Vorrei chiamarlo e dirgli di andare al diavolo ma non voglio sentire la sua voce.Un giorno è passato e Dorian è uno stronzo, questa volta non glie la lascio passare, non gli basteranno due paroline per farsi perdonare, non mi ha chiamato ed io ovviamente non ho chiamato lui.
È il quarto giorno e lui non si è fatto sentire, ora la rabbia è stata superata dalla disperazione, perché non mi chiama? Non gli interessa nulla di me? È stato davvero solo sesso? Anche Ginevra vuole sapere perché non vede Dorian, io le ho spiegato che non è qui perché è impegnato con il lavoro ma si è intristita lo stesso.
Non avrei dovuto lasciare che frequentasse anche mia figlia.
Ora che ho chiuso il locale prima di andare via entro nel suo ufficio, si sente il suo profumo, è inebriante ed io mi rilasso immediatamente, dopo aver passato un'ora buona a crogiolarmi nel dolore esco e mi avvio verso la mia auto, sono esausta e non bado molto a ció che mi circonda, purtroppo questo si rivela un grosso errore.
- Finalmente quel figlio di puttana di è levato dalle palle piccola Elizabeth.
Riconosco immediatamente quella voce, è la voce di quell'uomo che ha cercato di violentarmi. Questa volta so che non ne usciró bene, non ci sarà nessun Dorian a salvarmi, sento arrivate l'attacco di panico e non riesco ne a muovermi e ne a parlare.
- Ti ho osservata sai? Ora te la fai con il capo piccola troietta eh? Sai l'ultima volta dopo che non mi ha lasciato finire con te è venuto a cercarmi, mi ha fracassato la faccia ed ora piccola tu pagherai per quello che mi hai fatto!
- Ti-ti p-p-prego i-io non lo sapevo, n-non farmi n-n-nulla.
- Ahahahah non mi lasceró scappare questa occasione!Mi spinge per terra e sbatto la testa, poi tutto diventa confuso, sento le sue mani su di me, non riesco a vedere bene e non riesco neppure a urlare per chiedere aiuto, sento il suo alito caldo sulla mia faccia, cerca di baciarmi. Perché mi sta succedendo questo? Vorrei riuscire ad urlare.
Indosso un vestito quindi per lui è facile alzarmi la gonna del vestito e strapparmi le calze e gli slip, sento il rumore della zip dei suoi pantaloni abbassarsi e subito mi allarga le cosce, dopo sento solo il dolore e i suoi gemiti.
Quando finalmente ha finito si riveste, mi guarda stesa a terra e mi sputa addosso.
- Salutami Dorian.
Dopo non ricordo nulla, non so quante ore sono rimasta stesa per terra senza riuscire a muovermi, so solo che ad un certo punto ho sentito urlare e finalmente ho perso conoscenza.
Mi sono svegliata in ospedale mentre un'infermiera mi cambiava una flebo, appena si accorge che sono sveglia chiama il medico.
- Signorina sa cosa le é successo?
Non riesco a parlare così annuisco.
- Ha subito un abuso signorina, mi dispiace. Ora dovró far entrare gli agenti per raccogliere la deposizione, nel frattempo posso far chiamare qualcuno? Abbiamo noi i suoi effetti personali come il suo telefono.
L'unica cosa che riesco a dire è il nome della mia migliore amica.
Quando entrano gli agenti mi dicono che sono stata trovata da dei passanti che hanno provveduto a chiamare un'ambulanza e che una volta in ospedale, visto le condizione in cui sono stata trovata, mi hanno fatto i controlli per il sospetto di stupro che ovviamente è stato accertato.
Mi sono limitata a guardare gli agenti senza neppure riuscire a parlare. Quando è arrivata Deborah dalla faccia ho subito capito che era stata avvisata della situazione, non ha fatto nessun commento, si é solo limitata a guardarmi e poi a portarmi a casa.
Ora sono nel bagno di casa mia che mi lavo, mi sto sfregando da un'ora e non riesco a fermarmi, voglio solo far andare via la sua presenza.
La porta si spalanca.
- Ora basta Lizzy ti sei lavata abbastanza, vieni ti aiuto io.
Deborah è qui con me, mi fa smettere di lavarmi e mi avvolge in un grande asciugamano.
Sembra che anche Ginevra si sia accorta che qualcosa non va perché è rimasta a giocare nella sua camera.
Deborah ha deciso che rimarrà qui con me per tutti i giorni necessari, si è occupata di tutto, ha sistemato Ginevra e poi è andata a portare le chiavi del bar a una mia collega avvertendola che sarei mancata per alcuni giorni, in tutto questo io ero sul divano di casa mia senza parlare e senza muovermi.
È come se non fossi più padrona del mio corpo e mi guardassi fa fuori, non riesco a fare nulla.
Anche la notte la passo sul divano con Deborah sempre vicina a me, ora che è notte non riesco a chiudere occhio e ad ogni rumore scatto mentre la mia amica cerca di tranquillizzarmi.
L'alba è arrivata senza che io sia riuscita a chiudere occhio, la giornata passa con me in uno stato di limbo, mi muovo solo per andare in bagno a lavarmi, Deborah cerca di convincermi a mangiare ed a interagire con Ginevra ma io non ce la faccio, sento ancora le sue mani addosso. La notte arriva troppo velocemente e inizio ad andare in panico, quando la stanchezza mi travolge e mi addormento rivivo la molestia e mi svegliano le mie urla, questa volta ad attendermi ci sono Deborah e Ginevra che piangono.
Sento Debo consolare Ginevra e convincerla che ho fatto solo un brutto sogno, appena la mette a letto torna da me con uno sguardo truce.
- Liz devi reagire, devi farlo per tua figlia! Tu sei una donna forte e hai affrontato molte cose nella vita è ora che affronti anche questa!
Mi limito a fissarla, io non sono più io, non c'è nulla da affrontare.
Sconfitta va verso la cucina è la sento dire qualcosa a voce bassa, la ignoro non voglio sentire nulla.
Quando anche questa notte è passata la prima cosa che Deborah fa è preparare mia figlia per la scuola, non mi rendo neppure conto di quanto tempo passa da quando è uscita con Gin al suo ritorno.
Quando rientra mi trova un'altra volta in bagno a lavarmi le parti intime e tutte le altre parti in cui sono stata toccata.
Dopo essere tornata al mio
posto sul divano sento il campanello che suona, suona, suona ma a me non importa.
- Lizzy mi dispiace ma ho dovuto farlo, non puoi continuare così.
Non so a casa si riferisce e non mi importa, può aver portato qui anche una maledetta psichiatra ma non cambierà nulla.
Sento dei passi pesanti.
- Elizabeth!
La sua voce, questa è la sua voce.
Qualcosa scatta nella mia testa e senza rendermi conto mi trovo ad urlare.
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All'improvviso
ChickLitElizabeth ha 24 anni e lavora in un bar per mantenere la sua bambina, non vuole avere niente a che fare con gli uomini ma si sente attratta da Dorian che la segue dappertutto dopo averla salvata da un'aggressione. Dorian è un uomo d'affari di 34 an...