Capitolo 20

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Elizabeth
"Salutami Dorian"
" Salutami Dorian"
"Salutami Dorian"

Queste parole mi ronzano nella testa in continuazione da quando l'ho visto entrare da quella porta, perché è qui? Io non lo voglio a casa mia, non riesco a guardarlo in faccia mi ricorda quella notte.
È colpa sua, se lui non lo avesse picchiato e se non li avesse lasciata sola a gestire il suo donnatissimo locale non sarebbe successo nulla.
Sento le sue mani su di me, come posso lasciarmi toccare da Dorian se ogni contatto mi fa pensare a lui.

- Tesoro sono io, non urlare.
Non riesco a rispondere, mi guardo le mani e me le torturo. Sono riuscita a smettere di urlare solo quando è subentrato il dolore fisico.
- Piccola sono qui, mi dispiace averti lasciata qui, ora ci penso io a te e poi ammazzeró quel bastardo.
"Salutami Dorian"
"Salutami Dorian"
"Salutami Dorian"
- Non farlo.
Riesco a sussurrare due parole.
- Piccola non ho capito, ripeti.
- Non farlo.
Questa volta parlo più forte, mi rendo conto che mi ha sentita da come la sua espressione muta, vedo che è sconcertato.
- Elizabeth che dici? Deve pagare per quello che ha fatto? Come ha osato toccarti tu sei mia! Io lo ammazzo, lo ammazzo con le mie mani! Lo farò pentire di essere nato.
- Ti saluta.
- Cosa hai detto?
- Ti saluta.
- Elizabeth cosa sai dicendo?
- Sto dicendo che lui ti saluta.
Questa volta la sua reazione non me la sarei aspettata, spacca tutto quello che si trova davanti, la TV, il tavolino, i  soprammobili, le tende, è impazzito, non lo riconosco più ma non mi fa paura, non sento nulla, non sento più nulla.
- Elizabeth dimmi cosa cazzo vuol dire che lui mi saluta!
Tuona, mentre continua a buttar giu tutto quello che trova.
- Vuol dire che quando ha finito mi ha detto di salutarti.
Sembra che la mia lingua si sia sciolta.
- Alzati, vestiti e prendi le tue cose.
- Cosa? Perché?
- Tu ora prendi le tue dannate cose e vieni a casa mia e non ti muovi da lì fino a che io non ho trovato quel figlio di puttana.
- Non posso, non posso lasciare qui Ginevra da sola e se tu non mi avessi lasciata così a occuparmi del tuo locale non mi sarebbe successo nulla, è tutta colpa tua! Vattene! Esci da casa mia!
Ora urlo, sembro impazzita e me ne rendo conto ma non riesco a smettere! Mi sento così sporca.
Dorian non mi risponde, si dirige verso la mia camera, poi verso il bagno e infine verso la camera di mia figlia, quando torna da me ha le mie due valige, penso piene di roba mia e di Ginevra.
Gli chiedo cosa sta facendo ma non mi risponde, prende il mio telefono e sento che chiama qualcuno e chiede di portare una macchina nel mio palazzo poi sento che parla anche con Deborah e le dà un indirizzo dove portare Ginevra.
- Ora o ti prepari da sola e ti preparo io.
Quando vede che non ho intenzione di muovermi si avvicina e cerca di prendermi in braccio ma quando sento le sue mani su di me non ce la faccio e urlo, non sopporto di essere toccata, mi alzo e scappo in bagno.
Appena entro in bagno faccio scorrere l'acqua bollente e senza regolarla mi spoglio e mi butto sotto il getto, inizio ancora una volta a strofinare con le unghie i punti in cui sono stata toccata, vedo il sangue affiorare e scorrere via con l'acqua ma io non sento neppure il dolore, non sento nulla. Non sento neppure la porta che si apre e neppure il viso terrorizzato di Dorian.
- Cosa fai? Ti prego basta!
Io non lo ascolto, voglio solo smettere di sentire le mani di quel mostro addosso.
Vedo il suo braccio passarmi vicino e chiudere l'acqua!
- Cazzo è bollente! Così ti ustioni!
Io continuo a non fare caso a lui mentre strofino forte il mio corpo.
Dorian prende un asciugamano e me lo avvolge intorno stando attento a non toccare il mio corpo con le mani, mi prende in braccio e mi porta in camera.
Dopo avermi delicatamente appoggiata al letto friziona il mio corpo con l'asciugamano per asciugarmi, apre il mio armadio e i vari cassetti, poi torna con dei vestiti e piano mi toglie l'asciugamano, si ferma ad osservare il mio corpo e allora alzo il visto per guardarlo in faccia, è visibilmente shockato, schifato direi, gli faccio schifo.
- Non guardarmi se ti faccio così schifo, puoi anche andare via a vivere la tua vita perfetta.
- Che cazzo dici? Come ti sei ridotta così? Ti sei completamente tolta là palle, devi andare da un medico e farti dare una crema o qualcosa per non farti venire qualche infezione!
- Che ti importa? Ti è stato così facile lasciarmi la settimana scorsa e ora vieni qui a dirmi cosa fare.
- Io non ti ho lasciata sono solo partito per lavoro ma comunque questo non c'entra, non posso lasciare che tu ti faccia del male, ora sono qui e non ho intenzione di allontanarmi da te, nessuno ti farà del male.
Non oso rispondere, una volta appurato che non ho intenzione di rispondere Dorian piano mi veste, dopo avermi vestita passa ai capelli, me li asciuga per bene poi mi prende in braccio e mi porta fuori, come ha ordinato una macchina è li che aspetta solo noi. Dopo avermi fatto accomodare nei sedili posteriori ordina all'autista di salire nel mi appartamento per recuperare i bagagli, una volta dato gli ordini partiamo.
Lui non parla, io non parlo, dopo poco più di una ventina di minuti arriviamo a casa sua, se casa si può chiamare, è una villa enorme, ostenta ricchezza da ogni poro.
Parcheggia in un garage dove sono presenti molte altre auto, spegne la macchina, scende, fa il giro ed apre il mio sportello.
- Ce la fai a camminare?
Annuisco solamente e scendo, lo seguo dentro casa senza neppure guardarmi intorno, mi fa accomodare sul divano e mi copre con una coperta che prende dal contenitore dell'isola del divano.
Dorian parla al telefono con qualcuno ma non lo ascolto neppure.
Quando torna da me si sta mordendo il labbro, sembra che voglia chiedermi qualcosa.
- Te la senti di dirmi cosa è successo?
- No.
- Vorrei che parlassi con il mio investigatore privato, in modo da stilare un fascicolo per incriminare quel bastardo.
- Non voglio dire cosa mi ha fatto Dorian, voglio dimenticare, ora ti prego voglio vedere mia figlia.
- Ginevra sta arrivando, non ti preoccupare. Ma tu devi aiutarmi, io voglio solo aiutarti, per oggi lasciamo stare ma domani ne riparleremo, se vuoi puoi parlare con lui senza di me.
Dopo poco arriva Ginevra e sembra molto felice di vedere Dorian, lui sembra il padre modello, la porta in giro per la casa, le fa il bagnetto e poi dopo averla fatta cenare la porta a dormire promettendole di portarla il giorno dopo a scegliere una cameretta adatta a lei.
In silenzio mi prende tra le braccia e mi porta a letto, tremo tra le sue braccia ma lui mi rassicura che una volta che mi avrá messo a letto lui andrá a dormire in un'altra stanza. E li crollo, inizio a piangere e a singhiozzare, ho paura di rimanere sola, ho paura della notte, di rivivere tutto una volta chiuso gli occhi. Ho paura. Sono terrorizzata.
- Non lasciarmi sola!
- Sssh amore mio, rimarró con te tutta la notte, non preoccuparti, nessuno ti farà più del male.
Dopo un numero infinito di ore sveglia finalmente crollo tra le braccia di Dorian ma neppure il tepore del suo abbraccio allontana i miei incubi, mi svegliano le mie urla mente sto ancora tra le sue braccia, terrorizzata che le braccia che mi stringono siano di quel mostro e non quelle del mio Dorian.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 12, 2017 ⏰

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