watch me choose you

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Stavi parlando al telefono con me, ti stavo dicendo che sono atterrato da poco, che il volo è andato bene, che non mi sento molto stanco, ma strano, per via del fuso orario.

Non mi avevi ancora chiesto dove stessi andando.

Hai dato per scontato che tornassi subito a casa?

Ma te la sai qual’é la mia casa?

Apri la porta, distratta, con una mano a reggere il telefono.

Mi hai chiesto di aspettare,di non  riagganciare perché ci sono ancora tante cose che vuoi chiedermi.

Io aspetto.

Io aspetto e sono qui davanti a te.

Sono qui davanti a te
Coi miei bagagli ho radunato paure e desideri

‘buu’

Sussulti.

Sbarri gli occhi.

Hai la bocca semiaperta.

Voglio baciarti.

Ma voglio anche stare qui a guardarti, sorpresa.

Non te lo aspettavi.

Per me era così ovvio venire da te.

Per te no.

Non so se tu abbia mai trovato qualcosa di ovvio in me.

Forse è un bene. Forse no.

Vederti qui immobile, senza fiatare e con una mano sulla bocca, mi fa capire che di me non ti aspetti mai niente.

Forse è un bene. Forse no.

Forse te lo imponi.

Forse a volte non ti riesce come vorresti.

Forse quando ti lasci andare, io senza saperlo ti deludo.

E allora ritorni a non sperare mai.

E poi torno io.

Faccio due soli passi. Sorrido. Allungo una mano verso l'orecchio dove hai ancora il telefono con la mia chiamata aperta.

Dopo aver afferrato il telefono, sfioro i tuoi capelli, ti dico che lunghi sono ancora più belli, poi ti porto una ciocca dietro l'orecchio, col mignolo.

Ti dico che quel post che mi hai dedicato è bellissimo, e sento di non meritarmelo.
Scuoti la testa e mi dici ironica, che questi giorni a LA mi hanno fatto diventare più sicuro.
Rido.

Ti sposti dalla porta per farmi entrare, mi dici che non mi aspettavi. Ti dico che lo so.

La casa é silenziosa, lui non è ancora tornato da lezione.

È la prima volta che entro in questa casa e la sento solo tua.

Mi fai camminare davanti, tu mi segui. Sento i tuoi passi nudi e piccoli sul pavimento. Ti tocchi l'orecchio, poi una mano. Poi ti tiri le dita, ti mordi il labbro inferiore. Sorridi. Sorridi in modo incontrollato.

Tutta la tua muscolatura si ribella a te.

Dici che sono tornato.

Come se fosse cosa straordinaria.

Ti avevo detto due settimane, e così è stato.

Però tu hai avuto paura lo stesso.

Però tu ora sei incapace anche di stringermi.

Mi avvicino io, tu chiudi gli occhi.

Non voglio baciarti subito.

Porto le labbra sulla tua fronte.

Andreas&Veronica || PilloleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora