È che non resisti.
E lo sai che lei ora ha bisogno di pace.
Niente pressione.
E tu sei pesantone, lo sai.
Volevi lasciarle sul serio il proprio spazio, per pensare,
lasciarsi andare,
lasciarsi stare.E tu?
Stai lì a guardarla distruggersi?
No, non te l'ha permesso nemmeno di stare a guardarla.
Ti ha biascicato parole a mezza bocca un giorno che sarebbe dovuto essere un normale pomeriggio frettoloso romano.
Come tanti vostri normali pomeriggi frettolosi romani.L'hai chiamata, non le hai fatto domande, solo un'affermazione, sicura, ferma.
'Sto venendo da te'Eri già a metà strada, quando ti ha risposto
'credo sia meglio di no Andre.'
E non lo sapevi cosa stava per succedere.
Ti sei grattato la testa cercando chissà quali motivazioni plausibili.
Non c'era niente da capire.Hai deciso ugualmente di chiamarla, cercavi risposte nella sua voce.
'cosa succede?.'
'oggi non ci vediamo, scusami, ho un impegno'
La voce rotta, tremante, insicura.
Paura.
Si sentiva solo paura.
E assenza.Che impegno?
Che impegno?Eri al telefono con lei e sentivi il suo vuoto diventare tuo.
Non ve l'ha mai insegnato nessuno ad assorbirvi l'uno nell'altra.
Semplicemente succede.'Vero, mi spieghi cosa cazzo succede?'
E lei, te la sei immaginata che si portava indietro i capelli con una mano, un sospiro, uno sguardo fisso per terra, i piedi nudi sul pavimento che girano in tondo dentro una stanza troppo affollata d'ansia.
'é lui? Stai scherzando?'
Una voce fuori campo, a rompere e irrompere in qualcosa di solo vostro.
É tuo amico.
È tuo nemico.
È tuo ostacolo.
È tuo limite.
Una voce fuori campo riconoscibile, ma mutata, da ironia a malessere, disagio, delusione, forse anche cattiveria.'é lui? Stai scherzando?'
Lo risenti nella testa ancora per due, tre volte, anche se nella realtà l'hai sentita una sola volta.
Chi era quello che ti urlava contro?
È veramente lui?
Non hai riconosciuto la sua voce dura, acida, sarcastica.E tu stavi lì ad un telefono a chiedere spiegazioni di questioni fra due persone che insieme hanno tutto,
e tu non hai niente.E tu non hai niente.
E forse ne hai avuto consapevolezza proprio quella sera, che ti sei ritrovato a cena con il tuo manager, pensando che quella sera sarebbe dovuta essere solo vostra, tua e di lei.
Voi due.
E lei ha detto di no.
E lei é nel suo posto, e tu sei nella sua città per lei, ma non è questo il posto di lei .
E chi lo dice che tu non sei il suo posto?Quella sera l'ha detto lei.
Quella sera la tua Vero si è persa.Da quella sera aspetti che la tua Vero ritorni.
Non necessariamente da te.
Ma ritorni.Poi il buio.
Telefono spento e silenzio assordante.
Troppo.
In questi giorni ti ha parlato solo stando zitta.
E cosa ti ha detto a voce?
Sempre e solo la stessa cosa.
'lasciami da sola'Lasciarti da sola.
Come puó solo pensarlo che tu possa lasciarla da sola, mentre affonda nel suo mare di insicurezze e sensi di colpa.
Che lei non lo capisce che il suo male é il tuo.
Non lo capisce che ormai siete così impregnati di uno nell'altra, tanto da confondervi.
Non lo capisce che le colpe sono da dividere in due, insieme.
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Andreas&Veronica || Pillole
Fanfictionnon sono one shot, non sono fanfiction, sono quello che sono