una Donna e basta

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Pausa.
Sei seduto in sala 10.
Sei un bambino.
Stai con un ginocchio flesso e uno steso sul pavimento.
Guardi tutti.
Osservi.
Mi cerchi.
Mi trovi dall'altro lato della stanza, mentre parlo con Luca. Sorridi.

Ieri mi hai detto che devi riabituarti a tutto, di nuovo, ma sei già abituato ad avere intorno me e Luca.
Te ne ho parlato tanto di lui e di tutti i lavori che ho fatto per lui e con lui.
Sei sempre estasiato.
Mi dici spesso che ti senti fortunato a poter lavorare con me e lui, ma non è vero, sono io ad essere fortunata nel vederti lavorare con colui che mi considera una propria musa.

Sono fiera di te.
Sei tornato e l'hai fatto a testa alta.
Ed in questi giorni non c'è niente che mi possa far togliere gli occhi da te.
In questi giorni ti sto rivivendo, come prima.
Ti sto annusando di nuovo in ogni angolo di queste sale, in cui non riuscivo a stare senza te.
Sei tornato al tuo posto, ma volando un po' più in alto.
Sono fiera di te.
Te lo dico quasi ogni giorno ormai.
Ricordami di dirtelo anche stasera, quando andiamo via.

Smanetti col telefono.
Apri messaggi.
Rispondi a qualcuno.
Apri Instagram.
Apri una storia.
Sorridevi.
Ora sei serio. Contratto.
Cosa hai visto?
Esiste veramente qualcosa che ti possa scalfire in questi giorni?
Sul serio?
Chi è?

Alzi lo sguardo verso di me istintivamente, ti accorgi che io ti stavo già guardando e allora abbozzi un sorriso.
Poi ritorni con la testa su quel cavolo di telefono.
Rimetti da capo, poi poggi il telefono all'orecchio, stai sentendo qualcosa.
Ispiri forte.
Chiudi di colpo.
Metti il telefono in tasca.
Mi guardi. Ancora.
Cosa c'è?
Te lo chiedo con gli occhi e tu fai finta di non sentirmi.
Sei preso nei tuoi improvvisi tormenti.
In questi giorni eri forte.
Sei forte.
Cosa potrai mai toccarti?

Forse lo so già.
Ti guardo di nuovo, sei con Simone che ti sta parlando e tu annuisci di tanto in tanto.

Non mi muovo dal mio posto, ma prendo il telefono.
Instagram.
Lui.
Un cuore.
Un posto mio.
Un posto suo.
Un posto che è casa per entrambi, ma non insieme.
Ascolto.
Basta così.
Sorrido. Amara. Sospiro.

Questo ti tocca?
Lui che continua a infastidirci?
Lo sa che con me non attacca.
Lo sa che con te attacca.
Ma non lo permetterò.
Non ora.

Avanzo a passi decisi verso di te, attraversando tutta la sala.
Mi guardi alzando la testa.
Mormori.
Mi chiedi che c'è.
Ti chiedo che c'è.
Mi dici niente.
Ti dico sei un bugiardo.
Ridi.
Abbassi la testa.
Ti dico lascia perdere.
Mi dici che non puoi farci niente.
Lo so.
Ti ha dato fastidio.
Quella è la nostra canzone.
La nostra storia.
La nostra creatura.
Ma lui non l'ha sporcata, a meno che non sia tu a permetterglielo.
Scuoti la testa.
Dici che è difficile.
Amore mio.
Lo so.

Guardi un punto vuoto, io ti chiedo di guardare me.

"Non permetterglielo."

Annuisci.
Mi giro.
Vado di nuovo verso Luca che mi ha chiamata.
Pensi che stia andando via.
Mi blocco.
Cazzo.
Se tu ti permetti di sentirti male, io ti impedirlo di farlo.
Sono una donna.
Oggi è la festa delle donne.
Oggi tutti si ricordano improvvisamente di quanto cazzo siamo forti e di quanto cazzo valiamo.

Mi rigiro.
Mi rimetto di fronte a te, con le mani sui fianchi, le gambe leggermente divaricate.
La posizione da guerra.
Mi impongo.

Ti guardo.
Sono un'imperatrice.
Sono una donna.
Sono una guerriera.

Guardami.
Sono così tua che a volte mi fai paura.
Guardami.
Sei così mio che a volte hai paura.
Ma siamo qui.
E siamo qui insieme.

"baciami"

"Che?"

"Baciami"

"Qui..."

"Qui. Davanti a tutti"

"Vero..."

"No, Vero niente."

Mi chino con la schiena verso te, con le mani sulle gambe.

Ti guardo fisso.
Non chiedo.
Ti ordino.
Non imploro.

Non sono.
Faccio.

Ti bacio.
Lì.
Davanti a tutti.
Nessuno si scandalizza.
Tutti sanno.
È tutto normale.

Luca mi guarda da lontano. Sorride.

Sospiri e dici che sono pazza.
Mi drizzo con la schiena e ti ritrovo sorridere.
Lo vedi? Hai perso 5 minuti di sorriso, prima.
Lo vedi? Io non posso sopportare che questo avvenga per colpa del padre dei miei figli.
Ti dico di non permetterti mai più.
Ti dico che nulla ci può scalfire.
Ti dico che sono una donna con le palle.
Ti dico che se tu stai anche solo pensando di tentare di stare male per motivi futili, io sono qui a rialzarti.
Da un pavimento o dai tuoi pensieri.

Mi tiri da un lembo dei pantaloni.
Mi chino di nuovo.
Mi baci di nuovo.
Mi dici che sono una donna speciale.
Ti dico che sono una donna e basta.

Andreas&Veronica || PilloleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora