scordarmi chi ero

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Ti ho chiesto che fai.
Mi hai risposto che stai andando a prendere Ale in stazione.
Ti ho detto di stare attenta a non fare strani incontri.
Hai riso e mi hai risposto che sono scemo.
'che strani incontri dovrei fare?'
'ah non lo so'
'te stai a beve troppo vino 'sti giorni'
'mh hm'
'e te che stai a fa?'
'niente, fra poco esco con Daniel'
'amoore'
'io o lui?'
'lui'
'stronza, continua così che non ti porto il regalo'
'quando me lo porti?'
'uno arriva oggi, l'altro quando torno'
'oggi? Me l'hai spedito?'
'sì'
'tu sei tutto scemo'
'lo so. Ora devo andare'
'stasera mi chiami?'
'sì'
'giura'
'giuro'

Sei arrivata in stazione da pochi minuti, cammini sicura, controlli l'ora, è ancora presto, fai una sosta da Victoria's Secret.
Sei sempre la solita.
Sei bella.
Non ti vedo da 5 giorni e mi sembri ancora più bella.
Anche da lontano, mentre tu non sai di me.
Torni vicino ai binari con in mano un sacchetto, cosa hai preso? Ho già voglia di vedertelo addosso.
Cammini verso di te fra la folla.
Ho flashback di quel giorno dopo la finale, quando io e Fabri ci eravamo messi d'accordo per farti una sorpresa, e anche lì stavamo aspettando Ale.

Ho flashback della nostra estate, di piccoli momenti nostri, qui, a trovarci fra la gente e andare mano nella mano un po' più lontano, dove c'è silenzio.

Stavi controllando il telefono, Ale ti ha mandato un messaggio, non te lo faccio leggere, ti chiamo.

'Sai quello scemo dell'amico tuo se ha perso il treno?'
'no'
'no non lo sai o no non l'ha perso?'
'no, non l'ha perso. Girati.'

E ti giri.
Distratta.
Stralunata.
La tua bocca poi forma una o,
è quando mi trovi.
La tua bocca forma un sorriso incerto, quando non realizzi.
Ale era d'accordo con me, arriverà nel pomeriggio.

Non realizzi mai subito.
Non ti abitui mai ai miei colpi di testa.
Non ti abitui mai ad io che corro da te.
E tu non mi credi mai.
La tua bocca forma un sorriso, largo, quando ti lanci ad abbracciarmi, mi tieni stretto forte e mi dici cose a raffica, io rido e ti dico che non sto capendo un cazzo di quello che stai dicendo, perché sono troppo impegnato ad annusare i tuoi capelli nella mia faccia, e a tenere il mento nella tua spalla.
Quando abbraccio te, io divento piccolo per te.
Mi abbasso, mi piego, mi lascio avvolgere.
Ti stacchi, mi guardi, ti luccicano gli occhi.
Fai un gesto con le mani, sbatti un piede, ti guardi intorno, mi dici che vuoi baciarmi, ti prendo per mano e ti trascino fuori nei parcheggi.
Durante il tragitto ti bacio e non me ne frega niente della gente che ci vede.
Loro cosa ne sanno di noi?
La stazione è il luogo della ricongiunzione.
Loro cosa ne sanno di noi?
Che siamo impazziti dopo soli 4 giorni di lontananza.
Ed il quinto sono già qui.
A Casa.
Nella casa che si può scegliere da grande.
Come abbiamo fatto un'estate intera a starci lontani per settimane?
Ora non ne siamo più in grado, te ne rendi conto, amore?
Ti faccio guidare la mia macchina, perché io non ce la faccio più.
Ti bacio mentre metti in moto,
Ti mordo mentre svolti l'angolo,
Ti lecco mentre siamo a metà strada fra la stazione e casa mia.
Mi dici di stare fermo mentre ho le mani sulle tue cosce.
Mi dici che ti sono mancato mentre stacco le mani.
Entriamo in casa mia senza vedere né dove stiamo andando, né cosa stiamo facendo.
Al buio, ci diciamo che ormai non riusciamo più a fare a meno di noi.
Camminando goffamente fra vestiti lanciati a terra e il pavimento freddo, ci diciamo che non va bene mancarsi così, poi ridiamo, poi torniamo seri, poi facciamo l'amore, poi urliamo, poi piangiamo, poi ridiamo, poi ti ti dico che devo andare, poi ti stringo per tutto il tempo che mi rimane, e penso all'Andreas che è rimasto a Fabriano, perché con te mi capita di scordarmi chi ero, prima di te.





Stavo pensando a me
Sono un uomo quaggiù come tanti
Che mi compro una moto in contanti e
Vivo a rate la vita degli altri
Che se esco non torno mai presto
Perché faccio presto a far tardi
Che ho posato per terra i bastoni
Perché ho detto basta ai bastardi
E stavo pensando a te
Una donna quaggiù come tante
Che vuoi essere al passo con le altre
E mi riempi l’armadio di scarpe
Che mi svuoti la testa in un’ora
Ma se sbaglio diventi un sicario
Che sai essere dolce in un bacio
Anche quando c’hai in bocca l’amaro
E stavo pensando a noi
Una coppia quaggiù come le altre
Che riescono nel loro piccolo
Anche se pensano in grande
Che hanno preso la vita per gioco
Cavalcato i binari di un treno
Che si prendono insulti per poco
E si vogliono per molto meno

Pensavo a me col mondo in mano
Ma senza te dov’è che vado
Con tutta questa voglia di brillare
Su in cielo e di scordarmi chi ero senza di te
Pensavo a te col mondo in mano
Ma senza noi dov’è che andiamo
Con tutta questa voglia di brillare
So che se c’è da brindare voglio farlo solamente con te

Stavo pensando a me
E all’infanzia che la vita mi ha dato
Non ho mai giocato coi soldatini
Ma ero incazzato come un bimbo soldato
Io che faccio più soldi che sogni
Ma rispondo va tutto ok
E mi tengo vicini i sentimenti altrui
Perché vivo ad un metro dai miei
E stavo pensando a te
Una bimba dagli occhi vivaci
Che capisco da come mi abbracci
Che hai avuto più giochi che baci
Tu che quando prevedono neve
Poi ti imbamboli un’ora sui fiocchi
Tu che guardi l’oroscopo in tele
Ma non credi nemmeno ai tuoi occhi
E stavo pensando a noi
Una coppia svampita e sbandata
Che spingiamo l’amore in salita
Quando l’odio ci lascia per strada
Che non serve che andiamo in vacanza
Mentre il mondo ci guarda perplesso
Noi vinciamo in un’altra galassia
Siamo al centro del nostro universo

Torniamo in stazione, aspettiamo Ale.
Poi quando lui arriva ti lascio con lui, in buone mani, e ti lascio un bacio e una promessa

'vado sempre lì per non scordarmi chi ero,
però poi torno sempre da te a ricordarmi chi sono'

Andreas&Veronica || PilloleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora