In quel piccolo paesino del Texas faceva leggermente più freddo che al sud.
La roulotte era affacciata su un infinito campo di granturco.
Eravamo in cima ad una delle tante colline che circondavano la zona.
Mi svegliai molto tardi.
Eravamo andati a dormire alle otto del mattino.
Jesse e Clay erano svegli già da molto.
La sveglia sul comodino segnava le quattro in punto.
Jesse era venuto a letto dopo di me.
Sapevo che era ancora arrabbiato.
Probabilmente quando si distese a letto pensò che stessi già dormendo, perché dopo qualche indugio si avvicinò e mi strinse a se, avvicinandomi al suo petto e respirando sul mio collo.
Mi alzai ancora frastornata e mi diressi in cucina, da dove provenivano le voci di Jesse e Clay.
Mi bloccai dietro alla parete quando sentii la voce preoccupata di Jesse.
-Ho parlato con Juan. È arrivata una nuova partita a Boca Raton. Un nuovo fornitore. Non si fida, e vuole mandare noi. Non vuole essere fregato. –
-Dobbiamo andarla a prendere noi? Come diavolo la portiamo ?-
-Non lo so, mi chiamerà per i dettagli solo poche ore prima. Potrebbe succedere domani come fra un mese. Lo sai cosa ha detto? Che se facciamo bene questo lavoro saremo noi a gestire gli affari di Dallas. È fottutamente fantastico, Bro!-
-Già…Non so come fare con Kira.-
-Che vuoi dire?-
-Non posso lasciarla qui da sola. Portarla sarebbe troppo pericoloso.-
-E allora che vuoi fare?-
-Non lo so, cazzo. Ci sarebbe un'unica soluzione sicura.-
-Di che stai parlando?-
-Lo sai perché ho accettato di lavorare per Juan? Non per la droga, o per i soldi. Mi ha promesso una nuova vita all'estero. Un passaporto e un posto sicuro lontano da qui. Nessuna la cercherà. Una vita lontano da tutta questa merda. Non era questo quello che volevo. –
-Una vita…da sola?-
-Si. Se partissimo insieme ci prenderebbero subito, e Juan mi farebbe torturare da uno dei suoi aguzzini. –
Raggelai. Cosa aveva appena detto?
Sentii il pavimento sotto ai miei piedi sbriciolarsi.
Entrai nella stanza furiosa, sorprendendo i due ragazzi.
Jesse e Clay erano seduti al tavolo, due birre ghiacciate fra le mani.
-Che storia è questa?- Chiesi piazzandomi davanti alla figura turbata di Jesse.
-Kira…-
-Io non vado da nessuna parte. Sul serio Jesse? Volevi farmi partire senza dire nulla?!-
Jesse si passò una mano fra i capelli, alzando gli occhi al cielo.
Clay si alzò e mi salutò con un cenno della mano prima di uscire dalla roulotte.
Si alzò dal divano, sovrastandomi con la sua altezza.
-Era solo una lontana ipotesi.-
-Un' ipotesi del cazzo! Io non me ne vado senza di te.-
-Era solo un piano b, per le emergenze, sai.-
-Non c’è nessuna emergenza per ora. Non avresti dovuto nemmeno pensarci.-
-Si. Lo so. Ma Kira, sto solo cercando di proteggerti.-
-Tenendomi lontana da te?-
Si avvicinò, accarezzandomi una guancia con le sue dita delicate.
-Sei questo dovesse salvarti la vita, si. –
Mi allontanai, cercando di non lasciarmi addolcire dai suoi occhi profondi.
-Ricordi? Io e te, fino alla fine.-
Lui annuì, attirandomi a se. Mi abbracciò e mi posó un bacio fra i capelli.
-Ho paura di quella fine, Kira.-
Il pomeriggio seguente Clay tornò per annunciarci che aveva trovato il suo alloggio momentaneo.
Non volevo ammetterlo, ma ero contenta che non dovesse dormire ancora con noi.
Decidemmo di accompagnarlo.
L'idea fu mia. Ero stanca di rimanere chiusa dentro quella roulotte.
Ero sempre stata una tipa da aria aperta e non ce la facevo più a rimanere chiusa lì dentro.
L'appartamento abusivo di Clay era appena all’entrata della città.
Non c'erano molte macchine.
Il condominio era in una zona desolata e malridotta, frequentata da gente poco raccomandabile.
Dei bambini stavano giocando a palla in mezzo alla strada rovinata, tenuti d'occhio distrattamente dalle madri sedute sulle sedie di plastica sul marciapiede, intente a spettegolare fra loro.
Parcheggiammo davanti ad un condominio rosa.
Era molto alto e mancavano delle finestre, sostituite con tavole di legno. Non doveva essere stato difficile occupare uno dei tanti appartamenti.
Jesse continuava a guardarsi intorno timoroso.
-Che stiamo aspettando? Entriamo.- esclamò Jesse.
Seguimmo Clay all’interno della casa.
Le scale erano strette e irregolari. L’intonaco cadeva dalle pareti ad ogni soffio d'aria.
L'appartamento di Clay era al secondi piano. Non aveva le chiavi, e per entrare basta spingere la porta per qualche secondo.
Aveva scassinato la serratura il giorno precedente. Non sarei mai riuscita a vivere in un posto così poco sicuro, senza una serratura e in un palazzo così ridotto male.
L'abitazione era vuota. Era spaziosa e abbastanza nuova, tranne che per qualche chiazza di muffa sulle pareti.
Nella stanza più grande c'era un sacco a pelo arancione e uno scatolone con qualche vestito all'interno. La finestra era oscurata da un sacco nero.
La luce non era molto forte, e illuminava quello che era la zona notte di Clay, comparsa da cartine , stagnole, sacchetti mezzi vuoti di carne secca e biscotti, lattine di birra e siringhe.
Storsi il naso e decisi di rimanere sull’uscio della porta.
Jess entrò, osservandosi intorno curioso.
Girai per la casa notando che nonostante l'apparenza esterna non era affatto male.
In quella che doveva essere la cucina c'era un fornello elettrico e un tavolo di plastica .
In una delle camere da letto c'era un vecchio armadio di legno old style.
-Come hai trovato questo posto?- Chiesi tornando dai ragazzi.
Mi bloccai sull'uscio quando vidi Clay seduto sul suo letto improvvisato. Aveva la manica della felpa alzata fino al gomito e un laccio emostatico legato al braccio.
Lo teneva tirato con i denti d'oro e lentamente si iniettò in vena la sostanza trasparente.
Quando finí fece cadere gli strumenti a terra e si accese una sigaretta.
Jesse, seduto su una delle sedie vicino alla finestra improvvisata, si avvicinò e mi sorrise dolcemente, baciandomi sulle labbra.
Aveva della polvere sul naso e quando glielo dissi si pulí velocemente.
-Vuoi che ce ne andiamo?-
-Che cosa ha preso?-
-Chi?-
-Clay.- Lanciai un'occhiata al ragazzo in piedi sul suo sacco a pelo. Era rosso in viso e si muoveva avanti e indietro sulla stanza.
-Coca.-
-Perché la prende così?-
-Non voglio rispondere a queste domande.-
Lo guardai negli occhi esitante, indecisa se chiederglielo o meno.
-Voglio tirare anche io.-
-Cristo, Kira!- Si allontanò bruscamente, passandosi nervoso una mano fra i capelli.
-Solo…cosí …per stare in compagnia. Voi vi siete fatti. Come quando si fuma, fumano tutti.-
-Lo vedi? Per questo non volevo che provassi!-
-Jesse, ho solo voglia di sballarmi un po’, non perché non riesco a starne senza. –
-Ecco, allora fanne a meno.-
Si allontanò prendendo una sigaretta dal pacchetto di Marlboro e uscendo in terrazza.
-Jesse!-
Ero stanca di litigare, soprattutto perché era difficile poi chiarire.
Avvicinai la sedia al letto di Clay.
Mi sedetti, osservandolo mentre preparava altra roba.
-Che stai facendo?-
Era passato così poco tempo, eppure lui era ancora lì, le mani tremolanti, a scaldare su un cucchiaio una sostanza marroncina.
-Una pera.-
-Un cosa?-
Lui mi sorrise, mostrandomi la dentatura d'orata.
-Sei così ingenua. È davvero un peccato.-
-Quella è eroina?- chiesi ignorandolo.
Lui annuì concentrato, mentre si allacciava nuovamente il laccio emostatico sul braccio.
-E no, questa non te la faccio provare.-
Perché pensava che avrei voluto provare una roba del genere? Insomma, non ero così stupida, avevo visto abbastanza film e documentari per sapere gli effetti di quella sostanza.
Mi alzai e raggiunsi Jesse in terrazza.
Aveva finito di fumare e stava guardando il cielo nuvoloso sopra le nostre teste.
Mi misi al suo fianco, appoggiando la testa sulla sua spalla.
-Mi dispiace. Sono davvero una stupida.-
-Non voglio che diventi come me, Kira.-
Presi il suo braccio e lo portai sulle mie spalle, facendolo ridere.
-Lo so. Andiamo a casa?-
Lui annuì, posandomi un bacio fra i capelli.
Quando passammo davanti alla stanza di Clay, lo vedemmo disteso sul suo letto.
Aveva gli occhi quasi del tutto chiusi.
La siringa era ancora sul braccio.
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BLOWHOUSE - La cura
Mystery / Thriller■Terzo libro della serie "THE HOUSE SAGA".■ La fuga dal St. Gregory NY è solo l'inizio di un lungo percorso travagliato per Kira e Jesse. L'assassina di Westerfield, ora latitante, ricercata in ogni angolo degli Stati Uniti, e Jesse, il suo complic...