Capitolo 29

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Canzone consigliata per il capitolo
(o almeno vi consiglio di ascoltarla visto che è bellissima)
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Tu guardi le stelle, stella mia,

ed io vorrei essere il cielo
per guardare te
con mille occhi...
-Platone

Anonymous' Pov

《Sei un incosciente!》 Dissi, sbattendo il pugno sulla mia scrivania.
《Come hai fatto a non riuscire ad ucciderla? Non ci vuole mica una logica a conficcare un coltello nella pelle a qualcuno, non credi anche tu?!》 Gli chiesi, prendendo un coltello in mano e facendo finta di analizzarlo, per poi guardare negli occhi quell'incosciente e provare a farlo spaventare, ma come al solito non ci riuscì, d'altronde era mio figlio e pensava che non gli avrei mai fatto del male.
Si, pensava, ma non era esattamente così.

《 Stai tranquillo. Forse è meglio che sia andata così, sennò avrebbero potuto scoprirmi, visto che la situazione non era delle migliori e lo sai pure te.》 Mi disse, con tutta la calma del mondo e guardando il cellulare con fare del tutto indifferente a questa situazione.
《 La situazione non era delle migliori o c'è sotto qualcos'altro?》 Gli chiesi, guardandolo seriamente. Subito la sua attenzione si spostò dal suo telefono al mio viso e, dopo averlo scrutato a lungo, scoppiò a ridere, capendo a cosa mi riferissi.
Continuò a ridere per quelli che mi sembrarono interminabili minuti, mentre io continuavo a guardalo con fare serio e anche un po' minaccioso, finché non la finì e si alzò dalla sedia, in cui precedentemente si era seduto.
《Tranquillo papà. Ciò che pensi tu non potrà mai succedere. Ora pensa a un nuovo piano, e ti prometto che stavolta funzionerà, basta che non coinvolgi, sennò potrebbero scoprirmi...!》 Disse, rivolgendomi un sorriso malvagio, al quale contraccambiai a mia volta.
《Tranquillo figlio mio, ci ho già pensato... E tra non molto lo metteremo in atto!》

Stanne certa piccola Hayden, che tra poco ritornerai nell'Inferno.

*****

Kyle's Pov

Era passato un giorno dalla festa per il compleanno di Elisabeth, dal momento in cui avevo sentito la paura crescere nello stomaco, dopo tanto tempo, per la mia Hay.
Era passato un giorno, e in questo preciso momento mi trovavo qui, nel locale, ad osservare il mio capo che, appena tornato dalla sua "vacanza", si guardava attorno e controllava che non ci fosse nulla di rotto o che fosse fuori posto.

Ieri notte, dopo aver ritrovato Hayden, la quale aveva ritrovato Elisabeth che stava con Diego ed essere disturbati da Richard, siamo rientrati nel locale per continuare a divertirci. All'inizio notai subito che Hayden non ci avesse seguito e pensai subito al peggio, ma appena la vidi fare capolino da l'entrata principale mi tranquillizzai immediatamente, tanto che mi spuntò pure un sorriso sul volto, il quale sparì appena incrociai il suo sguardo.
Era freddo, vuoto. Dagli occhi non traspariva alcuna emozione e in quel momento mi sembrava esser tornato a sei anni fa, quando eravamo ancora dentro quell'Inferno a lottare per la nostra sopravvivenza, e a sperare per la nostra vita, per la nostra libertà che un giorno speravamo arrivasse.

Era rimasta per tutto il tempo in un angolino, persa in chissà quale orribile pensiero che tormentava la sua mente e i suoi occhi, e io non avevo fatto altro che osservarla per tutta la notte, mentre la mia coscienza ogni due per tre mi diceva di raggiungerla e di proteggerla dal male che sentiva, che pensava in quel momento, ma io, per non so quale motivo, non lo feci, e solo quando, verso fine serata, vidi una lacrima rigare il suo bellissimo volto, che mi decisi ad andare da lei.
Nel tragitto dalla pista da ballo a lei, pensai a cosa dirle nel momento in cui mi sarei ritrovato di fronte ai suoi meravigliosi e tristi occhioni marroni, ma non mi venne in mente niente. Non mi era mai successa una cosa del genere, perciò non sapevo cosa fare e non potevo dirle la verità su chi ero, anche se all'inizio volevo, perché se gliel'avrei detta e quei due psicopatici, in chissà quale modo, sarebbero venuti a scoprirlo, saremmo stati fottuti. Loro avrebbero sicuramente accelerato i loro tempi per prenderci di nuovo e noi non avremmo avuto tempo neanche per scappare o per pensare un piano.
Tutto doveva rimanere così: con me che cercavo ogni giorno di scoprire qualcosa in più su di Loro, e su cosa volessero, visto che non l'avevo mai capito, e con Lei che pensava che a combattere contro il nostro passato ci fosse solo lei, da sola, ma che in realtà non sapeva che fossimo in due a farlo.

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