Capitolo 34

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Puoi dimenticare
la persona con cui hai riso, mai quella con la quale
hai pianto.
-Kahil Gibran

Kyle's Pov

《 Figliolo, tra poco saprai la verità su tutto e, voglio solo anticiparti che potrà sembrarti assurda, crudele e impossibile, ma ti possiamo assicurare che è tutto vero. So che sei furioso e sentir parlare del tuo passato potrebbe farti infuriare di più, ma ricorda che come tu hai preso i tuoi genitori, io ho perso mia sorella e un cognato fantastico.》 Erano queste le parole che mio zio aveva detto, dopo il discorso di mia zia, il quale mi aveva tranquillizzato, ma con queste parole l'ansia era ritornata padrona del mio corpo e della mia mente. Annuì semplicemente, pronto a sapere tutto ciò che si nascondeva dietro al mio passato, dalla prima all'ultima virgola. Avrei scoperto tutto e lo avrei fatto oggi.

《Bene...Iniziamo dal principio. I tuoi genitori non si sono incontrati nello studio di tuo padre per un controllo ai denti, come ti avranno sicuramente detto e ripetuto milioni e milioni di volte.》 Iniziò lui, alzando gli occhi al cielo sull'ultima parte, facendomi scappare un piccolo sorriso.
Perché era vero. Mi ripetevano sempre la storia si come si erano incontrati, o, per meglio dire, la bugia.
《 I tuoi si sono incontrati un bel po' di anni prima, precisamente all'accademia di polizia. Era il primo anno. Tua madre aveva scelto essa, perché voleva seguire le orme di suo padre, ovvero tuo nonno, cosa che avevo fatto pure io, ovvero diventare un'agente dei servizi segreti, ma aveva un bel po' di strada da fare per diventarlo e a lei andava bene, come era andato bene a me. Potrebbe sembrare assurdo vedere una donna diventare un' agente della CIA, visto che per esserlo bisogna essere senza scrupoli, ma lei era perfetta per quel ruolo e lo sapeva pure mio padre, che un tempo era il capo di questa "baracca".》 Disse mio zio, per poi fermarsi un secondo.

《 Come dicevo, i tuoi si sono incontrati il primo anno di accademia e non subito fu amore tra di loro. Tuo padre era un vero duro a quell'età. Non era un cattivo ragazzo, solo che non era neppure il ragazzo che un padre vedrebbe per sua figlia, ecco. Non so precisamente la loro storia, ricordo solo che il mese prima li vedevo litigare nel corridoio per qualche scherzo fattogli da lui a lei e il mese dopo li vidi baciarsi dietro uno degli edifici dell'accademia. Appena li vidi, capì subito cosa fosse successo. Etano passati dal fare la guerra al fare l'amore. In quel momento non mi arrabbiai per niente. Anzi, ero felice che lei fosse riuscita a trovare l'amore, ma dovevo comunque fare la mia parte da fratello maggiore e vedere se, in qualsiasi caso, lui sarebbe riuscita a proteggerla. In quel momento pensai che forse, essendo nell'ultimo anno di quella accademia lo avrei spaventato un po' troppo e sarebbe scappato a gambe levate, così, se nella realtà fosse stato solo un fifone e mia sorella lo avrebbe visto davanti ai suoi occhi, si sarebbe accorta, prima che fosse troppo tardi, che non era quello giusto.
Inutile dirti, che fu il contrario. Nel senso...Non scappai. Ma appena mi avvicinai per dargli un pugno, lui lo prese, con non so quale riflessi, e iniziò a stringerlo fra la sua mano, che avevo avvolto la mia appallottolata, e per poco non mi ruppe tutte le dita delle mani per quanta forza avesse.
Ma non mi misi a pregarlo di fermarsi, a quello ci pensò tua madre, ma, al contrario, sorrisi e pensai che fosse quello giusto per lei.》 Disse mio zio, sorridendo, probabilmente per i ricordi che gli riaffioravano in testa.
Sorrisi anch'io, nell'immaginare mio zio, basso ma muscoloso, provare a prendere mio padre a pugni, che era sempre stato il doppio di lui.

《 Continuò così, per tutta l'accademia, la loro relazione. Mio padre lo venne a sapere dopo qualche mese e, al contrario di quel che pensassi, ne fu molto felice. Sai perché? Perché l'accademia era a contatto con la CIA e con altre agenzie, alle quali riportava i nomi, di chi secondo loro, fosse più propenso verso quel tipo di lavoro e indovina un po'? Tuo padre era fra uno dei primi sulla lista. Inutile dire che appena finirono quella stramaledetta accademia e tutti i corsi che, successivamente, erano d'obbligo per entrare nei servizi segreti, divennero agenti della CIA a tutti gli effetti.
Lavoravano separati, con altri partner. Mio padre aveva preferito così, visto che per loro, sicuramente, sarebbe stato difficile dividere il lavoro dalla loro vita privata. Erano novellini, perciò si occupavano solo di piccoli casi di sicurezza nazionale. Cose riguardanti piccole organizzazioni criminali che provenivano da una piccola cittadina di un piccolo paese sperduto nel mondo, ma che comunque, espandendosi, avrebbero potuto compromettere la sicurezza degli Stati Uniti D'America. Non partivano mai per le missioni all'estero, visto che erano ancora novellini, ma si occupavano di analizzare le cose che avevamo e di estrarne quante più possibili informazioni, per poter fermare quella specifica organizzazione.  E ti dico, che ce n'erano e ce sono tutt'oggi tantissimi di questi gruppi che andavano e vanno controcorrente, che si ribellano, che terrorizzano le persone, sapendo che così otterranno il controllo su di esse, che si occupano di contrabbando di armi o di droghe.
È questo ciò che si affronta alla CIA, cose che loro affrontavano, ma separatamente.
Un giorno, però, entrambi i loro partner erano partiti per delle missioni e, ovviamente, non potevamo lasciare due dei migliori neo-agenti dell'agenzia con le mani in mano, perché, come diceva tuo nonno, un giorno senza lavorare è un giorno in più, che si lascia ai criminali per espandersi e crescere di numero.
Mio padre, aveva quindi deciso, oer una volta di unire i due innamorati e vedere cosa ne sarebbe uscito fuori.
E quello che ne venne fuori sconvolse tutti...》 Si fermò, per riprendere fiato o, forse, solo per mettere più suspence, poi continuò.

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