Capitolo 6

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Tutti gli uomini sanno
dare consigli e conforto
al dolore che non provano.
-William Shakespeare

Hayden's Pov

No. No. No. No. Non poteva essere successo, giusto? Non potevano essere liberi, vero?
Probabilmente era solo un fottuto incubo. Si, esatto, era solo un fottutissimo incubo. Loro in realtà erano ancora in carcere, giusto?
Si. Si. Si. Si. Sicuramente quell'articolo di giornale doveva essere falso oppure avevo letto male, giusto?
Adesso ci riguarderò e scoprirò che tutto questo è un fottuto scherzo. Si. Sarà così!

Riaprì il computer, che avevo chiuso precedentemente con forza, e rilessi l'articolo e, no. Non avevo letto male. Anzi, c'erano pure le immagini loro nel momento del rilascio. Rivedere quei visi, quelle facce dopo 5 anni mi fece pietrificare sul posto e mi salì un conato di vomito nel ripensare al mio passato con loro.

Nella mia mente rividi le immagini di me davanti allo specchio in quel periodo: tutti quei lividi, quei tagli, quei graffi e tutto il sangue che colava lungo tutto il mio corpo a causa delle molteplici ferite.
Come si è permessa quella gente a liberare dei mostri del genere che hanno distrutto la vita a due adolescenti che nella loro vita non avevano fatto niente di male.
Come hanno fatto le persone a liberare delle persone che violentavano degli adolescenti perché troppo pazzi e desiderosi di rovinarci la vita.
Ma non bastava già averci portato via i nostri genitori!
Non bastava averli uccisi a sangue freddo davanti agli occhi di un ingenua ragazzina!

Mi ritornarono in mente le immagini di quella notte. La notte del 15 novembre 2011. La notte in cui la mia vita cambiò.
La notte in cui loro mi uccisero interiormente.
La notte in cui iniziò il mio incubo. Il mio incubo che durò 1 anno. Un anno di violenze.
Un anno di insulti. Un anno d'inferno.

Ricordavo ancora il giorno dell'udienza, dove si sarebbe deciso il loro e il mio futuro. Ricordavo ancora le loro facce e la mia quando si seppe che sarebbero stati dietro le sbarre per un bel po'. Le loro piene di ira, la mia piena di gioia, quella che non provavo da tanto. Ricordavo ancora le loro parole quando mi passarono davanti per uscire, ammanettati: 《Brucia all'inferno puttana!》 E la determinazione,che mi mancava da un po', con cui avevo risposto: 《Tranquilli, ci sono già stata! Adesso tocca a voi!》

Mi dispiacque molto, però, che lui non si fosse presentato. Ad un certo punto pensai pure che non si fosse salvato, che fosse morto.
Con la sua dichiarazione probabilmente sarebbero stati dietro le sbarre per altri 5 anni, il tempo giusto per farmi abituare al mio passato e per farli tranquillizzare, o forse no. Mi ricordavo ancora il fatto che nessuno mi credesse, che tutti i poliziotti rimasero zitti mentre avevano visto con i loro occhi come mi avevano trovato, come ero conciata al loro arrivo nel bosco.
Mentre ripensavo a tutto questo, calde lacrime rigavano il mio volto senza sosta.

Ad un certo punto sentì la serratura della porta scattare. Mi girai spaventata verso la porta pensando che fosse dei ladri o peggio, loro, ma quando vidi la testolina bionda di Elisabeth sbucare dalla porta mi tranquillizzai all'istante.

Probabilmente era appena rientrata dell'appuntamento con Richard. Si notava dal sorriso smagliante che aveva sulle labbra.
Chissà come ti senti quando ti piace qualcuno?
Io non ho mai avuto un fidanzato o comunque non mi è mai piaciuto nessuno e penso che non accadrà mai, questo per colpa del mio passato che subentrerà sempre nella mia mente.

《 Hayden!!!! Ho una splendida sorpresa per teee!!! 》disse Elisabeth gridando come se non fossimo nella stessa stanza. Già il fatto che avesse detto quella frase, mi fece preoccupare. L'ultima volta che era rientrata in casa dicendo quella frase mi ero ritrovata in uno strip club con uomini seminudi che ballavano in modo provocante davanti ai miei occhi.
Quello era stato il suo regalo per il mio ventunesimo compleanno, cioè l'ultimo.

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