Capitolo 16

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Ora erano tutti nel soggiorno della casa di Derek con i cervelli attivi nella ricerca di un modo per salvare sia lui che Layla. E dovevano trovarlo in fretta perché non avevano idea di quando ci sarebbe stata la Luna Rossa.
«Dite che sono allo stesso bunker?» «No! Se davvero la Luna Rossa indebolirà il distacco fra i due universi, allora più vicino sono e meglio è» rispose Cora a Malia.
«Quindi ci serve un posto parecchio alto e ben esposto alla luna» annunciò Stiles «Ma allora sarà facile trovarlo» aggiunse Isaac «No, non sappiamo quando ci sarà questa luna ma non credo li terranno in quel posto fino ad allora» replicò Lydia. «D'accordo, allora che si fa?» chiese Braeden. E Scott non riusciva a guardare neanche lei. La vedeva come una complice. Continuava a sentirsi tradito da Derek, non voleva perdonarlo però il fatto che potesse morire...no, doveva impedirlo. Infondo, anche se non voleva ammetterlo a se stesso, anche se voleva nasconderlo per non soffrire, sapeva che lo amava ancora. Eppure desiderava ancora che tutto ciò non fosse mai successo.
«Faremo delle ricerche. Vediamo cosa otteniamo» disse Stiles «Bene, ma c'è ancora un punto in sospeso, chi tiene la spada di Cerbero?» chiese Argent «Stiles tu sei l'unico indifeso ed è chiaro che verrai con noi, quindi per me devi prenderla tu» disse Malia «Cosa?! Scherzi vero? Io non so neanche come prenderla» «Rilassati dovrai solo infilarla in quei maledetti cagnacci, noi li teniamo occupati» «Perfetto! La nostra vita è nelle mani di Stiles. Ora si che mi sento salvo» «Isaac!» lo ammonì Scott «Stai tranquillo Stiles, so che puoi farcela, sei grande!» incoraggiò il suo migliore amico mentre gli altri si allontavano alla rapida ricerca di informazioni. Stiles si avvicinò a lui «E tu invece? Ce la farai?» «Stiles, io...io non vorrei vederlo mai più. Non puoi capire come mi sento. Però stargli lontano e sapere che potrebbe morire mi fa male lo stesso. Questo è troppo per me. Forse aveva ragione lui. Forse non dovevo mettermi in mezzo a questa faccenda così non l'avrei mai scoperto» «Ma Scott, tu hai bisogno di lui. Non dire che non è vero, hai anche pianto durante l'ora di psicologia, stavi uno schifo fino a quando non si è ripresentato» «Già, fin quando non si è ripresentato. Ripresentato dopo due anni. Con una figlia. E con dei cani infernali alle calcagna. In una vita e in una città che in questo tempo sembra essere stata migliore della nostra. Io l'avevo lasciato andare perché sapevo che aveva bisogno di una pausa. Questa non è una pausa, è una vita. Lui è fuggito da Beacon Hills, dal sovrannaturale. È fuggito da me.» «No Scott, io non credo che sia fuggito da te. Io credo che sia fuggito per quello che non poteva avere con te, perché vederti e sapere che per te era solo un amico gli faceva male» «Ma lui non ci ha neanche provato» «E tu credi che avresti potuto accettarlo? Le persone non capisco il valore delle cose fin quando non le perdono. E direi che questi due anni ti hanno fatto crescere abbastanza»

Derek lentamente iniziava a riprendere conoscenza. Quando riuscì ad aprire gli occhi abbastanza da riconoscere ciò che aveva intorno, cercò di mettersi in una posizione più comoda ma il bruciore aumentò. Infatti aveva le mani e le caviglie bloccate da catene di piombo intrise di strozzalupo. Notò anche una flebo con una strana sostanza collegata al suo braccio ma non poté vederla con più attenzione perché si accorse di avere un'attrezzatura al collo con delle punte che gli perforavano la carne.
La stanza era tetra, non sembravano esserci finestre o lucernari o qualunque cosa potesse lasciar entrare la luce. C'era un misto di odori, alcuni pungenti, ma nonostante ciò riuscì a riconoscere l'odore di sua figlia.
Cercò di chiamarla ma la voce pareva non riuscire ad arrivare, ogni volta che cercava di muovere i muscoli per parlare l'aggeggio al collo lo feriva di più. Ma non gli importava, aveva bisogno di sapere che sua figlia era viva, che era ancora con lui.
«Lay-la» «LA-Y-la» Non poté vederla ma riuscì a percepire il lieve respiro e le palpebre che si aprivano leggermente «Ehy, tesoro, sei viva!» annunciò felice e quella gioia alleviò il dolore causato dalla sostanza che scorreva nel suo corpo. Ma era sicuro che anche lei versava nelle sue stesse condizioni, e da più tempo.
«S-t-ai t-tr-an-quill-a, ci tro-ve-r-anno» cercò di tranquillizzarla sperando però lui stesso che avrebbero fatto in tempo.

Allora, si lo so, lo so ok?! Non pubblico da una vita ma questo è il prossimo erano capitoli buco😅non sapevo che scrivere. Comunque ora pare essermi tornata tutta l'ispirazione quindi ehy, dovrei tornare a scrivere normalmente.

Comunque vedo che un'altra persona ha iniziato a votare e un'altra ha aggiunto la storia al proprio elenco di lettura. Quindi grazie davvero ad entrambe, mi fa piacere che altri leggano la storia così come ringrazio Ely che vota ogni capitolo dall'inizio e commenta e grazie a te che ho sempre voluto continuare a pubblicare😊😘.

Se il capitolo vi è piaciuto lasciate una⭐ che fa sempre piacere😊 e fatemi sapere che ne pensate nei commenti. Alla prossima!😘

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