Ginevra roteò annoiata la testa mentre fissava Holland ballare in mezzo alla pista, circondata da ragazzi più grandi di lei poi spostò lo sguardo verso sinistra e vide una ragazza in un completino rosso fuoco, strusciarsi contro a Dustin che sorrideva sensualmente a quella.
La rossa alzò gli occhi al cielo; alla faccia dell'essere innamorato di una di quarta, pensò lei per poi mandar giù il suo bicchierino di Vodka alla pesca.
Pochi secondi dopo, un ragazzo abbastanza alzo e dai capelli neri come la pece, si sedette sullo sgabello al fianco di Ginevra, che con la coda dell'occhio lo fissò annoiata.
«Cosa ci fa una bellissima ragazza qui da sola?» fu chiaro a Ginevra che quello ci stava provando con lei, quando ordinò da bere anche per lei.
«Sono con degli amici e grazie per il drink, ma non ho intenzione di berlo.» replicò atona lei, alzandosi poi dallo sgabello, ma quando fece per andarsene, il ragazzo l'afferrò il polso e la fece voltare verso di lui, «Ti va di ballare con me?» chiese, sorridendole maliziosamente.
Ginevra, digrignando i denti, staccò la mano enorme di quel ragazzo dal suo polso poi senza dargli una risposta, si allontanò da lì. Non ce la faceva più a stare in quel posto. C'era un forte e acre odore di alcool e di fumo che le stava facendo venire il voltastomaco e la musica era così alta che i suoi timpani le stavano chiedendo pietà. Ecco un motivo per cui non andava quasi mai in discoteca.
Appena Ginevra uscì dalla discoteca, una folata di vento gelido le infranse contro il corpo, facendola rabbrividire e scompigliare i capelli nell'aria. Le raffiche di vento le stavano sferzando le guance che divennero quasi all'istante rosse come i suoi capelli mentre dalle sue labbra uscivano nuvolette di vapore.
La ragazza si guardò in giro. Non c'era anima viva nel retro della discoteca, a parte lei e due ragazzi che si stavano divorando il viso in quel vicolo sudicio.
Non fece in tempo a mettersi in cammino che una mano le si posò sulla spalla, facendola sobbalzare per lo spavento e la fermò dal fare qualsiasi mossa.
«Ehi, bellissima, dai, vieni a divertirti con me.» le sussurrò all'orecchio con un tono di voce malizioso poi con una mano le prese il mento e la obbligò a girarsi verso di lui. Era il ragazzo di prima, pensò Ginevra allarmandosi mentre cercava di allontanarsi da lui, ma quello fu più veloce e la spinse contro al muro, facendola gemere per la botta e digrignare i denti.
«Io però non voglio divertirmi con te.» sibilò lei, stringendo le mani intorno alle spalle del ragazzo per tenerlo a debita distanza da lei.
Lui le mostrò un sorriso sghembo poi con un'unica enorme mano, afferrò violentemente i suoi gracili polsi e li schiacciò contro al muro sopra alla sua testa, lasciandola senza parole e senza fiato.
«Io però voglio divertirmi con te.» ribatté lui, avvicinando il suo viso a quello di Ginevra che lo stava fissando in cagnesco mentre cercava di non piangere e di mostrarsi il meno possibile spaventata.
Fece scoccare la lingua contro al palato seccata. «Mi puoi spiegare perché voi ragazzi pensate di poter avere tutto quello che volete anche quando l'altra persona vi dice di no? Cos'è? Pensate che solamente perché avete una banana che vi penzola in mezzo alle gambe potete farci quello che volete?! Mi dispiace per te, ma non è così che vanno le cose. Ho detto no, coglione.» sibilò adirata lei per poi tirargli una testa, sentendo un dolore lancinante trafiggerle il cranio, ma almeno era riuscita a fare del male anche al ragazzo che barcollante si era allontanato da lei.
Ginevra ghignò, ma ben presto quella smorfia scomparve dal suo volto perché il ragazzo, digrignando i denti, le si avventò contro, mordendole con forza il labbro inferiore e facendola gemere dal dolore. Una mano del ragazzo si insinuò sotto al suo crop top nero mentre lei ormai in preda a forti tremolii, lasciò che delle lacrime le bagnassero le guance, chiudendo con forza gli occhi. Ti prego, fa' che qualcuno venga a salvarmi, pensò lei terrorizzata.
Si sentiva violata, schifata da quell'essere ancorato a lei che le teneva tappata la bocca con la sua mentre con le mani le palpava con veemenza i seni. Voleva gridare. Voleva vomitare, talmente si sentiva nauseata. E aveva tanto paura, paura di quello che sarebbe potuto succedere da un momento all'altro. Si sentiva senza forze e svuotata completamente.
Poi all'improvviso la ragazza smise di percepire quel peso soffocante contro al suo corpo e quelle luride mani che vagavano con veemenza sotto al suo top e intorno ai suoi seni.
Quando riaprì gli occhi, vide il ragazzo a terra agonizzante e col viso ricoperto di sangue mentre di fronte a lei, c'era Collin con un'aria veramente preoccupata e le nocche delle mani sporche di un liquido rossastro, «Stai bene?» le chiese, stringendola poi tra le sue braccia.
Ginevra scoppiò a piangere, soffocando un grido contro al petto del ragazzo che con delicatezza le stava accarezzando la testa poi lentamente si staccò da lei, e le appoggiò sulle spalle il suo giubbotto, «Ti accompagno a casa».
La rossa tirò su col naso e annuì, «Grazie». Grazie di avermi salvato.
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Roses [Youth Series ~ Book #11]
Ficção AdolescenteUNDICESIMO LIBRO DELLA SERIE "YOUTH" Dove una ragazza ogni giorno trova una rosa nella buca delle lettere della porta con delle dediche scritte su un bigliettino. #12 in Storie Brevi 08.10.17 #8 in Storie Brevi 20.10.17 #4 in Storie Brevi 08.11.17 #...