#5 Matt

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Ella si era cambiata, ora portava un semplice largo maglione grigio, un paio di leggins neri e notai degli scaldamuscoli chiari che gli uscivano dagli anfibi, che probabilmente aveva rubato a Tessa.
Le sistemai un capello di lana nero sulla testa e lei mi rivolse un sorriso spostandosi i lunghi capelli in avanti.
«Il cappotto»
Le ricordai. Lei sbuffò e salì di nuovo le scale di corsa per tornare pochi minuti dopo, scendeva i gradini senza guardare mentre cercava di indossare un cappotto viola.
«Dai Matt, sono coperta abbastanza, ora andiamo»
Si lamentò nervosa, sapevo che non stava nella pelle, da quando eravamo qui non era ancora uscita una volta.
Mise male un piede e con uno scatto fui davanti alle scale, si scontrò contro il mio petto e mi diede diverse pacche su esso.
«Ottimi riflessi ragazzone»
Scossi la testa divertito e la lasciai andare.
Mi chiusi la porta d'ingresso alle spalle e indicai ad Ella la jeep nera con cui saremmo usciti, lei fece un salto giù dai gradini e corse fino al veicolo salendo.
La raggiunsi e chiudendo la portiera accesi il motore.
«La cintura Ella»
La ragazzina sbuffò e si allacciò salutando dal finestrino, mi sporsi stringendo il volante e guardai Tessa ritirare la mano, mi fece segno che mi avrebbe controllato e gli feci l'occhiolino mettendo la retromarcia.

Il viaggio fino alla città più vicina sarebbe stato lungo e mi portai una mano sulle labbra.
«Ma non vi riconoscono quando uscite?»
Chiese rivolgendomi uno sguardo dubbiosa.
«Di solito io e Dylan cambiamo spesso città, non andiamo mai nella stessa, questa volta ti toccano tre ore di macchina piccola»
Lei alzò una spalla e tornò a guardare fuori, ci sarebbe voluto ancora una mezz'oretta per uscire dal bosco.

Era il piano B di Ryan quella villa, era stata comprata e poi demolita secondo i documenti che la riguardavano, un enorme casa azzurra vecchio stile, una cucina, un salotto, due bagni, uno studio e sei camere da letto, tutto su tre piani.
Ripensavo spesso a quell'uomo ultimamente.

«Quindi che fate per non annoiarvi?»
Chiese distogliendomi dai miei pensieri, all'angolo girai a destra seguendo il sentiero e corrugai le sopracciglia.
«Scusami Ella, non ti stavo ascoltando, dicevi?»
La ragazzina rise e le rivolsi uno sguardo.
«Insomma farete qualcosa per ammazzare il tempo, no?»
Ripeté fermando le sue iridi nelle mie, io alzai una spalla.
«Be, parliamo a volte»
Ricordai tornando con gli occhi sulla strada, finalmente raggiunsi l'asfalto e accelerai cambiando marcia.
«Wow, che divertimento»
Disse con sarcasmo guardando davanti a se, la sentì schiacciare qualche tasto e più volte abbassò il finestrino per poi rialzarlo.
«Ops, scusa»
Io scossi la testa divertito fin quando Ella non accese la radio. Una musica leggera prese posto al silenzio e la ragazzina cominciò a tenere il tempo con la gamba, come spesso tendeva a fare Drake.
«Vedo qualcosa di noioso»
Cominciò guardandosi intorno, conoscevo quel gioco, lo faceva spesso con Tessa quando era più piccola.
«La strada?»
Lei scosse la testa.
«Ritenta»
Io alzai un sopracciglio e mi morsi un labbro fermandomi ad un incrocio.
«Albero? Nuvole? Montagna?»
Lei rise.
«Ma qui non ci sono montagne»
Io risi e accelerai superando una automobile.
«Ci ho provato, mi arrendo»
Lei sorrise e mi indicò.
«Tu»
«Io?»
Domandai contrariato.
«Guarda che sono molto divertente se vuoi saperlo»
Lei alzò un sopracciglio e mi ricordò l'espressione che più usava sua madre.
«Ascolta, cosa dice un angolo ad un altro angolo?»
La ragazzina si spostò i capelli da un lato aprendosi il cappotto.
«Ho paura a rispondere, ma okay, cosa dice?»
Io esistai e ignorando il suo commento alzai il mento.
«La smetti di essere ottuso?»
Io risi e lei alzò di nuovo il sopracciglio restando impassibile.
«Oh, andiamo! È divertente»
Le tirai una leggera gomitata e lei sorrise scuotendo la testa.
«No, fa pena, è terribile! Sul serio non dire più niente»
Io suonai il clacson, lei rise e mise una mano sopra il bottone.
«Matt!»
Io alzai le sopracciglia e lei studiò il mio sguardo. Le abbassai la mano sul clacson e il suo suono acuto fece di nuovo eco.
«Matt!»
Gridò ancora ritirando la mano e guardandomi sorridente, sapevo che si stava divertendo.
«Che c'è, sei stata tu a suonare ora»
Lei rise e si mise una mano sul viso.
«Ascolta questa, qual'è il colmo per un ape?»
Ella mi guardò esitando.
«Non provarci»
Mi sfidò tenendo lo sguardo sul mio.
«Andare in vespa!»
Esclamai guardando la sua espressione sconfitta.
«Andiamo, lo so che ti stai trattenendo piccola»
La ragazzina sorrise.
«Hai ragione, se continuerai così credo che piangerò»
Ammise tornando con lo sguardo sulla strada. Io alzai gli occhi al cielo e mi sfiorai i capelli sorridendo.
«E il colmo per una scimmia?»
«No, Matt, sul serio, mi butto, giuro che mi lancio fuori»
Disse interrompendomi e mettendo una mano sulla maniglia. Bloccai le portiere e lei si morse il labbro inferiore trattenendo una risata.

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