#57 Matt

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Trascinai Ella e Ryan fino all'ultimo piano e mi fermai aprendo la porta di una stanza a caso.
«Matt dobbiamo scendere, così ci uccideranno!»
Gridò Ella tappandosi le orecchie sentendo ancora spari rimbombare al piano inferiore.
«Non glielo lascerò fare»
Risposi guardandola negli occhi, lei annuì terrorizzata e io lasciai cadere la pistola scarica nel lavandino del bagno.
Mi abbassai e aprì il mobiletto cercando qualcosa da poter usare come arma.
«Matt attento!»
Alzai lo sguardo e guardai Ella rompere qualcosa di pesante sulla testa di un agente, che subito cadde a terra, sorrisi e gli rubai le due pistole e il coltello, gli levai dalla mano la lancia ancora chiusa e la passai alla ragazza.
«Ho l'impressione che tu sappia usarla meglio di me»
Lei sorrise legandosi i capelli meglio che potesse, afferrò la lancia e io feci un passo indietro quando la aprì.
Era inevitabile non sussultare in presenza di quell'arma.
«Ce ne sono altri che stanno salendo le scale»
L'avvertì aprendo completamente la porta del bagno.
«Si sono fermati...»
Mi fece notare lei, probabilmente stavano entrando nelle stanze del secondo piano, guardai l'agente a terra e cercai di pensare velocemente.
Con qualche calcio lo spinsi verso le scale e quando le raggiunsi gli appoggiai un piede sopra per evitare che cadesse.
«Al mio tre non lasciarne uno vivo»
Lei annuì e giurai di aver visto i suoi occhi tendere al verde, io cercai Ryan con lo sguardo e lui mi fece un cenno.
«Ce la fai a correre?»
Lui alzò un sopracciglio e io gli consegnai una pistola non ottenendo alcuna risposta.
«Libero! Non c'è nessuno»
Questa frase rimbombò più volte con voci diverse e io avvertì la mia rabbia aumentare.
«Vediamo cosa si prova a far incazzare le persone sbagliate»
Mormorai tirando un calcio all'uomo ancora incosciente, aspettai facesse qualche scalino in più e quando i quattro agenti alzarono lo sguardo verso di noi sorrisi.
«Tre»
Dissi, una folata di vento mi passò accanto e in un battito di ciglia guardai le loro teste rotolare giù per gli scalini.
Ella trafisse l'ultimo guardandolo soffrire quasi divertita.
«Questo è per Jeremy»
L'agente la guardò ancora alla ricerca di un respiro e lei gli tagliò la testa senza esitare.
«Straordinaria»
Disse Ryan quasi incantato scendendo poi i gradini uno a uno senza fretta.
Ella ritirò le lame esterne e io le sorrisi facendole un inchino.
Lei sorrise e tornò a guardarsi intorno scendendo le scale con cautela.
La afferrai per la maglia prima che potesse esporsi troppo e lei fece un passo indietro.
«Non mi piace, c'è troppo silenzio»
Sussurrai restando immobile, per diversi minuti l'intera casa sembrò essere inghiottita da un gelido silenzio e io mi decisi a scendere le scale lentamente solo dopo qualche altro secondo, continuai a tenere la mira, ma la casa sembrava essere deserta.
«Gli hanno fatto fuori tutti»
Disse Ella quasi strozzandosi con le sue stesse parole, i tre ragazzi che avevamo salvato la prima volta erano morti e l'odore al piano inferiore era pessimo.
Spostai il mio sguardo su Ella che con una mano alla bocca cercava di trattenersi nel gridare a occhi lucidi.
«Andiamo via da qui»
La spinsi in salotto e rivolsi uno sguardo a Ryan.
Uno sparo fece eco dall'esterno.
«JHONA!»
Distinsi chiaramente la voce di Tessa gridare e mi precipitai fuori con uno scatto.
Guardai Jhona a terra con una lancia nello stomaco che lo bloccava a terra. Un altro scatto e lo raggiunsi inginocchiandomi davanti a lui.
«Non muovere un muscolo»
Gli suggerì Tessa chinandosi e guardandosi intorno preoccupata.
«Drake trova del fil di ferro, adesso!»
Gli ordinò in preda al panico cacciandolo da li, il ragazzo scattò sparendo e io guardai Jhona farmi un sorriso.
«C'è un gps...»
Mormorò a voce quasi assente, corrugai le sopracciglia e cercai di appoggiargli una mano sul petto, ma Tessa mi fermò prima che potessi anche solo sfioralo.
«Una sola mossa e lo apri in due»
Ringhiò a denti stretti fulminandomi con lo sguardo, annuì una volta e rinunciai a sperare che potesse uscirne vivo.
Guardai il suo viso diventare pallido e chiuse gli occhi cercando di ridurre i respiri al minimo.
«Tessa dobbiamo aiutarlo!»
Gli feci notare incontrando il suo sguardo.
«Drake una volta ha avvolto del fil di ferro intorno alla lancia per poterla estrarre ritardandone l'apertura, se gliela levi adesso ci squarterà tutti e tre»
Spiegò alzandosi in piedi.
Un lamento uscì dal furgone alle sue spalle e io mi alzai cercando di capire da chi provenisse, Tessa aprì la portiera e si chinò su Phil cercando di fermare il sangue che non sembrava voler smettere di uscire all'altezza della spalla sinistra.
«Non mollare okay?»
L'uomo sorrise debole alla ragazza che cercò invano di premere sulla ferita.
Gli posò una mano sulla sua, il sangue ormai era troppo.
«In Canada...»
Mormorò respirando a fatica.
«Ti prego Phil taci!»
Gli urlò contro lei,
«C'è...un bambino»
Continuò a fatica alternando le parole ai respiri, corrugai le sopracciglia e notai Tessa scuotere la testa.
«Che diavolo stai dicendo? Non sforzarti maledizione!»
«Lo devi trova...»
«Phil!»
Tessa cominciò a scuoterlo e io la fermai cercando in mezzo a tutto quel sangue il suo collo.
«Non batte»
Dissi. Lei gli mollò uno schiaffone per farlo riprendere e io la trascinai fuori dal furgone sbattendola contro alla portiera.
«È morto Tessa!»
I suoi occhi mi guardarono assenti e dopo qualche secondo la lasciai andare. Mi voltai incontrando lo sguardo di un agente, lui alzò la pistola, ma uno sparo lo colpì al petto, il rumore deciso delle lame sembrò fermare il tempo.
«No no no!»
Mi lasciai cadere a terra sfiorando il viso di Jhona ricoperto di schizzi di sangue.
«Coglione!»
Gli gridai contro sbattendo un pugno a terra sentendomi morire, appoggiai la testa alla sua spalla e non riuscì a non piangere.
«Non dovevi...»
Sussurrai tra i singhiozzi sentendo mancarmi l'aria.

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