#19 Drake

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Il rumore di un vassoio di metallo fece eco nella stanza, aprì con fatica gli occhi e una flebile luce mi investì. Ci misi qualche minuto ad abituarmi, poi abbassai lo sguardo vedendo una bottiglietta d'acqua a terra e un piatto coperto.
«Mangia»
Disse Nathan spingendomi contro alla gamba il vassoio con il piede, io alzai un sopracciglio e voltai il viso verso destra tornando a chiudere gli occhi.
«Sei inutile in queste condizioni, quindi mangia e bevi, ti do dieci minuti»
Continuò con voce roca, le sue parole sembrarono rimbombare tra quelle fredde mura, io rimasi immobile, non riuscivo a muovermi da quanto fossi stanco, a malapena riuscivo a pensare.
«Okay, vuoi proprio che faccia la parte del cattivo!»
Ringhiò prendendomi il viso tra le mani, mi strinse la mascella con forza e prese la bottiglietta cercando di versarmi più acqua possibile dentro la bocca, mi alzai a sedere di scatto e cominciai a tossire sputando a terra l'acqua che mi era andata di traverso, ora il petto mi bruciava. Mi portai un braccio sulla bocca e cercai di controllare il respiro, ma finì per appoggiare le mani a terra cercando di tenere il peso del mio corpo stanco.
«Drake! Finiscila di complicarmi le cose!»
Gridò mio fratello prendendomi per i capelli e obbligandomi a sostenere il suo sguardo incazzato. I suoi occhi scuri brillavano severi, notai un filo di barba sul suo viso e mi lasciò andare con uno strattone.
Si alzò da terra e mi squadrò con disprezzo aspettando in silenzio che tornassi a sedermi in modo decente.
«Non ti dirò mai dove sono...»
Sussurrai, sorrisi e sentì un labbro tagliarsi forse da quanto poco idratato ero. Appoggiai la testa alla pietra fredda dietro di me e chiusi gli occhi sentendo lo stomaco spaccarsi in due. Non mangiavo da talmente tanto tempo, che anche solo quella poca acqua che avevo bevuto mi aveva aperto lo stomaco facendomi provare un dolore lancinante.
«Preferiresti morire si...l'hai detto tante volte, ma mi chiedo perché morire per qualcuno a cui non importa nulla di te»
Corrugai le sopracciglia e guardai Nathan incrociare le braccia.
«È passato un po' di tempo, sai? Eppure mi pare che nessuna ragazza dai capelli rossi abbia cercato di tirarti fuori di qua, come biasimarla, dopo tutto ora è al sicuro, nessuno può trovarla ed è con...come si chiama? Matt?»
Sentì le vene gonfiarsi e cercai di alzarmi, sostenuto dal muro riuscì a mettermi al suo pari e sorrisi alla sua stupidità.
«Non funziona fratello, Tessa non si abbasserebbe mai a tanto»
Cercai di ridere, ma quello che mi uscì fu più simile ad un lamento.
«Sicuro? Pensaci bene. Una donna sola, triste e obbligata a restare nascosta per tanto tempo...ti stupirebbe come si perda la parte razionale della mente quando ci si sente soli»
Sorrise e io scattai avanti scontrandomi contro il suo petto, mi sentì afferrare per le braccia con forza e il suo respiro mi sfiorò l'orecchio.
«Sei debole Drake. Non potresti farmi male neanche concentrandoti»
Appoggiai la fronte al suo petto e inspirai quell'odore di colonia e pulito che da tanto non sentivo.
«Ti ha dimenticato»
Tornò a dire calmo sfiorandomi la schiena, la sua mano calda sulla mia pelle ghiacciata quasi mi bruciava.
«Dimmi dove si trova Tessa e ti lascerò andare»
Continuò a voce bassa, sorrisi e mi alzai da lui traballando appena.
«Io non sono te Nathan, non venderei mai nessuno per pararmi il culo»
Lo spinsi e lui fece un passo indietro.
«Torturami, lasciami senza cibo e acqua, mettimi in isolamento, aprimi in due come fossi un cadavere, strappami il cuore se ti rende felice, ma questo non cambierà mai il Bastardo corrotto che sei!»
Sputai a terra e sorrisi barcollando all'indietro.
Lui sollevò appena la bocca e io abbassai lo sguardo sentendomi pesante.
«Lealtà»
Disse dopo qualche attimo di silenzio, corrugai le sopracciglia e mi appoggiai al muro con la spalla.
«È questo che ho sempre odiato di te Drake, il tuo essere così...buono»
Continuò facendo risuonare i suoi passi lenti dentro quelle quattro mura.
«Un cuore buono dentro una vita marcia, vero?»
Presi un respiro, lo sentivo accanto a me, una delle sue mani si fermò sulla mia spalla e io alzai lo sguardo schifato.
«Non parlerò Nathan, levatelo dalla testa»
Lui sorrise e io rimasi immobile.
«Portatelo nelle sottocelle!»
Ordinò ai due uomini dietro di lui.
«Voglio la stanza migliore, infondo è uno di famiglia»
Disse avvicinandosi al mio orecchio. Mi fece voltare con la faccia al muro e sentì l'acciaio freddo delle manette stringermi i polsi.
«Ti farò parlare Drake»
Sembrò quasi una minaccia, mi arrivò un calcio nella gamba e trattenni un gemito camminando meglio che potessi.
Sorrisi e cercai di liberarmi dalla stretta di quei due soldati.
«Perderai il senno prima tu fratello»
Dissi prima di essere scortato fuori dalla stanza.

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