#36 Tessa

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«Drake...»
Quel nome mi uscì in un sussurro, un sussurro talmente debole e stremato che non ero riuscita ad udire nemmeno io.
Feci un passo avanti, ma improvvisamente mi sentì bloccata, come se il mio corpo si rifiutasse di cadere in quell'illusione.
Si chiuse la porta alle spalle e posò i suoi occhi su di me un solo secondo, per poi fare un cenno a Nathan.
Si infilò una mano in tasca e percorse i pochi metri che ci dividevano, la maglietta aderente bianca che portava mi diede l'idea che fosse più magro, ma forse era solo troppo tempo che non lo vedevo.
Mi portai una mano alla bocca accorgendomi solo ora di tremare come una foglia.
«Ciao...»
Gli dissi quando mi raggiunse, i suoi occhi si fermarono nei miei, sembrarono studiarmi, sorrisi e gli presi la mano dimenticandomi dove mi trovassi.
«Che fai? Non mi abbracci?»
Gli domandai eliminando sempre di più la distanza che ci divideva, gli sfiorai il petto con la mano e lui mi prese il polso allontanandomi.
«Scusa, ma credo che tu mi abbia confuso con qualcun altro»
Corrugai le sopracciglia e mi portai una ciocca di capelli dietro l'orecchio sconvolta.
«Drake, ma che dici, sono io, sono Tessa»
La mia risposta sembrò quasi una giustificazione, lui alzò un sopracciglio e io cercai di non cedere.
«Mi dispiace, non ricordo di averti mai vista»
Alzò una spalla e io abbassai lo sguardo sentendo il cuore spezzarsi, non mi ero mai chiesta come ci si sentisse in questo tipo di situazioni, infondo i film non sanno dirti tutto, ma avrei preferito la morte a quelle parole.
«Ti prego Drake, dimmi che è solo un brutto scherzo, davvero non hai idea di chi io sia?»
Lui esitò qualche secondo, il suo sguardo sembrava farmi a pezzi ogni secondo di più, smise di guardarmi e posò una mano sulla mia spalla forse per darmi conforto data la situazione per lui imbarazzante.
«Amore sono io, la tua Rossa, non puoi esserti dimenticato di me»
Avevo lo stomaco a pezzi, la voglia di gridare, mi sentivo male, era un tipo di dolore di cui non avevo mai sofferto e faceva schifo, Dio se faceva schifo.
Nella mia mente ero disperata, non potevo e non volevo credere che Drake mi avesse dimenticata davvero. Feci un passo avanti, mi aggrappai alla sua maglietta e alzandomi in punta di piedi lo tirai verso di me, le sue labbra si posarono sulle mie e io per tre secondi mi sentì a casa.
Mi separai da lui e lo lasciai andare sentendo una lacrima scendermi involontaria.
«Patetico»
Commentò Nathan alle mie spalle, lo sentì levare un sospiro, non sapevo perché, ma non riuscivo a levare gli occhi da Drake. Lui sorrise sfiorandosi il labbro inferiore con il pollice e sorrise divertito.
«Sei gentile...grazie»
Disse dopo qualche secondo nervoso, non sapeva cosa dire, come reagire a tutto quello.
«Ti vedo triste Tessa, non sei contenta? Ti ho restituito Drake come avevi chiesto»
Presi un respiro, ignorando il cuore che minacciava di uscirmi dal petto da un momento all'altro, in quel momento tutto il dolore che provavo si tramutò in puro odio. Odio verso quelle iridi scure che mi avevano tolto tutto.
«Drake ti prego, guardami»
Continuai ancora tirando fuori la sua catenina da sotto la canotta che portavo, me la sfilai e gliela diedi in mano.
I suoi occhi verdi si posarono ancora nei miei e io sorrisi lasciandogli la mano e la medaglietta.
«Non insistere Tessa, è inutile, ho rimosso il tuo ricordo dalla sua mente»
Mi voltai corrugando le sopracciglia e scossi la testa confusa.
«Questo è impossibile»
Nathan sorrise divertito, tornò ad appoggiarsi alla scrivania e alzò un sopracciglio.
«È impossibile anche modificare un dna dall'interno e donare ad una persona la possibilità di rigenerarsi, non credi?»
Esitai davanti a quel punto di vista, abbassai lo sguardo e mi rivolsi a Drake intento a guardare quella medaglietta.
«Sai la tecnologia ha fatto progressi, non hai idea della stanza che ho creato con l'aiuto di diverse persone, sai a dire il vero temevo di bruciargli il cervello»
«Che diavolo stai dicendo?»
Domandai stringendo la presa sul manico di quel coltello, lui alzò lo sguardo, sembrava intento a finire il suo discorso.
«Dentro e fuori da quella stanza per una settimana, è un miracolo che sia vivo, non voleva proprio dimenticarti, ho faticato tanto sai»
Disse annuendo tra sé e sé
«Tu sei malato! Ridammi indietro il mio ragazzo!»
«Oh, questo non posso farlo»
Mi informò calmo, odiavo la sua sicurezza, il suo tono sarcastico di fronte a tutto questo.
«Nathan, che succede?»
Chiese Drake nella confusione più totale, l'allarme continuava a risuonare nei corridoi, ad attutire il rumore era solo la spessa porta che ci teneva chiusi in quell'ufficio.
«Sai dove hai sbagliato Tessa?»
Alzai un sopracciglio e rimasi immobile.
«Hai cominciato a farti domande, a non voler seguire le regole e tutto questo per il tuo morboso bisogno di avere risposte a domande vuote. Avevo pensato a questa eventualità, ma Dio, non ti sei fermata neanche quando ti è stato dato ciò che volevi. Ho comprato delle persone per inscenare una finta famiglia in modo che tu lasciassi perdere e stava funzionando, fino a che Ryan non ha deciso di fare di testa sua, siete così simili voi due...»
Si alzò dalla scrivania e tornò sui miei occhi.
«Nathan smettila»
Ringhiai fredda.
«Che c'è? Ti sto dando delle risposte reali, non è quello che hai sempre voluto?
Dici di non ricordare nulla, la tua vita fino ad ora si è basata su un lento processo di giorni prestabiliti, ogni ricordo che hai dal campo è reale, tranne piccoli dettagli che riguardano la tua vita personale, perfino lui fa parte della tua vita grazie a me»
Disse indicando Drake come non fosse neanche realmente presente.
«Avresti potuto vivertela bene, senza doverti nascondere al mondo, invece hai optato per la via più stupida, perdendo la tua stabilità, la tua libertà e perfino l'amore della tua vita. Ma infondo le scelte sbagliate fanno crescere, non trovi?»
In mezzo secondo mi ritrovai dietro di lui, la lama del mio coltello sfiorava la sua gola e sorrisi sentendo la sua paura crescere velocemente.

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