#28 Matt

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Parcheggiai dentro al garage di Hunter e spensi il motore, mi voltai verso Tessa e sorrisi vedendola dormire. Le mossi appena il braccio e lei aprì lentamente gli occhi guardandosi intorno.
Scesi dalla macchina e notai Aston in fondo al garage.
«L'avete trovata?»
Chiese, sentì la portiera della ragazza sbattere e senza dire una parola aprì il baule.
«Portatela dentro prima che arrivi Hunter»
Disse lasciandoci soli ed entrando in casa iniziando a sfilarsi i coltelli e la pistola. Alzai lo sguardo su Aston e lui mi guardò interrogativo, alzai una spalla e chiusi la portiera raggiungendolo.
Guardai Ella rannicchiata dentro il baule e la presi in braccio a fatica.
«Non farle troppe domande, ti spiego io più tardi»
Il ragazzo annuì e chiuse il baule lasciandomi passare.

Stesi la ragazzina sul letto della camera degli ospiti e le levai il proiettile dalla testa.
«Non toglierle quelli sulla schiena, la terranno calma per un po'»
Disse, alzai lo sguardo su di lei e la vidi guardare il corpo di Ella assente.
Tessa era in piedi accanto alla finestra, braccia incrociate al petto, se mi concentravo riuscivo quasi a sentirle i pensieri che le giravano per la testa.
Mi rigirai quel proiettile tra le dita e le rivolsi un altro sguardo incontrando i suoi occhi. Mi guardava silenziosa, come se fosse stato inutile fare ancora parole su quello che era successo.
«Non vuoi parlarne, non vuoi che ti faccia domande, ma hai bisogno di sfogarti, come la mettiamo?»
Chiesi facendo un passo avanti, lei prese un respiro e abbassò lo sguardo posandolo poi su Ella.
«Tessa...»
Alzò lo sguardo su di me e le sue iridi nocciola mi investirono intense.
«Che vuoi sentirti dire?, Che sono stanca?, che vorrei che tutto questo non fosse capitato a me? Potrei lamentarmi per ore se lo volessi Matt, ma non ne posso più di piangermi addosso»
Si morse un labbro, forse per trattenere la rabbia che provava.
«Avevo dei progetti con Drake, volevamo girare il mondo una volta fuori da quelle maledette celle. Speravamo che tutti quei mesi passati ad essere torturati ci avessero portato ad essere liberi. A poter girare per le strade senza venti documenti addosso, senza doverci preoccupare di essere abbastanza nell'ombra per poter attraversare la strada. Ma ironia della sorte ora Drake è incastrato nelle mani del governo, non credo nemmeno che sia vivo ormai e chiedermi di uccidere l'unica cosa che me lo ricorda non è d'aiuto»
Aveva parlato velocemente, quasi vomitando quelle parole che davano l'idea di essere state incastrate sulle sue labbra per troppo tempo. Si portò una mano tra i capelli e abbassò lo sguardo stringendo la presa.
«Non ne posso più»
Sussurrò passandomi accanto come fosse una folata di vento. Mi voltai guardando la porta sbattere con violenza dietro di lei, spostai il mio sguardo su Ella e tornai a guardare quel proiettile che avevo in mano.
Me lo portai in tasca e presi un respiro uscendo dalla stanza, Aston si alzò in piedi appena raggiunsi il salotto e fece un cenno verso la finestra.
«È fuori?»
Chiesi avanzando verso la finestra.
«Al parco, lo vista andare da quella parte»
Annuì e uscì guardandomi intorno, mi incamminai sulla strada e vidi una figura alta e magra appoggiata con una spalla ad un palo non lontano da me, con uno scatto le fui accanto alzando al vento i suoi lunghi capelli rossi.
Lei tornò a sistemarseli e senza dire una parola cominciò a camminare.
«Tessa»
La chiamai esausto, ero stanco di correrle dietro, quella ragazza aveva il vizio di scappare da ogni problema.
La raggiunsi e la afferreai per un braccio, lei cercò di liberarsi, ma io strinsi la presa.
«Ascoltami per una volta»
Lei mi rivolse uno sguardo e si arrese sbuffando.
«Lo so che fa schifo, e che probabilmente te lo avevo già detto, ma non puoi farci niente okay? Sei finita in questa situazione, il destino ha scelto te Tessa! E per quanto ingiusto possa sembrarti chissene frega»
Lei alzò un sopracciglio e con uno strattone si liberò dalla mia presa.
«Wow, belle parole Matt, grazie»
Io alzai gli occhi al cielo e lei si girò di spalle.
«Senti io non sono Drake, non ho sempre la frase giusta pronta, a dire il vero sono stanco di correrti dietro come era solito fare lui. Volevo solo dirti che in questa merda non ci sei solo te! Che devi aprire gli occhi e renderti conto che le torture, i danni psicologici e la vita rovinata non l'hai avuta solo te, ci sono dentro anche io, come ci sono dentro Aston, Drake, Jhona, Jeremy, tuo fratello e gli altri. Ci siamo tutti dentro, chi più e chi meno. Tu sarai anche una veterana, ma la vivi in modo diverso solo perché la vedi dal tuo punto di vista»
Mi sfogai alzando la voce, alzai le mani e mi sfiorai i capelli.
«È normale essere incazzati, avercela con l'universo e farsi costantemente la stessa domanda: perché a me?.
Ma infondo a cosa serve?.
A ricordarti ogni giorno che non avrai mai una vita normale, spesso ti porterà a pensare agli anni di inferno che hai dovuto passare, ma una mattina ti sveglierai, guarderai il mondo intorno a te con occhi diversi e ti renderai conto che hai passato tutta la tua vita a rivangare il passato, perdendoti tutto quello che di buono hai trovato»
Lasciai scivolare le mani nelle tasche e alzai una spalla spostando altrove il mio sguardo.
«Drake»
Disse all'improvviso spezzando il silenzio, corrugai le sopracciglia e tornai nei suoi occhi, lei sorrise portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
«È stato lui a farmi vedere il mondo come dici tu, nel modo diverso. Ma io non sono mai riuscita a dargli quello che voleva, perché sono un enorme, anzi immensa testa di cazzo. Perché non sono mai riuscita ad uscire dal mio passato, perché non ho mai avuto intenzione di perdonare chi mi aveva fatto questo, chi mi aveva reso uno scherzo della natura senza chiedermi il permesso.
E non ho intenzione di farlo. Tu te ne sarai anche fatto una ragione, chissà, magari infondo a te non dispiace essere un Angelo, ha i suoi pro, non lo nego. Ma per me è un inferno e tu lo sai.»
Strinsi un pugno e abbassai lo sguardo rassegnato.

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