Con uno scatto mi ritrovai fuori, l'eco di uno sparo mi prese alla sprovvista e mi portai una mano al petto sentendo il cuore esplodere, aprì la bocca e caddi a terra perdendo la capacità di respirare.
«Tessa!»
Mi ritrovai Matt davanti e lo sentì sfiorarmi il cuore con le dita, la mia mente mi stava lasciando e cominciai a vedere sfocato, una mano fece pressione sul mio petto e un respiro lento uscì dalle mie labbra. Un leggero dolore mi abbandonò velocemente così come era arrivato e chiusi gli occhi ascoltando il mio corpo curarsi, il cuore tornò a battere ad una velocità folle e mi alzai a sedere portandomi una mano alla bocca.
Gli occhi di Matt mi squadrarono il viso preoccupati e io corrugai le sopracciglia abbassando lo sguardo, la sua mano era sporca di sangue e mi fece vedere il proiettile.
«Tutto okay?»
Annuì ancora scossa e mi lasciai aiutare ad alzarmi.
Morire e tornare. La via più vicina tra l'inferno e il mondo terreno.
Mi sfiorai il petto, feci una smorfia e sentì la mano di Matt fermarsi sulla mia nuca, mi attirò a sé e io rimasi li ancora debole.
«Dio quando mi dispiace, sei sbucata dal nulla, credevo...mi spiace Piccola»
Qualche fitta mi colpì a distanza di pochi secondi l'una dall'altra e chiusi gli occhi sentendo la testa girare.
«Scusami»
Le sue labbra mi baciarono la fronte e io mi accorsi di non riuscire a stare in piedi. Mi sentì sollevare e portare dentro.
«Aston!»
Gridò Matt entrando in salotto, mi portai una mano sulla fronte, credevo di sudare invece ero completamente asciutta.
«Aston!»
Urlò ancora il ragazzo appoggiandomi piano tra i cuscini del divano.
«Matt è tutto okay, tranquillo ora passa»
Lo rassicurai, lui si accucciò davanti a me e mi prese il mento tra il pollice e l'indice.
«Be un controllo non ti farà male»
Annuì alla dolcezza con cui le parole gli erano uscite dalle labbra e mi sfiorai la spalla sentendo un altra fitta colpirmi.
«Cazzo, Aston! Muoviti!»
Mi sistemai meglio sul divano, ma ogni posizione sembrava scomoda.Aston mi visitò giusto per tranquillizzare Matt e io seguì il suo dito da destra andare a sinistra e viceversa. Mi strinse una mano sulla spalla e fece roteare il mio braccio lentamente, mi lamentai solo un paio di volte e lui sorrise poi mettendomi due dita sul collo.
«Il battito è irregolare, se tra un ora è ancora così chiamami»
Annuì e lui mi sfiorò con il dito la scapola.
«Brutto posto per una pallottola, ma è tutto okay, un paio d'ore e torni a posto, cerca solo di non sforzare il braccio sinistro fino ad allora e mangia qualcosa»
Lui mi fece un sorriso, lo sentì premere forte sulla spalla e mi fece un altro cenno.
«La sensibilità c'è, se vuoi ti do qualche antidolorifico»
Si alzò e io scossi la testa.
«No, è sopportabile»
Lui annuì e mi aiutò ad alzarmi, mi portai una mano sulla testa e mi appoggiai al suo petto sentendo le vertigini prendermi alla sprovvista.
«Ehi, ehi»
Mormorò tenendomi per i fianchi. Lentamente mi fece sedere di nuovo io chiusi gli occhi un momento.
«Tessa ci sei?»
Chiese schioccandomi le dita davanti al viso, la testa mi pesava e faticai a seguire le parole successive.
«Stenditi»
Seguì il consiglio e mi coricai sentendo qualcosa di freddo posarsi tra il mio collo e la spalla, Aston mi prese la mano e me la appoggiò sopra quello che sembrava un tovagliolo pieno di cubetti di ghiaccio.
«Ce la fai a tenerlo tu?»
Annuì e per quanto mi desse fastidio rimasi in quella situazione per diversi minuti.
«Come va?»
«Meglio»
Risposi sincera sentendo il gelo invadermi i muscoli, la testa sembrò diventare meno pesante e mi rilassai togliendo quel ghiaccio solo quando mi accorsi si stesse sciogliendo.
Mi alzai piano a sedere e restituì il ghiaccio a Matt facendogli un sorriso.
«Prendi queste»
Disse porgendomi un bicchiere d'acqua e tre pastiglie di forme diverse.
«Cosa sono?»
Lui alzò un sopracciglio.
«Ti importa davvero?»
Non risposi e mandai giù quella roba senza fare storie.
I suoi occhi verdi non si erano ancora separati dal mio viso, sapesse stesse pensando a qualcosa e mi preparai ad un interrogatorio imminente.
Matt rientrò in salotto e si sedette accanto a me prendendomi il bicchiere e appoggiandolo sul tavolino.
«Da quanto non mangi Tessa?»
Chiese Aston sedendosi davanti a me, io ci pensai su e alzai una spalla.
«Non lo so, sarà qualche giorno»
Mentì, sapevo che erano settimane che non mangiavo, ma non sentendone il bisogno molte volte me ne dimenticavo.
Lui si passò una mano tra i capelli e abbassò lo sguardo sbuffando.
«Ascolta, poi vedrò di far recepire il messaggio a tutti. Essendosi adattato alla rigenerazione, il vostro corpo ha bisogno di nutrimento, dovreste mangiare almeno cinque, sei volte al giorno.
So che non ne sentite la necessità, ma dovete abituarvi a mangiare regolarmente, altrimenti il vostro corpo, in caso di rigenerazione, faticherà il doppio, provocandovi più dolore e non escludo anche danni permanenti»
Spiegò scandendo bene ogni parola.
«Metterò su un programma con Matt per gli allenamenti e vedrò di darvi una tabella di alimentazione da rispettare.»
Aggiunse tornando in piedi, fece un cenno a Matt e lui annuì.
«Tu vedi di mangiare qualcosa e scordati dell'alcool per qualche mese»
Alzai un sopracciglio e rivolsi uno sguardo a Matt notando una nota di divertimento nel suo sorriso.
«Preparati delle uova e dell'insalata Tessa, dovrebbero bastarti per ora»
Mi alzai in piedi e seguì Matt in cucina, aprì il frigo e tirai fuori le uova.
«Non ho mai cucinato in tutta la mia vita, come diavolo si cucinano delle uova?»
Domandai chiudendo il frigo seccata, guardai Matt tirare fuori una padella e ridere accendendo il fornello.
«Ti fa così ridere?»
«Be, assistere ad una ramanzina di Aston all'Angelo Nero, non è da tutti i giorni, e andiamo, come fai a non sapere come si cucinano delle uova?»
Io gli feci una smorfia, posai le uova sul bancone e mi ci appoggiai perdendomi ad osservarlo cucinare.Lasciai cadere qualche manciata di insalata sul piatto e Matt mi spostò con una spinta lasciando scivolare le uova nel piatto, la padella ancora fumava e sorrisi incontrando il suo sguardo.
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Dna
FantasyTerzo capitolo della saga. DANGEROUSLY Gli Angeli erano solo un ricordo ormai, nessun civile sapeva nulla e il governo aveva la bocca cucita. Ma quei pochi sopravvissuti ancora resistevano, nascosti aspettavano qualcosa... L'unico problema ormai er...