Pesca notturna

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Chiudo con un tonfo la porta buttandomi a peso morto sul letto.
Sono sfinita. Le zie mi hanno costretta ad un tour nei negozi massacrante. Sfilo le scarpe massaggiandomi i piedi doloranti.
"Col cavolo che mi faccio fregare di nuovo." Mormoro a mezza voce.
"Ciao piccola" saluta Nick appoggiato allo stipite.
"Ciao" balzo a sedere. Rammento ogni parola detta con Freya, cercando di tenere sotto controllo le reazioni.
"È un peccato che tu sia così stanca. Volevo portarti a pesca, come quando eri bambina." Propone.
"Se mi dai mezz'ora per riprendermi, fare una doccia e mettere abiti comodi, vengo volentieri. Comunque, caro il mio zio preferito, non sono più una bambina" gli faccio una linguaccia, lui butta gli occhi al cielo.
"Me ne sono accorto, amore mio. Sei cresciuta troppo in fretta. Ma come dico sempre: in ognuno di noi c'è sempre un bambino. Pescare ti piaceva, ma se vuoi fare altro..."
"Scherzi? No, no, pescare va più che bene. Stare seduta senza fare nulla è ciò che mi serve ora. Una bella chiacchierata in notturna con te è il top."
Sorride mostrando le fossette.
"Ottimo. Ti aspetto nell'atrio tra mezz'ora. Preparerò qualche spuntino. Sandwich al tonno e maionese?" Si ricorda ancora.
"Sì, aggiudicato! Vado a lavarmi, a tra poco." Corro in bagno.
Mi lavo a velocità supersonica, che neppure se fossi un Originale anche io. Metto i pantaloni della tuta, una t-shirt e scarpe da ginnastica.
Scendo di corsa le scale, trovando il kit da pesca vicino al cancello.
"Zio?" Chiamo non vedendolo da nessuna parte.
"Sono qui tesoro." Spunta dalla sala da pranzo con in mano un frigo portatile.
"Tutto pronto, possiamo andare." Sorride in quel suo modo speciale.
Lo seguo in auto aiutandolo a caricare le cose.
Una volta seduti nell'abitacolo scelgo la musica.
"Ancora ascolti questa roba?" Lo prendo in giro.
"Tesoro, sono un vichingo. È normale che ami la musica celtica." Sottolinea.
"In effetti... beh, meglio questa che le orribili canzoni pop dei nuovi gruppi musicali. Ma stasera cambiamo, ti farò sentire la vera musica, Re Klaus..."
Attacco l'mp3 allo stereo, scelgo la traccia e mi godo il brano.

"Ti piace davvero questo genere?" Sembra sconvolto.
"Eccome! Nonostante tu e Eli abbiate cercato di instradarmi alla vostra cultura musicale, io prediligo pezzi come questo."
Mi lancia una strana occhiata, però inizia a canticchiare il ritornello.
"È molto triste. Il testo, voglio dire.
Lo trovo adatto a un'anima spezzata, tormentata. Mi preoccupa che tu ti ci ritrovi così tanto."
Raggelo. Come lo ha capito?
"È solo una canzone." Cerco di rimediare.
"No, non lo è. Come tante altre cose, non è vero?" Non mi guarda, continua a fissare la strada.
"Non so di che parli." Mento.
"Va bene, ho capito." Stringe la presa, serra le mascelle.
"Per favore Klaus, non roviniamo la serata." Sono tesa, agitata.
"Certo che no. Siamo quasi arrivati." Cambia discorso.
"Lo so, mi ricordo bene il posto."
Ed è vero. Mi portava spesso alla cava a pescare. Non prendevamo mai nulla ma era divertente, rilassante. Accendeva il fuoco, stendeva il sacco a pelo e raccontava aneddoti della famiglia, durante la loro lunga vita.
Parcheggia nel solito spiazzo, tira fuori la roba e mette lo zaino sulle spalle.
"C'è la luna piena, probabilmente incontreremo qualche lupo." Guarda il cielo mentre parla.
"Amo i lupi." Mi scappa.
Ma quello che in realtà vorrei dire è che amo lui.
"Lo ricordo bene. Portavi ogni animale ferito che trovavi. Lo curavi e piangevi quando gli restituivi la libertà. Le tue domande, i tuoi timori sono ancora bene impressi nella memoria, amore mio."
"È vero. L'essere umano mi ha sempre fatto paura, con la sua innata crudeltà verso i deboli e gli indifesi." Specifico.
"È buffo che tu ti senta così verso i tuoi simili, mentre ami noi incondizionatamente."
"Sai, i miei simili scelgono di loro volontà di essere crudeli. Voi siete solo ciò che siete. La vostra natura è questa. Nonostante ciò avete mostrato più benevolenza e compassione voi che gli umani."
Si volta di scatto, lascia cadere tutto e mi afferra.
"Che cosa ti hanno fatto Crim?"
Non posso rispondere. Non a questa domanda, non a lui.
"Non... posso zio. Non ci riesco, perdonami."
Vedo il suo sguardo tingersi di dolore, il suo essere spezzarsi.
"Non devi chiedere perdono. Sei a casa ora, ucciderò i mostri se mai verranno a cercarti. Te lo prometto, chiunque essi siano." Mi stringe forte e in quel momento tutti pezzi di me stessa tornano al loro posto.
"Ti voglio bene piccola mia, te ne ho sempre voluto." Mi lascia andare, raccoglie lo zaino e si rimette in marcia.
Lo seguo in silenzio, con la strana sensazione che non sia tutto qui.
Non è finita, per nulla.

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