Tutto molto bello...

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"Zio, è tutto molto bello ma... perché siamo qui?"
"Perché, mia dolce Crim, ho bisogno che tu mi racconti. So che non ricordi, non tutto, ma qualche piccolo dettaglio ci sarà, non trovi?" Tira un sasso nel fiumiciattolo.
"E va bene, tanto non mi darai mai tregua.
Allora, quando mi portarono via era perché nonna Rose era morta.
L'istituto non era male, fino a che non arrivò lui. Non chiedermi il nome, non lo ricordo.
Non mi trattava male, nel senso che non mi picchiava o altro, però..." Mi fermo.
"Vai avanti" ha fretta di sapere.
"Faceva degli esperimenti. Diceva di aver messo a punto un siero. Questo siero mi rendeva immune ai vampiri; al soggiogamento e ad altro. Asservimento, mi pare lo chiamasse così. Una volta al giorno mi faceva un'iniezione di questo liquido. Mi metteva k.o. per qualche ora, ma non lasciava strascichi.
Col passare del tempo i suoi deliri peggiorarono, coinvolgendo altre persone. Mise su una specie di laboratorio, mi studiavano e cercavano qualcosa, ma non so cosa. Andò avanti per anni, poi un giorno, quando diventai maggiorenne, mi lasciò andare."
Alzo la testa, che per tutto il racconto ho tenuto bassa, e lo guardo.
Le narici dilatate, i pugni stretti e gli occhi fuori dalle orbite.
"Ti ha usata come cavia?" Non si capisce bene se lo chieda a me o a se stesso.
"Sì." Inutile dilungarsi.
Sorride feroce e dice: "lui ancora non lo sa, ma ha firmato la sua condanna a morte. Nessuno, NESSUNO, può avere l'ardire di toccarti. Io lo troverò e mi assicurerò personalmente di garantirgli le più atroci sofferenze!" È fuori dai gangheri.
"Zio... è finita. Sono a casa, sono con t... voi. Quello che è successo non ha più importanza." Provo a blandirlo.
"HA IMPORTANZA! LUI... LUI, MALEDETTO, TI HA FATTO DEL MALE! TI HA IMPEDITO DI STARE CON ME, CON L'UOMO CHE TI AMA!" È talmente furioso che non si rende conto di cosa ha detto.
Almeno in un primo momento.
"Tu mi ami?" Lo fermo.
Adesso comprende, capisce cosa ha detto.
"Io... io... che sia dannato, ti amo Crim, ti ho sempre amata. Quando eri piccola provavo per te sentimenti paterni. Poi sei cresciuta, anche se lontana, io...
Devo dirti la verità, scoprii per caso dove ti trovavi, mandai un fidato amico a tenerti d'occhio. Mi consegnava puntualmente dei resoconti dettagliati e delle tue foto. È stato allora che ho capito. Non ti amavo più nello stesso modo." È sconvolto dalla rivelazione, io in una valle di lacrime.
"Allora amami e basta. Lascia stare la vendetta." Propongo.
"Ti amerò, se è questo che vuoi. Sarò felice di darti tutto: il mio amore, il mio cuore, tutto me stesso senza esitazione né riserve. Ma non chiedermi di lasciare stare Crim. Non posso e non lo farò mai."
E la domanda adesso è: mi basta tutto questo?
La risposta è chiara dentro di me mentre faccio un passo, lo afferro e gli do quel bacio che ho sempre sognato.
Quel bacio che rimette insieme i pezzi e mi lega a lui.
Inscindibilmente.

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