Quel che resta del giorno

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"Sicuri che starà bene?" Non sono per niente certa che la lupacchiotta sia salva.
"Sì, l'abbiamo riportata al branco e ci siamo occupati dei cadaveri." Zio Kol sorride in modo buffo.
"Sei inquietante, sai? Hai l'espressione di uno a cui è stato fatto il più bel regalo al mondo" le risatine degli altri fanno da sottofondo.
"In parte è così. Sai che sono un killer psicopatico, no?" Fa una faccia feroce. Gli rido nel viso.
"Dovresti preoccuparti per te, zuccherino. Il fatto che mi trovi divertente rende l'idea di quanto tu sia pazza" porta l'indice alla tempia e lo fa girare.
Gli tiro un acino d'uva, lo afferra al volo.
"In effetti hai ragione. Non credo di essere del tutto normale. Se si considera che siete vampiri millenari, crudeli e spietati, dovrei morire di paura."
"Ma non è così perché sai di essere l'unica a cui non faremmo mai del male." Gongola.
"Dopo questa esilarante chiacchierata, vi saluto. Sono stanca morta. A domani" soffio dei baci e me ne vado in camera.
Lavo i denti, metto il pigiama e via di corsa sotto le coperte.

Mi sveglio a notte inoltrata, dando un occhio alla sveglia. Le tre in punto. Non ho più sonno, così mi alzo e scendo in cucina. Una tazza di latte caldo col miele aiuterà il processo di rilassamento. Me la preparo, ripensando a quando da piccola presi la febbre.
Becks mi preparava questa bevanda tre volte al giorno, mi raccontava fiabe e restava con me mentre dormivo.
"Brutti sogni, tesoro mio?" Eli alle mie spalle.
"Ehi zietto, no, mi sono svegliata e non ho più sonno. Pensavo a quando mi ammalai e zia Becks mi preparava latte caldo e miele."
"Lo ricordo fin troppo bene. Eri così fragile, stavi così male che eravamo tutti in pena. Lascia, ci penso io." Prende il mio posto, iniziando a trafficare ai fornelli.
"Dì un po', ma tu vestiti casual mai?" Sghignazzo.
"Così mi offendi! Sai bene che ho un certo stile" ridacchia.
"Eccome! Sai che sei davvero elegante? Voglio dire, non per gli abiti. Lo sei proprio tu." Mi complimento.
"E questo spiega perché sei la mia nipote preferita!"
"Zio, sono la tua unica nipote." Mi burlo.
"Vero, resta il fatto che anche se ne avessi altri resteresti comunque il mio piccolo cuore." Mi accarezza stringendomi forte. Mette un dito sotto al mento, mi fissa e dice: "Sai che puoi contare su di me, sempre.
Come quando eri bambina, nulla è cambiato. Se vuoi parlare sono qui." Perfetto, ci mancava lui.
"Grazie, lo so. Quando sarò pronta. Ti prego, non pressarmi anche tu. Già c'è Nick che fa per quattro." Mormoro.
"Ah, il nostro tenace e insistente Nick. Capisco come ti senti, ci convivo da più di un millennio. Ma sai che lo fa perché tiene a te, vero?"
"Certo. So che tenete a me tutti voi. Resta il fatto che mi sento un po' oppressa."
Siede sullo sgabello battendo la mano su quello difronte a lui.
Mi siedo e ascolto.
"Voglio raccontarti una cosa.
Vedi, tuo zio è una creatura particolare. Tralasciando quelli che sono i nostri drammi personali e familiari, devi capire che Nick principalmente si sente solo. Nessun umano, e dico nessuno, è mai riuscito a toccare il cuore dell'impenetrabile Niklaus Mikaelson. Ma quando ti vide, quel giorno, successe qualcosa in lui. Non è stato più lo stesso da allora. Innumerevoli le volte in cui l'ho trovato alla finestra, intento a scrutare il cielo, con la tua foto tra le mani. Ed ogni anno, il giorno in cui sei nata, esprimeva un desiderio, una preghiera. Chiedeva a Dio di vegliare su di te e, un giorno, di ricondurti a casa." Prende una pausa.
"Sei la sola che è riuscita a vedere oltre la sua maschera. Questo fatto ha aperto in lui una breccia e ti ha fatta entrare. Nessuno ha mai preso quel posto nel suo cuore. E c'è da dire che non è certo vissuto in castità. Le varie Camille, Caroline ecc, sono state solo un passaggio." Termina.
"Zio non capisco cosa mi stai dicendo."
"È semplice, bambina mia: lui ti ama. Dapprima come un buon padre, ora come un uomo. Lo nasconde, certo. Ha paura che avvicinandosi a te tu diventi un bersaglio. Così come so che anche tu lo ami. Si vede, chiaramente."
Mi prendo un attimo per digerire.
"Che cosa devo fare zio?" Sono allo sbando, letteralmente.
"Niente. Lascia che le cose vadano da sé. Se è destino, e ne sono certo, tutto si compirà. Adesso ti lascio, non fare tardi. Domani riprenderemo gli studi." Un bacio e sparisce.
Rifletto attentamente sulle sue parole. Credo che ciò che ha detto sia la verità, e questo complica ulteriormente le cose.
Perché quando saprà la verità, sarà ancora in grado di amarmi?

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