Mike osserva il messaggio. Il suo sguardo è fisso su una delle parole che ne compongono il testo.
Sandy.
Un nome come tanti. No. Non Sandy. Per Mike quelle cinque lettere disposte secondo un ordine dettato da un'apparente anarchia creativa, sono molto di più di quello che sembrano. Sandy come vita, Sandy come noi, Sandy come tutto quello che è stato e che non sarà mai più. Proprio così, mai più.
Sandy è morta. E da allora anche Mike lo è. Forse non biologicamente, ma è come se lo fosse. Vivere senza Sandy è equiparabile alla morte. Una morte cerebrale, cardiaca, spirituale. Una morte a trecentosessanta gradi. Quella in grado di cancellare ogni cosa per cui valga la pena di lottare.
Da quando Sandy non c'è più, la morte avvolge tutto ciò che circonda Mike, come una nube tossica vogliosa di un abbraccio letale in grado di sottrarre particelle di vita. Un processo erosivo dell'anima governato da leggi mai scritte.
Mike e Sandy. Sessant'anni insieme che spariscono in un battito d'ali, lasciandosi alle spalle solamente oscurità. Un'oscurità immersa nel buio dell'anima.
Mike riflette sulla data e sull'ora, riportati sul messaggio.
«Non chiedo di meglio.» Sussurra nel silenzio della sala.
Poi però il suo sguardo corre attraverso le vocali e consonanti fino a dare un senso a quanto scritto dopo.
Ti manca Sandy? Se vuoi farla tornare ...
«Certo, come no!» Esclama Mike «Quindi tu saresti una sorta di Dio in grado di far resuscitare i morti. Bella storia, bella storia davvero! E dimmi un po', chi sarà a vincere il prossimo campionato?»
Silenzio.
«Allora?»
Nessuna risposta.
«Vuoi sapere cosa penso? Io penso che tu sia solamente uno stronzetto brufoloso che si diverte a mandare messaggi del cazzo tra una sega e l'altra.»
«Mike?»
Il suono della voce di Sandy lo coglie di sorpresa.
Mike sente una vertigine propagarsi dalla testa ai piedi, e per un attimo davanti ai suoi occhi tutto appare confuso, non definito, caotico. Abbozza un passo in avanti cercando con la mano libera un appoggio nella superficie del tavolo.
Contatto.
Ritrovata stabilità.
Tuttavia stomaco in subbuglio.
«Mike, guardami.»
Non è possibile.
Lo è.
Un respiro profondo, poi una difficile rotazione lungo l'asse delle ordinate di circa centottanta gradi, che lo porta faccia a faccia con Sandy immobile a qualche metro di distanza da lui. E' bellissima. Indossa un abito bianco lungo che le nasconde i piedi. Un angelo.
Mike si appoggia involontariamente al tavolo. Sta per svenire. «S...San...» Sono suoni inarticolati. Suoni che trafiggono il silenzio della stanza.
Sandy annuisce. Poi sorride. E' il sorriso che Mike ha amato per tutta la vita. Il sorriso che ogni giorno si è portato con sé per dare un senso allo scorrere del tempo. Il sorriso che lo ha fatto sorridere anche quando piangere sembrava essere l'unica soluzione possibile.
Ora Mike sta piangendo. Così come piangeva il giorno in cui la sua vita era stata presa e spazzata via dall'immagine di una maledetta cassa in ebano, prima inghiottita dal sottosuolo, e poi adagiata tra terra e radici oramai prive di linfa vitale. Sono lacrime che rievocano quel momento. Lacrime cariche di rabbia e impotenza. Lacrime di morte.
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Reset Totale
Ciencia FicciónQueste sono data e ora della tua morte. Se vuoi vivere uccidi... Il messaggio arriva contemporaneamente sui telefoni, gli smartphones, i tablet, gli smartwatch, e i computer di tutto il globo. Non solo. Anche le televisioni, le radio, i fax, e ogni...