#prologo #above_the_clouds

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Cielo azzurro.

Limpido.

Cristallino.

Temperatura a meno cinquanta celsius.

Il sole accarezza delicatamente la fusoliera del Boeing 747 partito da Londra Heathrow e diretto al JFK di New York, mentre più di quattrocento tonnellate di tecnologia made in USA, seguono diligentemente la rotta tracciata da un'intelligenza artificiale solitamente immune da sbalzi d'umore e mancanza di sonno, ma che per definizione risulta programmata (suo malgrado) da quella di una mente umana molto più complessa e instabile. Un Know-How analogico fatto di valori teoricamente infiniti, che viene prima campionato, poi quantizzato, e infine trasferito all'interno di un mondo governato da leggi binarie, dove l'unica religione, l'unica filosofia di vita, l'unico credo possibile, è quello in grado di trasformare uno zero nel suo opposto e viceversa nel minor tempo possibile.

Londra – New York.

Zero – Uno.

Rituale binario che si ripete.

Sette ore e quaranta minuti per coprire i cinquemila chilometri che separano la Grande Mela dalla City. Sette ore e quaranta minuti per passare dalla parte sinistra alla parte destra della careggiata, dal fish and chips all'hot dog, dal Tower Bridge, all'Empire State Building, dai Beatles e i Rolling Stones, a Bruce Springsteen e Lou Reed. Sette ore e quaranta minuti per cambiare la visione del mondo.

In cabina di pilotaggio, Jack e Dave, il pilota e il copilota, sono impegnati in un'accesa discussione su chi sarà il primo dei due a portarsi a letto Rhonda, la nuova hostess australiana dalle labbra carnose e il culo da urlo, mentre i quattrocento ventisei passeggeri diretti verso la città che non dorme mai, ignorano il fatto che tra meno di cinque minuti assisteranno impotenti alla fine delle loro esistenze.

Una fine rapida, indolore, senza possibilità di scampo.

Una fine in grande stile.

«Ehi, guarda qui!» Esclama Jack agitando il suo smartphone di ultimissima generazione.

«Che c'è?»

«Leggi il messaggio.»

«Lascia perdere.»

«Ti ho detto di leggere il messaggio!»

«La solita catena di sant'Antonio?»

«Leggi-il-messaggio.» Ripete Jack scandendo la frase parola per parola.

Dave recupera il telefono del collega, e poi comincia a leggere senza troppo entusiasmo. La lettura richiede una decina di secondi. Di certo un tempo trascurabile se inserito all'interno di un contesto di prospettiva di vita, ma che tuttavia, una volta consumato, riesce a comunicare in maniera forte e chiara, le molteplici emozioni che si susseguono senza soluzione di continuità sulla faccia del copilota.

Sorpresa.

Perplessità.

Moderato divertimento.

«Beh, se non altro è originale.» Osserva Dave riconsegnando il telefono a Jack e abbozzando un sorriso.

«Originale.» Ripete lui poco convinto.

«Sì, insomma...» Riprende il copilota «niente culi né tette sbandierati ai quattro venti, nessun bambino in fin di vita da salvare donando un dollaro, e soprattutto nessuna vincita milionaria alla lotteria. Tutto sommato lo definirei originale. Magari privo di alcun senso, ma comunque originale.»

Jack sembra pensarci un po' su. «Però è di cattivo gusto.» Osserva, recuperando il telefono dalla mano di Dave, e facendolo scomparire nel taschino della sua uniforme.

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