Anticipazione - Primo Capitolo de "Il Mago del Nulla"

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In Uscita per la Alter Ego Edizioni


Nordkapp (Capo Nord)
08.12.2015, ore 23.00


Fa freddo. Anzi no, fa proprio un freddo cane. Fuori nevica, mentre la musica dei Doors risuona ipnotica nella sua litania in chiave di re, e Mr. Jim Morrison è alle prese con il serpente lungo sette miglia.

"Cavalca il serpente, cavalca il serpente fino al lago, l'antico lago, baby".

The End.

La fine.

«Mai canzone fu più appropriata...» ironizza l'uomo.

Davvero spiritoso.

Breve pausa, poi un sospiro. «... ovviamente considerando il momento particolare nel quale ci troviamo» aggiunge.

Lo so benissimo in quale momento ci troviamo!

Alla ricerca di una ribalta che non le sarà concessa se non tra qualche mese, una timida traccia di sole tenta di farsi largo nell'oscurità. Niente da fare. La notte rimane l'unica e la sola protagonista dello strano film in produzione tra i ghiacci sperduti dell'Arcipelago artico. Un unico e interminabile piano sequenza sostenuto da una colonna sonora fatta di silenzio, e da una sceneggiatura fantasma alimentata da pagine gremite di parole mai scritte. Il Polo Nord geografico. Una sorta di ultimo baluardo del pianeta, dove elementi primordiali, come vita e morte, possono ancora concedersi il lusso di un confronto "faccia a faccia" senza il timore di deridersi a vicenda. 

L'auto, sostenuta dallo spesso strato di ghiaccio millenario, si sta concedendo il meritato riposo dopo le tante ore di viaggio. È una sorta di sonno vigile fatto di occhi semichiusi che continuano a proiettare coni di luce bianca verso un punto indefinito dello spazio circostante. Un punto di massimo relativo oltre il quale i fotoni, oramai infreddoliti, vengono deviati verso il basso da una misteriosa forza fantasma che li spinge tra le fauci gelate dal Mar Glaciale Artico. L'uomo si concede una smorfia. È un gesto senza pretese, quasi un riflesso incondizionato, un'insignificante variazione morfologica che tuttavia ha il potere di esprimere sia rammarico che disappunto. Rammarico per non aver reagito in maniera adeguata all'evolversi – seppur tragico – degli eventi, disappunto per aver mandato tutto a puttane nel giro di qualche giorno.

"... la fine delle risate e delle dolci bugie, la fine delle notti in cui tentammo di morire. Questa è la fine".

L'uomo lascia che la canzone si consumi fino alla fine, decibel dopo decibel, nota dopo nota, sospiro dopo sospiro in una sorta di agonia armonica. Jim, voce e anima della band, si aggrappa con caparbietà alle ultime briciole di musica ancora disponibili, in un ultimo disperato tentativo di acchiappare il serpente per la coda. Il rettile, intuendo il pericolo, sguscia via facendosi strada tra gli spazi ancora liberi offerti dal pentagramma, e da questo suo caotico fuggire prende vita uno strano balletto fatto di movimenti sinuosi attraverso note, legature, pause e chiavi di violino, che lo mettono comunque al riparo dalla minaccia che incombe. Ancora qualche attimo, poi l'inevitabile silenzio. Jim è rimasto a mani vuote. Il serpente è scappato.

«Cavalca il serpente Jim...» sospira l'uomo impugnando il volante. «Puoi ancora farcela».

Pulsante start.

Ruggito.

Cosa vuoi fare?

«Niente che tu non sappia già».

Nonostante l'enorme quantità di strada percorsa nelle ultime settantotto ore, il forte sbalzo termico e la chiara intenzione dell'uomo al volante, l'auto si mette in moto senza tradire alcuna emozione.

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