~CAPITOLO DUE~

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"Ero una ragazza di quattordici anni che aveva sempre sognato di avere un fratello ma purtroppo non l'ebbi mai. Al suo posto c'era la mia migliore amica Melody che aveva origini spagnole. Lei aveva un anno in meno di me e ci siamo conosciute non molto tempo prima del mio quattordicesimo compleanno. Avete presente quando incontrate qualcuno che vi dà subito l'aria di una persona simpatica? Bene, così è successo a me e ho voluto conoscerla. Eravamo entrambi Directioners che desideravano andare al concerto dei propri idoli. Ci sono state troppe notti passate insieme a piangere perché pensavamo che non saremmo mai riuscite a realizzare il nostro sogno. La nostra vita era tutti i giorni la stessa ma con le nostre risate rendevamo tutto più speciale.

Mercoledì.

Ore 7.30 am.

Parte la mia sveglia con la canzone dei ragazzi, Kiss You; il mio cane sale sul mio cuscino e comincia a leccarmi la faccia e mia madre dal piano inferiore urlava il mio nome. Così iniziava un'altro giorno di scuola.

Mi alzai e spensi la sveglia.

"Snooky scendi dal letto, forza!" -Io

Snooky era la mia cagnolina di soli cinque mesi.

"Dana! Alzati!!" -Mamma

"Sono in piedi!" -Io

"Ha chiamato Melody per dirti che stamattina passa a prenderti prima" -Mamma

"Ok, mi sbrigo" -Io

Mi lavai, mi misi le prime cose che trovai in giro per la camera, presi lo zaino, cellulare e cuffiette e scesi di sotto.

"Buongiorno famiglia" -Baciando la mamma e il papà

"Buongiorno tesoro" -Papà

Presi dal tavolo una delle brioches francesi di mia madre, ne diedi un pezzetto a Snooky e il resto lo mangiai.

"Sapete che i One Direction faranno un concerto a Londra?" -Io

"Oh, che bello" -Mamma

"Visto che stiamo a pochi chilometri da Londra, mi porterete, vero?" -Io

Già conoscevo la loro risposta ma ci provai lo stesso per l'ennesima volta.

"Vedremo" -Loro

"Vedremo, vedremo.. Dite sempre così! A voi non importa nulla della mia felicità" -Io

"Tesoro, la tua felicità è la cosa che ci importa di più al mondo, è solo che.." -Mamma

Suonò il campanello.

"Se fosse stato così mi avreste già portato a quel concerto che sogno da un anno" -Io

Andai alla porta sapendo che era Melody e uscii.

"Che succede?" -Mel

"La solita.. I miei non mi porteranno al concerto a Londra" -Io

"Non piangerti addosso, prima o poi anche noi saremo sotto quel palco" -Mel

"Lo spero" -Io

Entrammo nel solito bar.

"Buongiorno ragazze. Il solito cappuccino?" -Jessica

"Si, grazie Jess" -Mel

Jessica era la proprietaria del bar e una vecchia amica. Bevemmo il cappuccino, pagammo e accompagnai Mel a scuola. Lei faceva la terza media mentre io il primo anno del liceo.

"Vengo a riprenderti io dopo. Oggi è mercoledì ed esci più tardi" -Mel

"Ah, è vero! Ok, allora ci vediamo dopo. Ciao" -Io

Misi le cuffiette e mi incamminai verso scuola. Stavo ascoltando la canzone che mi aveva salvata, salvata dall'autolesionismo, Little Things. Era un brutto periodo quello in cui stavo pensando di iniziare a lacerarmi. I miei litigavano in continuazione, il ragazzo che mi piaceva mi prendeva solamente in giro per puro divertimento ed in più non avevo amici. Ma dopo alcuni giorni uscì Little Things che mi fece cambiare idea su tutto. Quei ragazzi mi facevano sentire amata e bella per quello che ero.

Ero arrivata davanti alla scuola, spensi la musica ed entrai. Solita mattinata; io sdraiata sul banco mezza addormentata, non avevo sentito niente della lezione di scienze e il tempo mi rispecchiava alla perfezione: nuvoloso. Finalmente suonò la tanto attesa ultima campanella e andai incontro a Mel.

"Ehi Mel, vieni a casa mia? Non voglio stare da sola" -Io

"Ma certo che vengo, andiamo" -Mel

Entrammo a casa e mi limitai a salutare mia madre. Non potevo sopportare che i miei idoli, coloro che mi stavano sempre vicino quando ne avevo bisogno, coloro che sapevano come mi sentivo e lo cantavano, sarebbero stati ancora una volta a pochi chilometri da me e non avrei potuto vederli solo per colpa dei miei genitori che non mi avrebbero accompagnato a quel concerto.

Chiusi la porta della mia camera e buttai lo zaino a terra.

"Dovresti parlare con tua madre, non puoi essere arrabbiata con lei per sempre" -Mel

"Che dovrei dirgli? È lei che dovrebbe venire a parlarmi e forse gli potrei spiegare il bisogno che ho di andare a quel concerto. Però basta parlarne." -Io

"Si, hai ragione, basta. Mettiamo Take Me Home e scateniamoci" -Mel

"AHAHAH ok, intanto che lo metti vado a prendere qualcosa da mangiare" -Io

Scesi e andai a cercare qualcosa in cucina. Presi delle patatine, dei biscotti al cioccolato e la coca cola. Durante il percorso cucina-camera incontrai mia madre.

"Dana, io vado a lavoro e torno stasera dopo cena" -Mamma

"Va bene" -Io

"Sei ancora arrabbiata con me e tuo padre, vero?" -Mamma

"...Si.. Perché non potete portarmi?" -Io

"Dana, ci vogliono molti soldi, non è così facile e poi non ti abbiamo detto né di no né di si, vedremo" -Mamma

"Ok, vedremo. Io ho solo bisogno di andare a quel concerto, mamma. Nient'altro" -Io

"Farò il possibile, ok?" -Mamma

"Grazie" -le diedi un bacio

Tornai in camera.

"Mel, mamma mi ha detto che farà il possibile per portarci al concerto" -Io

"Aww speriamo bene" -Mel

"Metti play, su!" -Io

E partì Live While We're Young.

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