~CAPITOLO DODICI~

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Il pomeriggio seguente mi arrivò una chiamata da Amelie. Strano quella ragazza non mi chiamava quasi mai.

"Ehi bella sei pronta per domani" -Io

"Veramente no.. Mi è successa una cosa e non posso più andare" -Amelie

"Stai scherzando, vero?" -Io

"Non sono mai stata così seria. Purtroppo devo restare a Brighton e non so nemmeno se continuerò qui" -Amelie

"Cos'è successo?" -Io

"I miei stanno per divorziare e io ho scoperto che dovrò operarmi al ginocchio, per questo forse non continuerò" -Amelie

"Mi dispiace tanto" -Io

"Quindi ti ho chiamato per dirti di prendere il mio posto" -Amelie

"Cosa? Come faccio? Hanno chiamato te per Londra" -Io

"Ho già parlato con l'insegnante e lei ha detto che va bene. Non mi va di cedere il mio posto a quell'antipatiche. Lo voglio dare a te" -Amelie

"Non ci credo.. Davvero?" -Io

"Certo. Prepara tutto che domani alle 10am il treno parte. Potrai alloggiare nella scuola oppure prendere un appartamento ma a spese tue, la scelta è tua" -Amelie

"Amelie non so come ringraziarti. Mi hai cambiato la giornata e la vita" -Io

"Smettila dai. Ora vado, fammi sapere come ti trovi lì eh?" -Amelie

"Non smetterò mai di ringraziarti, ciao" -Io

Attaccai e lanciai il cellulare sul divano chiamando Mel. Scese di corsa dalle scale gridando cosa fosse successo. Gli spiegai tutto e ne fu davvero felice. Ma nei nostri sorrisi c'era un minimo di tristezza.

"Ci vedremo qualche volta, farei anche tutti i giorni i kilometri per incontrarti" -Mel prima che io dissi qualcosa

La strinsi forte a me. Mi sarebbe mancata quella piccola nanetta.

"Aspetta, ma devo ancora dirlo ai miei!!" -Io

Corsi fuori alla porta per andare dai miei genitori e dirgli che il giorno dopo sarei partita per Londra. Pioveva. Le solite piogge inglesi che amavo ma in quel momento odiavo. Bussai alla porta. Mel aprì e mi diede l'ombrello senza neanche glielo dicessi. Iniziai a camminare e a evitare le pozzanghere. Amavo la pioggia. Vedere l'acqua che bagna tutto provocando un rumore stupendo. La pioggia aveva un potere tranquillizzante su di me. Sapeva calmarmi come solo Little Things sapeva fare.

Suonai e mia madre aprì.

"Dana! Potevi chiamare ti venivo a prendere!" -Mamma

"Non potevo aspettare, è troppo urgente. Ah c'è anche papà, perfetto" -Io

Mi sedei sul divano tra loro due. Mio padre aveva il quotidiano inglese come sempre sulle gambe e la mamma era in ansia di sapere cosa avevo da dire.

"Domani vado a Londra" -Dissi diretta io

"Che?" -Papà

"Ho fatto un provino e sono state prese solo tre ragazze tra cui Amelie. Lei ha rifiutato e mi ha ceduto l'occasione. Non so cosa state pensando ma io già deciso che andrò" -Io

"Hai ragione, davi andare. È una grandissima occasione amore" -Mamma

"Dove alloggerai?" -Papà

"Alla scuola di danza" -Io

"Non pensi che dovrai trovarti anche un lavoretto da fare lì? Le spese saranno tante per la danza e devi darci una mano, hai quasi 18 anni" -Papà

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