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Gigly aveva già rotto le palle da cinque minuti per i miei capelli, che mi ero tinta Domenica, lanciando battutine che non facevano ridere neanche i polli.

- Signorina Darcy, che cos'ha in testa? - chiese, appena entrò in classe.
Sogghignava, facendo muovere il doppio mento piú grasso di lui stesso. Il che non era poco.

- Si chiamano capelli - risposi, sorridendogli.

- Solo perché il preside non l'ha sospesa l'ultima volta, non deve continuare a rispondere - puntò il dito.

- Solo perché il preside non l'ha sbattuta fuori da scuola, non deve permettersi di continuare a rompere le scatole - dissi, ovvia e infastidita.

Un coro di 'oh' uscí dalle bocche dei miei compagni.

- Signorina Darcy! Mi sta stufando - sentenziò.

- Professor Gigly, per me é lo stesso - sbuffai, stravaccandomi sulla sedia.

Iniziò con la sua noiosa lezione sui metodi di pagamento.

- Ma sai che Alex mi ha dato il numero? - sussurrò a voce abbastanza alta, Raissa.

- Posso averlo? - chiese Camille.

- Assolutamente no! É privato - ridacchiò l'altra.

- Chi é che ha il numero di Gaskarth? - domandò un'altra.

- Io - rispose Raissa.

Quasi tutte le ragazze cominciarono a bombardala di domande e richieste.
Sentii anche che una avrebbe pagato un panino per aver il numero.

Ghignai.
Non avrebbero avuto speranza.
Me ne stetti zitta ad ascoltare le stupidate e gli scambi per il numero.

Trovavo impossibile che il prof avesse lasciato il suo numero a Raissa, ma scrollai le spalle. Che mi importava.

- Oh, Jane, meno male che a te non piace Gaskarth - mi interruppe dai miei pensieri la ragazza mora tinta accanto a me, Hannah.

- Eh già - le sorrisi.

Mi squadrò.
- Non dirmelo... -.

- No, non mi piace anche a me - sospirai, alzando gli occhi al cielo.

Lei sorrise, continuando a mangiare i suoi snack al prosciutto crudo.
Scossi la testa e prestai attenzione a quel grassone di Gigly.

- Ma che razza di cognome é Gigly!? - sbuffai.

- Eh, me lo chiedo da quattro fottuti anni - rispose lei, preparandosi un panino con il prosciutto.

- Ma hai fatto la spesa? - chiesi, accigliandomi.

- Solo crudo e speck. - mi fissò - Vuoi? -.

- No, grazie -.

- Comunque, Jane, un colore normale te lo potevi fare -.

- Ma volevo rispecchiare me stessa - alzai le spalle, tornando a scrivere quello che c'era segnato alla lavagna.

Decisi che nell'intervallo sarei passata da Brendon a fargli vedere il nuovo colore dei miei capelli.

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- Oh diamine Jane! - esclamò sorpreso Brandon, mentre entravo dalla porta del suo studio.

- Hai visto che belli? - dissi, sventolando la coda.

- Ecco perché Gigly borbottava qualcosa sui capelli blu -.

Sorrisi, lasciando un leggero sbuffo.
- Com'é andata questa mattina? - chiesi, sedendomi sulla solita poltroncina gialla.

- Bene, a parte i soliti professori che vengono a lamentarsi degli alunni. - sbuffò - Okay, si comportano male, ma se non hai pazienza, vedi Walter Gigly, non capisco perché si ostinino ad insegnare -.

Math's Hater || Alex GaskarthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora