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Dopo che Alex mi chiese, finalmente aggiungerei, di diventare la sua ragazza, il mio punto di vista rispetto alla vita era cambiato.
Avevo una persona a cui volevo bene, anzi, che amavo, al mio fianco e non me la sarei fatta scappare per nulla al mondo.
Le cose andavano piú che bene: Alex rimaneva a mangiare la maggior parte delle volte a casa, la nonna usciva con Tom e anche per lei le cose andavano una meraviglia. I giorni, i mesi trascorrevano e il mio compleanno si avvicinava sempre di piú.
I miei diciott'anni. Che per quanto in Italia erano speciali, in America non avevano significato.
In Italia erano il primo passo per la libertà, mentre in America era un compleanno come un altro.

La nonna non stava nella pelle comunque. Non vedeva l'ora di darmi il regalo che aspettava da quando avevo tredici anni.
Un po' in ansia lo ero, ma altrettanto felice e impaziente di compiere gli anni.

In ogni caso, le cose stavano andando bene, piú che bene.
O al meno, cosi credevo, fino a quando un lunedi di febbraio Raissa non fece capolino in classe urlando:
- Sono la persona piú felice del mondo -.

La cosa non mi importava minimamente, ma d'altro canto, dato che urlava come una gallina, volevo sapere anch'io il motivo della sua gioia.

Si sedette al solito posto vicino a Camille, ridacchiando e vantandosi di qualcosa che volevo sapere, ma sarebbe stato meglio non sapere.

- Il prof Gaskarth mi sbava dietro. - quasi non risi sguaiatamente - Non so come abbia fatto, ma mi ha scritto. All'inizio non gli ho risposto perché non avevo notato la sua chat con tutte quelle in sospeso che ho, ma poi, l'altro ieri ho fatto pulizia e ho trovato questa chat con "Abigail rispondi" e "Mi sto incazzando" "Sono Alex!". Quando ho capito che era Gaskarth gli ho risposto -.

- Giuramelo! - sbraitò Camille felice per l'amica, ma anche molto gelosa.

- Giurin giurello - squittí lei.

- Quindi, cos'é successo dopo? -.

- É successo che Gaskarth si é accorto che sono una persona fantastica e ha deciso di uscire con me. Mi ha promesso solo un caffé, ma mi ha comunque chiesto di uscire - sorrise sorniona la ragazza piú oca e falsa che io abbia mai visto.

- Impossibile... - ammisi a bassa voce, ma Camille sentii e con un sorriso perfido rispose.

- Che c'é Jane, sei invidiosa che la mia bff abbia trovato un uomo figo che la voglia? E soprattutto, sei invidiosa del fatto che tu non l'abbia avuto e che avevi torto riguardo a questa storia? -.

Raissa si girò a guardarmi ridendo sguaiatamente.
- Avevi torto pulce. I ragazzi capiscono chi vale e chi no. Non saranno certo dei piagnistei sui tuoi genitori morti a far cambiare idea -.

- Penso che capiscano ancora meglio chi l'ha da ai primi tre minuti d'appuntamento e chi no - le sorrisi.

Con un ultimo sguardo assassino si voltò continuando a parlare con la sua amica, mentre io, nonostante l'avessi zittita, non mi sentivo per niente realizzata.
Quello che avevo detto Raissa mi aveva colpito nel cuore come una freccia.
Il fatto che voleva vedermi morire era piú che scontato, ma essere stata cosí perfida mi fece spezzare il cuore.

Forse aveva ragione. Le persone capiscono chi vale e chi no; forse Alex si era reso conto che non ero abbastanza per lui e forse voleva provarci con qualcuno che all'apparenza poteva sembrare una pessima persona, ma che forse non era poi cosí male.
Le persone si creano scudi e barriere, forse l'arroganza e la puttanità di Raissa derivavano dal fatto che qualcuno le avesse spezzato il cuore.

C'erano troppi forse e la cosa non mi piaceva per niente.
Appena sarei riuscita a vedere Alex, avrei chiesto conferma e spiegazioni, perché di certo non volevo essere io quella a dover creare di nuovo barricate nel mio cuore.

Math's Hater || Alex GaskarthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora