Ero seduta a tavola a infilzare pasta sulla forchetta per poi lasciarla da parte. C'ero, ma non c'ero.
- Jane, non hai mangiato nulla. Non é da te... - disse la nonna preoccupata.
- Cosa ci posso fare? - alzai le spalle e presi il piatto, infagottandolo per bene e riponendolo nel frigorifero.
- Lo mangio domani. Adesso voglio solo andarmene a letto -.- Vedrai che la situazione migliorerà... - sorrise leggermente la nonna.
- Già - e me ne andai in camera, senza lasciarle un bacio.
Mi infilai a letto e presi le cuffie, alzando il volume al massimo e facendo partire qualsiasi canzone della playlist.
Addormentandomi con One More Light.**
- Non capisco cosa tu stia facendo - sentii mormorare dal salotto, dopo che le cuffie mi caddero e io mi svegliai.Controllai l'orologio ed erano solo le otto di sera. Avevo sonnecchiato per una mezz'oretta.
- Anche perché se la vedi, non sembra piú lei. Questa sera avrà mangiato due maccheroni e poi é andata a dormire senza nemmeno darmi la buona notte e il bacio sulla guancia. Ma cosa diavolo le hai fatto? - chiese rude e preoccupata.
- Non era mia intenzione. Sono venuto qua per parlarle, ma a quanto pare dorme. La prenderò domani a scuola e le spiegherò tutto, Melissa - rispose quella persona di cui ero follemente innamorata.
Mi alzai e andai a passo leggero verso il salotto, cercando di non farmi vedere dai due.
- Va bene Alex, ci conto - rispose la nonna, alzandosi dal divano.
Lex fece lo stesso e si rimise il giubbotto, per poi essere scortato da nonna fino alla porta.
Mi nascosi dietro allo stipite del corridoio per vedere la scena, quando Alex, voltato verso la donna davanti a lui, guardò nella mia direzione, facendo scontrare gli sguardi.Uscii allo scoperto e lui mi guardò triste.
- Jane... - e mi corse incontro, abbracciandomi forte.- Ehi - risposi cautamente.
- Non volevo farti star male. Quando vuoi ti posso spiegare tutto - sembrava parecchio dispiaciuto.
- Vieni in camera mia che parliamo di qualsiasi cosa tu voglia - gli risposi dolcemente. Sapevo che Alex aveva dei problemi, e sapevo anche che non voleva parlarne, mettendo me sempre al primo posto, ma era giunta l'ora di far sfogare lui.
Chiusi la porta e accesi le lucine che avevo comprato e fissato sul mobile stracolmo di libri.
Gli tolsi il giubbotto e mi sdraiai sul letto. Lui poi si sedette ai miei piedi e iniziò a torturarsi le mani.- Sdraiati e rilassati. Non posso sicuramente ucciderti. Massimo ti tiro due sberle -.
- Spero non sia necessario. Mi ricordo ancora di quando hai appeso Camille al muro -.
Si sdraiò su di me e iniziai ad accarezzargli la testa.
- Dimmi tutto - dissi, cercando di farlo parlare.
- Questa sera sono uscito con Raissa -.
Mi si gelò il sangue e mi fermai dal fargli i grattini.
- Mh -.
- Sembrava diversa dalla ragazza che é. Voglio dire, abbiamo parlato civilmente e quando le ho detto che io sono innamorato di un' altra ha lasciato perdere. - ripresi a fargli i grattini - Non essere arrabbiata con me, Jane. Non ti tradirei per nulla al mondo -.
Risi leggermente.
- Alex, io non sono triste perché tu sei uscito con Raissa. Forse sono leggermente delusa dal fatto che non me lo hai detto e mi hai evitata tutto il santo giorno. Proprio come farebbe un bambino di tre anni. - sospirai - Ti amo e cercherò sempre di capire le tue ragioni e scelte. Se sei voluto uscire con Raissa, non c'era nessun problema, anzi, magari le estorcevi qualche storia di gossip a scuola. - rise - Mi ha fatto stare male il fatto che tu non abbia avuto un minimo di fiducia in me. Non é anche questo l'amore, fiducia? - chiesi, continuando a massaggiargli la testa.Lui stette zitto, mentre si arrotolava la mia maglietta lunga al suo dito.
- Non volevo che pensassi che ti volevo tradire o roba simile -.
- Io mi fido ciecamente di te, Alex. Non ti avrei raccontato la mia storia. Non ti avrei mostrato il mio corpo... Non ti avrei detto ti amo -.
Alzò la testa di scatto, guardandomi negli occhi, attraverso le lenti dei miei occhiali.
Poi riabbassò la testa e si mise a piangere.- Jane, perdonami. Non voglio rovinarti la vita come ho fatto con tutti gli altri. Meriti davvero di meglio. Mi faccio schifo. Sono stupido e inutile! - urlò, stringendomi forte.
Con tutta calma, gli alzai il viso, cercando di farmi guardare, mentre lui continuava a spostare lo sguardo.
- Alex, guardami per favore. - gli sorrisi quando finalmente mi guardò - Non sei nulla di ciò che hai detto: non fai assolutamente schifo, perché sei adorabile e ti amo; non sei stupido, altrimenti non ti saresti laureato e non saresti ad insegnare e non sei inutile, perché ho bisogno di te per sopravvivere a sto schifo di vita. - gli asciugai le lacrime che aveva sulle guance - E soprattutto, trovo che tu sia il meglio per me. Non riuscirei a pensare ad una vita senza te. Da quando ti ho conosciuto é migliorato tutto, amore mio, tutto. Sei meraviglioso. Pieno di energie e sempre con la voglia di fare. Non pensare piú alle cose che mi hai detto, altrimenti ti tiro un pugno. Capito? - gli sorrisi dolcemente.
Lui annuí e, sporgendosi verso di me, mi baciò.
Il bacio che mi era mancato come l'aria tutto il giorno.- Ti amo da impazzire Jane. Grazie -.
- Non ho fatto nulla, piccola pulce. - alzai le spalle - Ho solo detto la verità. - lo guardai attentamente - E quando sarai pronto, voglio sapere la tua verità - gli diedi un altro bacio.
Lui annuí e si accovacciò sul mio seno, chiudendo gli occhi per la stanchezza e per i grattini che avevo ripreso a fare.
- Sono tanto stanco - disse dolcemente.
- Allora dormi -.
- E tua nonna? - domandò, riferendosi a una vicenda passata, quando io e lui ci eravamo addormentati dopo cena insieme e lei ci aveva svegliato urlando come solo lei sapeva fare perché non ci voleva appiccicati a letto.
- Si farà l'abitudine a vederci a letto insieme - dissi ridendo.
- Che?! -.
- Nulla. - mi alzai - Dai, vieni che ti tolgo i pantaloni e la maglietta, cosi ti presto una maglietta di mio papà - dissi, rovistando nell'armadio.
- Davvero lo faresti? - chiese sorpreso.
- Per te tutto - risposi.
- Ti amo -.
Sorrisi, mentre tiravo fuori una maglietta blu notte.
- Anch'io. Tanto tanto -.Buttai la maglietta stirata sul letto e guardai Alex.
- Si? - domandò lui.
- Togliti le scarpe - e poco dopo si ritrovò scalzo.
- Ora alza le braccia - lui seguí le mie indicazione e gli tolsi la maglietta, ritrovandolo a torso nudo.
Ammirai il busto tonico del ragazzo di fronte a me e mi morsi il labbro. Erano mesi che non riuscivamo a fare nulla per colpa della stanchezza e di mia nonna.
Mi avvicinai a lui e gli diedi un piccolo bacio sulle labbra.
Con un tocco leggero, passai le dita sul suo sterno e sulla sua pancia, fino ad arrivare alla cintura che, con poca difficoltà riuscii a togliere. Cosí mi abbassai facendo scendere i jeans neri stretti fino alle caviglie. Lo guardai dal basso e gli sorrisi, leccandomi le labbra.Cosa diavolo pensi di fare? Il mio cervello parlò.
Ha appena avuto una crisi e tu come la vuoi risolvere, facendogli un pompino? Ma quanto cazzo sei malata Jane? Purtroppo aveva ragione. Addio programmino.- Jane - mi richiamò, facendomi portare l'attenzione su di lui.
- Alza un piede e poi l'altro -.
Infine gli misi la maglietta troppo larga per lui.
Mi stesi e a letto e feci spazio anche a lui.
Gli diedi le spalle e lui mi baciò il collo, cosa che mi fece prima accapponare la pelle per via del fastidio, secondo perché mi faceva salire ancora di piú l'ormone.- Buona notte piccola - disse Alex, facendomi battere forte il cuore.
- Notte pulce -.
Inutile dire che mi addormentai felice.
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Math's Hater || Alex Gaskarth
RandomMatematica: odiata da tutti, capita da pochi. Lei non la sopportava, lui la insegnava.