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Passai le ultime ore di lavoro a fantasticare e a sorridere come un ebete.
Ero carica per la serata e stranamente felice.
Iniziai a fantasticare sulle cose che sarebbero potute succedere: io e lui spaparanzati sul divano a guardarci un film o ad ascoltare qualsiasi canzone su Spotify, a farci il solletico, a coccolarci... Sospirai.

- Jane, é ora di andare! - urlò il mio capo.

Guardai l'orologio affisso al muro e mi accigliai.

- Ma manca mezz'ora... - dissi confusa.

- Fa niente. Devi andare a casa e prepararti per il tuo baldo cavaliere. Devi truccarti, profumarti, fare la ceretta... Un mucchio di cose importantissime. - risi, mentre diceva queste cose non tanto fuori dalla realtà - Quindi, vai e non perdere tempo! - mi cacciò letteralmente fuori dalla cucina.

- Va bene, vado, vado. Ci vediamo settimana prossima - salutai, togliendomi il grembiule sporco di cioccolato.

- Ah, si. E voglio tutti i particolari - ammiccò.

Arrossii e scossi la testa, alzando gli occhi al cielo.
Mi diressi in spogliatoio, dove in tutta fretta mi cambiai velocemente per riuscire ad arrivare a casa in un orario ottimale per lavarmi, spinzettarmi le sopracciglia, farmi la ceretta ed essere linda e profumata per Alex.

Uscii di corsa dalla pasticceria e mi misi a camminare frettolosamente verso il mio palazzo.

🏍🏍

- Quindi, fammi capire, tu andrai a dormire da Alexander? - chiese la nonna, guardandomi male.

- Sí...? - dissi insicura alzando le spalle.

Lei si girò e tornò a tagliare le patate.
- Non potete dormire qua? - domandò sbuffando.

- Dove lo metto a dormire, sul tavolo della cucina? - risposi scocciata.

- Puó dormire sul divano -.

- Ma nonna, non succede nulla se per una volta vado da lui a dormire -.

- Le ultime parole famose. - alzò gli occhi al cielo - Poi vengo a scoprire dopo due mesi che sei incinta; lui ti lascia e tu devi crescere un bambino da sola -.

Arrossii.
- Ma cosa stai dicendo nonna? Ti ricordo che prendo la pillola, tra l'altro -.

Alzò le sopracciglia e mi guardò, rendendosi conto che avevo ragione.
- Non ha importanza. Si può rimanere incinta lo stesso. E poi chi ti dice che Alexander non abbia qualche malattia? -.

Spalancai la bocca.
- Nonna, se avesse qualcosa metterebbe il preservativo - ero abbastanza in imbarazzo.

- Sarà, Jane. Ma preferirei che tu non facessi nulla -.

- Ma chi... Ma... - balbettai - Non ho mai detto e minimamente pensato che tra me e Alex possa succedere qualcosa proprio questa sera -.

- Ne dubito, dato che sei stata tre quarti d'ora sotto la doccia e ho trovato le lamette sparse per il bagno - rispose severa.

- Nonna, ma non succederà nulla! - continuai ad insistere.

Sospirò rassegnata.
- Lo spero per te, altrimenti le prendi se lo scopro -.

Scossi la testa e risi. In caso lo avrebbe scoperto, sarebbe stato troppo tardi.

Il campanellò suonò e, tutta felice e saltellante, andai ad aprire.

- Ciao Alex - sorrisi, vedendo il castano di fronte a me.

- Ciao piccola - mi salutò.

Arrossii e quasi mi sciolsi per quanto era carino. Ma che dico! Bello. Stupendo. Non avevo parole per descrivere ciò che provavo per lui.

Math's Hater || Alex GaskarthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora