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Passarono i giorni di lavoro in una lentezza disumana.
Ma prima di andare in pausa Peeta si sedette proprio davanti a me.

- Allora questa Domenica andiamo? - chiese.

Alzai un sopracciglio non ricordandomi di ciò che stesse dicendo.
- Eh? -.

- Al Luna Park -.

- Ah. Non lo so. Penso di dover stare a casa con mia nonna a togliere le cose di Natale - scrollai le spalle.

- Oh, va bene - disse triste.

- Ma se ne vanno? - chiesi.

- No. Chiudono fino ad Aprile -.

- Massimo andiamo quando fa piú caldo. Ora si congela di sera -.

Annuí e si alzò.
- Va bene, ci vediamo Venerdí prossimo -.

- Ciao Peeta -.

Presi il telefono e aprii Facebook e Instagram, ma lo chiusi subito, ritrovandomi annoiata da ogni cosa che facevo.

- É tutto okay Jane? - chiese Emanuele, il capo.

Annuii distratta.
- Sí -

- Non sembra. Non hai voglia di parlarne? -.

- Ma non c'é nulla da dire in realtà... - scrollai le spalle.

- Invece sembra che da un momento all'altro tu possa esplodere e urlare al mondo quanto odi la tua vita -.

- Sembra davvero cosí? - chiesi ridendo leggermente.

- Sí e forse é meglio che ne parli -.

- Mi fidavo di persone del cazzo. É questo il mio unico problema -.

- Succede sempre di rivelare le cose piú profonde a qualcuno che nemmeno comprende. É normale che accada, basta solo riuscire a chiudere le porte in faccia alle persone. Sembra difficile, ma non lo é. Anzi, é piú facile di quel che sembra, l'importante é fregarsene e avere a fianco qualcuno di migliore. E tu lo hai - disse.

Lo guardai concentrata e sorrisi.
- Come fai a saperlo? - chiesi.

- Ho visto che sulla spezzatrice c'era scritto il nome del tuo cavalliere Alex -.

Sorrisi e arrossii.
- Ops... -.

- É normale Jane. Ma hai una persona di cui puoi fidarti ciecamente. E anche se non te ne accorgi, lo sai; perché é il tuo cuore che si é già reso conto di ciò. Devi capirlo e comprenderlo tu. - mi diede una paccata sulla spalla e accennò un sorriso verso l'entrata - E devo dire che é capibile perché ti fidi -.

Puntai gli occhi verso l'ingresso, ma non vidi nessuno. Però, appena guardai dritto davanti a me, il mio cavalliere mi sorrise.

- Ciao piccola - mi salutò.

Mi alzai di colpo e lo abbracciai forte.
- Ti voglio davvero tanto bene Alex -.

- Anche io Jane. - si allontanò leggermente e mi guardò con il sorrise triste - Volevo vedere come stavi, dato che non ho ancora il tuo numero -.

Mi sedetti sul divanetto e lui seguí il mio gesto, mettendosi però di fronte a me sulla sedia in legno.

- Dai, dammi il telefono che te lo rimetto giusto - sorrisi.

Mi porse l'oggetto e scrissi il numero corretto, ricontrollandolo due volte.

- Ecco a te, uomo -.

- Grazie piccola, ma ti mando comunque un messaggio per essere sicuro -.

Pochi secondi dopo la lucina lampeggiante si attivò.
Sicuramente era il suo.
Infatti, non appena lo sbloccai il numero sconosciuto di Alex e il suo messaggio "bdjsmo" comparivano tra i messaggi che dovevo leggere.

Math's Hater || Alex GaskarthDove le storie prendono vita. Scoprilo ora