Non più matricola "Seconda parte"

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Alcuni soldati presenti nella fila sobbalzarono nel sentire quel nome. Il ragazzo al suo fianco non riuscì a trattenere la propria inquietudine. Nella colonna di soldati, vicini all'uomo che aveva parlato e che aveva pronunciato quel nome, si era formato un brusio sommesso di voci concitate.

<Mai sentito.> Disse Elena tranquillamente, senza capire tutti i timori che si erano sollevati.

L'uomo la guardò perplesso, cercando un segno di ironia in quelle parole. Ma Elena era seria, non stava scherzando. Mai aveva sentito parlare dello spietato Manfredi che la maggior parte della comunità conosceva. Molte delle voci che giravano sul suo conto, erano in gran parte atroci e brutali. Solo il nome bastava per fare intimorire i soldati più efferati: anche quelli con anni di esperienza raccolta fuori all'esterno, si allontanavano più per paura che per rispetto. Nel vedere l'imponente figura dell'uomo avvicinarsi.

<Allora capisco perché non hai così tanta paura dell'esterno.> Disse l'uomo. <Innanzitutto devi sapere che quello non è un uomo: ma una macchina. E una delle più feroci e spietate. Non si ferma di fronte a nulla pur di raggiungere il suo scopo. Se tu tenti anche minimamente di ostacolarlo, rischi solo di fare una brutta fine. Ne i banditi, ne tanto meno gli infetti possono fermare la sua avanzata. C'è chi dice che neanche gli alti comandi, forse addirittura anche lo stesso generale, non riescano a controllarlo. Se qualcuno prova a darli un ordine, o sentito che gli basta solo uno sguardo per far tacere il povero ufficiale. E non conta quanto importante tu sia, per lui resti sempre e solo uno scarafaggio.>

<Ma quindi è un soldato come noi?>

L'uomo rise di gusto. <No ragazza mia. Lui è tutto tranne che un militare. Ogni tanto compare al di fuori delle mura, e aiuta l'esercito con le sue operazioni dove più ce n'è bisogno. Alcuni lo chiamano mercenario, ma in realtà non lo è affatto: perché non si fa neanche pagare una volta che il lavoro è terminato. E' una spietata arma di distruzione e di morte, il soldato perfetto che ogni comunità sopravvissuta vorrebbe possedere. Nessuna sa per quale motivo certe volte aiuti Los Angeles. Ma ogni qualvolta che si presenta, i comandanti non rifiutano mai il suo appoggio. Perché sanno quanto prezioso esso sia, anche se la persona cui devono fare affidamento, non sia molto affidabile.>

<E' pazzesco.> Fece Elena sbalordita.

<No. E' come funziona la fuori. O sei così, altrimenti diventi solo cibo per infetti. >

<Ma quest'uomo, vive qui?>

<Non lo so. C'è chi dice di si, che la comunità gli abbia regalato per i suoi servizi una residenza al centro di Los Angeles. Ma in realtà molti credono che sia solo di passaggio, un forestiero che viene dal nulla e che aiuti senza apparenti motivi la città di Los Angeles. Alcuni l'hanno visto e molti altri invece no. E' come uno spettro, ogni tanto appare in città e solo pochi hanno la fortuna, o sfortuna, di vederlo.>

<Tu l'hai mai visto?> Chiese Elena completamente presa dalla storia di quest'uomo, mai sentito prima d'allora.

<Mai visto in vita mia.> Disse. <E forse è meglio così. Dicono che il suo aspetto, come il comportamento, sia tutt'altro che amichevole. Comunque, tornando alla storia che vi volevo raccontare, il protagonista è proprio lui. Mi trovavo nella mensa militare quando un gruppo di ufficiali ha deciso di unirsi al nostro tavolo. Abbiamo parlato a lungo quel giorno, di ogni genere di argomento. Molti ridevano e altri scherzavano. Finché a un tratto un soldato non ha deciso di parlaci di Manfredi e della sua esperienza avvenuta con tale uomo. Ti dico che tutti quelli che erano seduti nel tavolo, in attimo smisero di sorridere.> Anche il volto dell'uomo, nel raccontare la storia sentita, tramutò in una fredda lastra di pietra.
<Erano in una pattuglia formata da quattro soldati, lui e altri uomini di cui uno conosceva a malapena: siccome era stato appena assegnato a quell'unità, per il semplice motivo che la faccia del soldato precedentemente in servizio era stata divorata da un infetto la notte scorsa. Stavano per concludere il turno: quattro ore passate a controllare una strettissima via, importante per Los Angeles da quel che diceva il soldato, e secondo gli ordini che avevano ricevuto dall'alto. Erano pronti a levar le tende per tornare alla comunità, contenti che quelle ore fossero trascorse lisce e senza problemi. Finché a un tratto videro una figura distante. Un infetto vagabondo si stava avvicinando alla linea di soldati. Niente di speciale, era un semplice putrefatto che vagava senza meta per le strade.>

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