Non più matricola "Terza parte"

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Aveva fatto la scelta giusta? D'un tratto i pensieri cominciarono irrequieti ad ammassarsi. Paura e angoscia iniziò a pervadere Elena. Forse avrebbe dovuto rifletterci meglio, prima di prendere quella decisione: mai vista come una conclusione fatale, ma solo come una strada pericolosa, irta di pericoli e minacce, che nel bene o nel male l'avrebbero solamente ferita, ma non in modo letale. Quell'immagine era svanita, sostituita brutalmente dall'uomo che gli aveva raccontato e descritto in quale orrendo scenario sarebbe carambolata. I dubbi iniziarono ad assalirla. Ma ormai era troppo tardi, non poteva più tornare indietro. Non si poteva più rinunciare ne chiedere all'esercito di abbandonare. Il congedo militare a Los Angeles non esistenza: una volta accettate le condizioni non si poteva lasciare, a meno che non si raggiungevano i quindici anni di servizio. Per molti una meta inarrivabile.

Solo la morte, o ferite talmente gravi da immobilizzarti sulla sedia, potevano liberarti dal vincolo militare. In molti casi, la prima opzione era quella più praticata. Solitamente tali ferite da essere considerate, allarmanti, non permettevano di risiedere a lungo sulla sedia: siccome la morte, presto o tardi, sarebbe sopraggiunta, prendendosi ciò che gli spettava. Mentre se un soldato abbandonava il proprio esercito, privo dei seguenti requisiti; solamente la galera lo attendeva. Il motivo era semplice: Los Angeles aveva bisogno in continuazione di uomini e donne pronti a combattere, ma se uno di questi si rimangiava la parola data, abbandonava o più comunemente si faceva abbattere dalle avversità dell'esterno; non poteva semplicemente andarsene, non dopo aver usufruito gratuitamente delle razioni, delle armi e degli alloggi militari, forniti a qualsiasi soldato. Tale scelta non veniva punita con l'esilio, siccome l'individuo una volta fuori dalle mura avrebbe potuto facilmente farla franca: raggiungere un altra comunità e sfruttare come in precedenza l'esercito altamente benefico con le proprie reclute. E allora il cerchio avrebbe perdurato, il modus operandi si sarebbe protratto finché la vita all'esterno non l'avrebbe divorato. Alla prigione venivano mandati coloro che truffavano Los Angeles, e questi individui venivano considerati esattamente come dei truffatori. Il che era inammissibile lasciare andare coloro che per sopravvivere si avvalevano del imbroglio e dell'inganno. Tale sistema poteva essere tranquillamente usato all'esterno, siccome la sopravvivenza la si poteva ottenere con qualsiasi mezzo necessario. Ma se qualcuno provava minimamente a fregare la comunità di sopravvissuti più grande d'America, allora le conseguenze sarebbero state più dure che mai.

Elena non voleva passare il resto dei suoi giorni in una fetida cella, dunque non poteva fare altro se non continuare. Tirarsi indietro era fuori questione, il suo cammino era segnato e l'unica cosa che al momento poteva fare, era non farsi prendere dalle indecisioni. I dubbi l'avrebbero solamente ostacolata, rendendo impraticabile la via che con tanta voglia aveva affrontato fino al giorno tanto atteso. Elena con ardimento iniziò a scacciar via i timori apparsi: non avrebbe permesso alla paure di un uomo di ostacolarli la strada. La sua scelta oramai l'aveva presa, se fosse stata quella giusta o meno prima o poi l'avrebbe scoperto. Ma fino a quel momento, era lieta di trovarsi in mezzo a quelle reclute.

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