Psycho Love {Yandere! Reader x Singer! Levi} (Pt.1)

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LEGGETE LA NOTA AUTRICE AL FONDO, PER FAVORE🙏
GRAZIE IN ANTICIPO PER CHI LO FARÀ! (Chi non lo farà non verrà mai amata da Levi u.u)

Il corvino cercò di aprire gli occhi, ma le palpebre erano pesanti e non ne volevano sapere di collaborare. Provò a muovere qualche muscolo nel più totale buio, ma non aveva la forza nemmeno per quello.
Dove si trovava, perché era in quella situazione, chi ce l'aveva portato, da quanto tempo... Domande su domande gli frullavano in testa, tuttavia non gli arrivava alcuna risposta. Non ricordava assolutamente niente di cosa fosse successo prima.

Ad un certo punto, dopo secondi, minuti o persino ore, sentì un rumore di passi, che si fecero sempre più vicini.
I suoi occhi lentamente si stavano aprendo del tutto, ma l'uomo non vedeva comunque niente. Era tutto completamente buio e non aveva sensibilità agli arti. Sentiva solo un asta di legno a percorrergli la schiena verticalmente, nient'altro.

I passi che stava sentendo si bloccarono di colpo e ci fu il rumore della serratura di una porta.
Clack. Il primo giro della chiave.
Clack. Al secondo giro il corvino tentò ancora di muovere le gambe o le braccia, invano.
Un ulteriore clack, l'ultimo.
Si sentì il sottile rumore della maniglia abbassarsi ed in seguito il cigolare stridulo ed inquietante della porta che si apriva.
Quando questa si spalancò del tutto, permise ad un po' di luce di entrare nella stanza. Al centro, proprio sul ciglio della porta, si ergeva una figura che copriva tale fonte di luce, facendo da ombra. Questa non si muoveva, limitandosi a stare in piedi immobile di fronte al corvino, che continuava a farsi domande. Chi era, dove l'aveva portato, perché l'avesse probabilmente rapito. Tantissime altre domande a cui non trovava risposta.

All'improvviso, l'uomo venne quasi accecato da una luce abbagliante proveniente dal soffitto. A meno che non fosse il "Demogorgone" venuto a prenderlo, (N.A. Scusate, non ho resistito >.<) il suo presunto rapitore aveva semplicemente acceso la luce.
Riaprì le palpebre dopo averle prontamente chiuse e sollevò il capo per scoprire chi fosse ad averlo rinchiuso in quella stanza.

«Ti sei svegliato, finalmente.» Disse il rapitore. Anzi, la rapitrice. Infatti aveva una voce femminile, per di più molto dolce e comprensiva. Ma il corvino non si sentiva per niente a suo agio.

Riuscì a vedere poco chiaramente il volto di quella ragazza, a causa della vista ancora sfocata. Distinse due macchie [c/o] sul viso, gli occhi, e dei [l/c] capelli color [c/c]. Più la vista si faceva nitida e più riusciva a capire ulteriori tratti del volto. Per lo più, tratti presso che infantili. Il suo viso era così pallido e perfetto da sembrare di porcellana, pronto a sgretolarsi da un momento all'altro.
Il corvino diede un occhiata anche al suo corpo. Un fisico a clessidra, ma abbastanza esile e delicato.
Era veramente stata lei a fargli tutto quello? Una ragazza che a giudicare dai primi sguardi era più piccola e debole di lui?

«Chi sei? Perché sono qui?»
La voce del corvino era talmente arrochita da essere appena udibile, tanto che fu costretto a tossire un paio di volte.

La ragazza al posto di rispondere si avvicinò a lui. Appena furono a pochi centimetri di distanza l'uno dall'altra, lei si piegò sulle ginocchia, iniziando a guardarlo fisso negli occhi come se stesse cercando di capire ciò che il corvino pensasse di lei. Il suo sguardo era talmente profondo da costringerlo a bloccare il contatto visivo.
Con la coda dell'occhio, la vide sorridere. Un sorriso che voleva sembrare rassicurante ma che per il corvino era solo inquietante in quel momento. Tuttavia, da quel sorriso, gli sembrò familiare la giovane. Come se l'avesse già vista da qualche parte, oltretutto più volte.

«Hai dei bellissimi occhi, sai?»
Il corvino sobbalzò a sentire la prima frase, totalmente fuori luogo, della ragazza, con un tono di voce talmente angelico e delicato da far scogliere il cuore di qualsiasi persona. «Oh.- Aggiunse dopo qualche secondo, abbassando lo sguardo a terra.- Forse sei rimasto incosciente per troppo tempo. Adesso mi toccherà lavarti e pulire...»

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