Quanto è sinuoso il movimento del corpo umano?
Ero bloccata sulla porta mentre guardavo Austin, il mio fidanzato, passare le mani sul corpo di un'altra donna. Entrambi erano talmente persi nell'atto che non si accorsero nemmeno della mia presenza.
I miei occhi accompagnavano i baci disperati che si scambiavano, in una sincronia perfetta che io e Austin non avevamo mai raggiunto. Le mani del mio ragazzo approfittarono della scollatura della donna, afferrando i seni abbondanti della donna. Poi dalle labbra dell'educatissimo Austin uscì la frase "Adesso ti divoro".
Fui colpita da due sensazioni completamente diverse: prima rabbia, poi frustrazione.
Lui non mi aveva mai trattata in quel modo; certo io non desideravo la volgarità, però lui non mi aveva nemmeno detto mai qualcosa che trasmettesse tutta quella passione.Osservai la scena finchè il rapporto non si concretizzò: la donna coi capelli dorati ricevette il membro di Austin nel suo corpo e notai nel suo viso un'espressione di totale soddisfazione all'essere penetrata così da lui, una sensazione che io effettivamente non avevo mai provato, non in quella maniera e quell'intensità.
In quel momento io sarei dovuta entrata nella stanza per gridare contro Austin, colpirlo con forza in faccia con uno schiaffo e fiondarmi anche contro di lei per tirare i suoi capelli dorati e poi chiedere a lui perché mi avesse tradita.
Però non potevo. Lui aveva salvato la mia famiglia dal fallimento della nostra rete bancaria, la Cabello Bank. Era grazie a lui se avevamo superato quel momento, e oltretutto lui era l'unico uomo che mi aveva voluta, l'unico che aveva voluto 'Camila la spenta'.
Chiusi la porta silenziosamente e camminai fino al balcone di uno degli edifici più belli di New York. La lieve brezza mi accarezzò il viso, mentre mentalmente mi schiaffeggiavo per non aver rotto con Austin due minuti prima, appena l'avevo visto con quella donna.
Cosa me lo aveva realmente impedito?
Forse l'amore?
Non essere ridicola, Camila! Sai benissimo di non amarlo assolutamente. Mi piaceva stare con lui, apprezzavo la sua compagnia e le nostre conversazioni, mi piaceva il suo essere una persona pacata e educata. Anche mia madre lo adorava, sicuramente perché ci aveva salvati dalla povertà, che è la cosa che Sinuhe Cabello odiava più di ogni altra.Quindi lasciare Austin non era neanche un'opzione: decisi di affrontare quel tradimento come una scappatella. Un uomo come lui attirava molto l'attenzione ed ero molto fortunata ad averlo conquistato, ma era normale che altre donne lo desiderassero.
Sospirai profondamente, guardando il mio corpo stretto in un orribile vestito arancione che odiavo con tutta me stessa, rimproverandomi per aver ceduto al gusto di mia madre, la persona che aveva scelto quel vestito orrendo ed attillato nei punti che meno mi valorizzavano.
Mi spostai verso la parte più buia e lontano del balcone e cercai di aprire la cerniera laterale del mio vestito di alcuni centimetri per respirare meglio, però per mia sfortuna era bloccata. Provai a mettere maggiore forza ma non ottenni risultato, così riempii i polmoni di aria un'altra volta e spinsi con forza la cerniera verso il basso ma questa si ruppe lasciando il mio fianco completamente esposto agli sguardi altrui.
- Merda!- pregai che nessuno apparisse in quel momento, però non fui accontentata e sentii dei passi venire verso la mia direzione.
- Taylor?- una voce roca mi raggiunse.
- Emh.. no!- dissi con la speranza che quella persona se ne andasse lasciandomi risolvere il problema in pace.
Ma Camila Cabello non era mai stata famosa per la sua fortuna.
- Mrs Cabello?- il mio campo visivo fu occupato da una figura alta, con le curve accentuate da un vestito nero che copriva elegantemente il suo corpo. Camminava su dei tacchi a spillo con una disinvoltura impossibile e mi passò il pensiero che io al suo posto sarei già stata col culo a terra da molto tempo, facendo la figura dell'idiota davanti a tutta l'élite Newyorkese. Cercai di mettere a fuoco il viso nascosto nella penombra, ormai rassegnata al fatto che non potessi nascondermi. -Ti ricordi di me?
- Per adesso no, non vedo bene il tuo viso- dissi amaramente, implorando che non si avvicinasse.
- Lauren Jauregui, proprietaria della JaureguiFast.
Ovvio, chi se non lei?!
Lauren Jauregui era una delle donne più ricche e con la vita più misteriosa dell'alta società Newyorkese. La sua impresa era responsabile dello sviluppo di macchine da corsa, una delle più conosciute e vincenti del periodo e si stava comportando come se io e lei ci conoscessimo da tempo.
- Ah, buonasera Mrs Jauregui. Come sta?- sperai non volesse parlare di affari e che si stancasse presto della conversazione.
- Bene, grazie- disse col suo solito tono neutro. - E lei?- completò con poco interesse la sua risposta.
- Tutto bene- un silenzio imbarazzante riempì l'aria, finché lei non continuò.
- Per caso ha visto Mrs Swift, la mia socia?
- No, non l'ho vista- dissi appoggiandomi di più al muretto del balcone, sentendo il vestito scivolare lentamente verso il basso e sperando di poterlo fermare appoggiandomi al bordo.
- È sicura che vada tutto bene?- mi chiese sollevando un sopracciglio.
- Sì, certo- mentii.
- Perchè ho la sensazione che così non sia?- si avvicinò e il suo profumo delizioso arrivò al mio naso. – Si volti.
- Cosa?- chiesi stupita dal suo tono autoritario.
- Ho detto di voltarti- ripeté, questa volta con tono infastidito.
- No, io..- Lauren Jauregui afferrò con forza il mio braccio sinistro, facendomi girare e rendendo visibile il mio corpo lasciato nudo dal vestito aperto.
- Come hai fatto?- a quanto pare aveva abbandonato il tono distaccato di qualche secondo prima, oltre il tono formale.
- Era molto stretto e ho provato ad aprire la zip qualche centimetro, però si è aperto completamente e..- provai a spiegare.
- E ti ha lasciata praticamente nuda- terminò lei divertita. – Potrei dire che è un peccato per il tuo vestito ma starei mentendo: è davvero orribile.
- Non è un commento molto educato da fare, Jauregui- la guardai con acidità e lei sollevò gli occhi al cielo.
- Voi ricchi non dite mai ciò che pensate, è irritante- e cercò qualcosa nella sua borsa.
- Tu sei ricca, e molto anche- commentai.
- Non per questo smetto di dire ciò che penso. Queste regole da galateo non fanno per me- portò fuori dalla sua borsa alcune spille.
- Perché hai delle spille in borsa?- le chiesi stupita.
- Sono una donna dalle mille risorse- spiegò rapidamente.- Adesso mantieni il tuo vestito, io cerco di bloccare questa apertura.
Obbedii e lei lavorò sul mio vestito abilmente.
Qualche volta le sue dita pallide sfioravano la mia pelle, facendomi provare alcuni brividi irritanti.
Alla fine ci vollero otto spille per sistemare il mio orribile vestito.- Questo ti impedirà di restare nuda di fronte a mezza New York- tornò ad usare il suo tono acido.
- Grazie- le dissi.
- Non c'è bisogno di ringraziare. Tieni- mi passò la sua giacca, di ottima qualità e di un marchio italiano più che conosciuto.
- Non è necessario.
- Certo che si. Indossalo, veloce- obbedii, di nuovo, e nello stesso istante il suo telefono prese a vibrare. Lo prese dalla sua borsa e lesse quello che pensai fosse un messaggio.- Devo andare via. È stato un piacere incontrarla di nuovo, Mrs Cabello- si voltò, elegantemente.
- Grazie di nuovo- mi guardò da sopra la sua spalla e voltò leggermente la testa, prima di lasciarmi di nuovo sola. Camminava sicura verso la festa, i suoi fianchi si muovevano in maniera sensuale, e la osservai finchè non sparì dalla mia vista. Lasciai le dita passare per il tessuto morbido della sua giacca, intrisa del suo profumo gradevole.
- Mila?- sentii la voce di Austin.- Ti stavo cercando ovunque. Vieni, ti porto a casa-
Seguii Austin con la mano stretta nella sua, e lui non notò la giacca troppo grande sul mio corpo, ma nemmeno la imperfezione del mio vestito.In realtà nessuno alla festa mi notò.
Nessuno, tranne Lauren Jauregui.
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Lezioni di seduzione per Camila
FanfictionDurante una festa Camila Cabello trova il suo fidanzato, Austin Mahone, a letto con un'altra. Colpita dal tradimento, Camila pensa di lasciarlo, ma un debito che ha con lui le impedisce di farlo. Credendo che sia la cosa giusta da fare, Camila non s...