7. Lezione 2: EQUILIBRIO.

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Note dell'autrice
Che i vostri progetti vengano portati a termine, che i vostri obiettivi vengano raggiunti, che la persona che amate corrisponda il vostro sentimento, che il mondo vi sorrida e voi possiate sorridere a lui.
Capite il vostro valore e gli altri lo percepiranno infinite volte tanto.
Buon 2018 a tutti voi, che sia migliore rispetto al 2017 ma peggiore del 2019.

-mrs mraxiai

In effetti avrei potuto mettere a disagio Camila con qualcosa di più leggero della rivelazione dei miei gusti sessuali, però avevo bisogno di vedere e sapere la sua reazione.

Nella mia testa avevo immaginato che non sarebbe stata capace di guardarmi di nuovo in faccia, invece mi aveva stupita: era rimasta ferma senza nascondere la sorpresa ed i suoi occhi stupendi non si erano spostati dai miei nemmeno per un secondo. Ero stata io, dopo qualche secondo, a sentire il bisogno di separarmi da quel mare che erano i suoi occhi e dove io rischiavo di affogare. Dopo che lei andò via io tornai ai miei affari, ma più volte mi ritrovai a sorridere pensando al suo viso stupito.

Quando arrivai a casa mia erano già passate le 20 e mi lasciai cadere sul divano più stanca di quanto pensassi. Lanciai uno sguardo alle scale per andare nella mia stanza, ma il divano mi sembrò sufficientemente comodo per decidere di non salire.

Poggiai la borsa sopra al tavolino e lasciai cadere i tacchi sul pavimento, lasciandomi sfuggire un gemito di piacere sentendo i miei piedi liberi. Li guardi un attimo, abbandonati sul tappeto, ed un'idea mi passò per la testa: Camila solitamente non usava i tacchi alti, quindi il giorno dopo sarebbe stato quello il tema della nostra lezione.

Avrebbe imparato a trovare un equilibrio.

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Erano già passate le 8 quando arrivai alla Cabello Bank ed io e gli altri azionisti quella mattina avevamo in programma la riunione con Lauren.

Sinuhe si rifiutava di parlarmi, esattamente come Austin che non si era nemmeno disturbato a mandarmi un semplice messaggio in tutta la giornata. Arrivai al mio ufficio e lanciai uno sguardo ai documenti che erano stati lasciati sulla mia scrivania, sospirando.

Essere presidente di un'azienda come la nostra non è per niente facile, soprattutto se nessuno crede nel tuo lavoro.
Mio padre aveva creato un vero impero e dopo la sua morte la mia famiglia aveva accusato un duro colpo, lasciando la società in secondo piano. Dopo qualche tempo io avevo iniziato a vedermi con Austin, che lavorava con mio padre da qualche anno, ed era stato proprio lui a proporsi di aiutarci, dandoci tutto il suo appoggio e assumendosi i problemi dell'azienda. Mi aveva fatto la proposta di matrimonio qualche mese dopo ed io avevo accettato con la condizione di diventare io la presidente dell'impresa, anziché lasciargli il posto dopo il matrimonio. Mia madre non ne fu molto soddisfatta perché avrebbe preferito che restasse Austin, ma io non avevo accettato e mi ero presa ciò che era mio di diritto, andando contro ogni suo commento, e Austin a differenza sua si era dimostrato comprensivo e aveva lottato per convincere i vari soci che sarei stata una buona presidente.

Ancora non potevo credere che fossero passati tre anni dalla morte di mio padre. Sentivo tantissimo la sua mancanza, della sua presenza, dei suoi consigli, della sicurezza che mi trasmetteva, ma ero sicura che sarebbe stato sicuramente più comprensivo di quanto non lo fosse Sinuhe.

I miei pensieri furono interrotti da qualcuno che bussò alla mia porta.

- Avanti - entrò Sarah, la mia segretaria.

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