33. Passo falso

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Note dell'autrice
Primo punto: auguri per le festività appena passate. Non so in quanti siate credenti, io ho semplicemente usato questo fine settimana per oziare maledettamente e dedicarmi a pranzi di famiglia infiniti.
Quanto amo la cucina italiana.

Secondo punto: come sapete la storia sta per finire, ma voglio avvisarvi del fatto che ho iniziato una nuova traduzione che verrà postata subito dopo la fine di questa, e vi assicuro che vale la pena di leggerla.

Terzo punto: momento social. Come avete passato queste vacanze? Cos'avete fatto?

Quarto punto: ho finito i punti.

Besos
-mrsmraxiai

La giornata sembrava passare lentissima.

Le ore sembravano essersi congelate in qualche modo e io le stavo passando fissando il telefono tra le mie mani, aspettando soltanto una chiamata.

Era attraverso quell'oggetto che sarei riuscita ad essere di nuovo con Camila. Guardai per l'ennesima volta l'orario: erano le 7.30 del mattino e i soldi erano nel mio appartamento, come Luis, Normani, Dinah e Rogers.

- Perché non chiamano?!- disse Normani impaziente.

- Loro avviseranno in orari scomodi, in modo da rendere più difficile il lavoro della polizia- spiegò Rogers.

- Quindi potremmo dover aspettare tutto il giorno?- chiese ancora la texana.

- Si, esatto- rispose l'uomo.

- Che palle!

- Mani, per favore- la riprese Dinah accarezzandole il braccio.

- Scusami amore. Luis, tua madre come la sta vivendo?

- Sta prendendo delle medicine per stare calma, quindi passa la giornata a dormire e piangere- spiegò il biondo.

- Di grande aiuto, devo dire!

- Normani!- la riprese ancora Dinah.

- Cosa? Dinah sto solo cercando di animare la situazione!- un sorriso scappò anche dalle mie labbra in quel momento.

- Spero che lei abbia molta immaginazione signorina Kordei, perché potremmo dover aspettare qui per molto tempo ancora.

Questa volta fu una bestemmia quella che uscì dalle labbra della taxana.

—————

Sentii nuovamente il gocciolio irritante.

Ero sdraiata sul pavimento sporco e umido, che comunque era molto più confortevole di stare legata ad una sedia. Mi sollevai da terra e sentii i dolori ormai familiari colpire il mio corpo, quindi cercai di allungarmi il più possibile.

Il cattivo odore sembrava appropriarsi di me ogni minuto di più e c'erano momenti in cui sentivo il respiro pesante, quindi iniziai di nuovo a camminare per la stanza con la speranza di trovare una via d'uscita nel caso la situazione si facesse complicata.

Un suono di passi mi mise in allerta e tornai immediatamente alla mia sedia.

Abbassai lo sguardo verso terra, con la paura di rischiare di far arrabbiare qualcuno, e lo tenni basso anche quando sentii la porta aprirsi aspettandomi che entrasse il solito uomo alto che mi portava il cibo.. ma non era lui.

Quello che apparve davanti ai miei occhi furono delle scarpe femminili e il suo profumo nauseante per la sua dolcezza riempì tutto l'ambiente. Lasciai che il mio sguardo attraversasse le sue gambe lunghe, la gonna, la camicia di seta rossa, le punte dei capelli biondi con la piega perfetta e i suoi occhi celesti glaciali.

Lezioni di seduzione per CamilaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora