Per me è una sorta di Hobby

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Aprì lentamente gli occhi, intravedendo due sagome sgranate davanti a lui che non riuscì a distinguere. Era legato a una sedia. A mala pena poteva muovere i piedi. La testa gli doleva. 

"Nathan, Nathan, Nathan" riconobbe subito al voce compiaciuta di Colbert davanti a sé "Non pensavo fossi così coglione da berti tutta d'un fiato la mia commedia" scoppiò in una grassa risata, mentre un altro uomo era nella penombra, visibile solo dal pantalone grigio. La vista tornò pian piano nitida e poté vedere benissimo la faccia Colbert e quel sorrisetto compiaciuto che Nathan avrebbe fatto a pezzi volentieri "Sono davvero così bravo come attore, Ector?"

L'uomo fece un passo avanti, uscendo dalla penombra. Un tizio con spalle larghe, giubbotto nero fino alle ginocchia ed occhi neri, freddi, inespressivi. "Non rompermi i coglioni, Colbert. Fai parlare 'sto bastardo piuttosto. Non abbiamo tempo da perdere" Ector guardò fisso negli occhi Colbert, che abbassò lo sguardo.

"Nathan, Nathan, Nathan" Intrecciò le dita, scricchiolandole una ad una "Ora mi dirai quante armi avete in quel fottuto Bunker o giuro che ti ammazzo all'istante!" L'uomo fu a qualche centimetro dalla faccia di Nathan.

"S-sei un fottuto b-bastardo..." non riusciva ad articolare bene le parole perché gli doleva la mascella.

Colbert estrasse la .9mm dalla sua cintura, puntandola sulla fronte di Nathan "Senti, non voglio farti male, ma se non parli..."

"Fottiti!" Nathan gli sputò in faccia "M-morirò ugua-almente" la mascella doleva ancor di più.

Colbert si tolse lentamente la saliva con la manica della camicia. Poi  con il calcio della pistola lo colpì sulla tempia, facendogli perdere per un momento i sensi. 

"Ma che cazzo fai!" Ector si avvicinò minaccioso verso Colbert. Nathan vide tutto sfocato e le voci suonarono distorte. "E' già messo male! Non serve a un cazzo da morto! Vedi di farlo parlare o sulla quella sedia ti ritroverai tu!" Ector si volse e sparì nella penombra. 

La stanza era illuminata solamente da una piccola lampadina attaccata al soffitto, ma gli angoli e le pareti erano inghiottite dall'oscurità. Quando Ector uscì, sbattendo la porta dietro di sé, Colbert sferrò un pugno a martello sul tavolo "Fottuto bastardo!" digrignò, smorzando l'insulto con i denti serrati. Poi si volse verso Nathan che lo guardava minaccioso.

"Mettiamo subito in chiaro una cosa; odio perdere tempo usando modi civili, per cui faresti meglio a parlare o sarò costretto a farti a pezzi poco alla volta finché non tirerai le cuoia! E fidati, non sai quanto amo farlo, amico!" sorridendo, si diresse dietro le spalle di Nathan. Ci fu un CLACK! seguito poco dopo da un altro, CLACK! Poi Colbert tornò davanti a Nathan con in mano un martello da carpentiere.

"Allora" picchiettò il martello sulla mano "Quanti armi avete nel Bunker?!"

Nathan lo fissò, aggrottando le sopracciglia.

Colbert, inspirando profondamente per la rabbia, gonfiò il petto, alzò in aria il martello e CRACK! colpì il ginocchio sinistro di Nathan che lanciò uno straziante grido di dolore.

"Ti piace, amico?! Vuoi che continuo? Per me è una sorta di Hobby. L'ho affinato su diversi ginocchi e devo dire ognuno reagisce diversamente" Contemplò il martello da tutte le angolature "Però ahimè... mi hai molto deluso, amico. Avrei scommesso che avresti sopportato il dolore, ma invece..." CRACK! un altro colpo sullo stesso punto. Dal ginocchio in poi, da cui fuoriusciva del sangue, Nathan non riusciva più a sentire la gamba. Urlava a squarciagola, mentre Colbert rideva compiaciuto. Poi voltandosi verso la sua sinistra, posò il martello insanguinato sul tavolo. Dopodiché si piegò sulle ginocchia, curvandosi di fronte a Nathan.

"Fa male vero?! Te lo detto che sono bravo, amico!" Guardò per un attimo l'osso del ginocchio che si intravedeva da sotto la carne, poi lo toccò con l'indice. Nathan lanciò un grido lancinante, mentre cercava di muoversi sulla sedia che aveva le gambe ben fissae sul cemento "WOW! Ho fatto davvero un bel lavoro" Colbert fissò il sangue che aveva sull'indice "Per tua fortuna so dove colpire. Il ginocchio è ancora sano, ma non per molto. Un altro colpo e BAM!" Spalancò gli occhi  "Sarai storpio a vita, amico! E tu sai cosa vuol dire essere storpi in questo mondo di merda, vero?! Vuol dire che quei putridi là fuori ti faranno a pezzi in men che non si dica. Sempre se rivedrai la luce del sole!" Colbert si alzò in piedi, scoppiando a ridere a crepapelle, non riusciva a smettere. Mentre Nathan era come paralizzato dal dolore, non riusciva a parlare e ne a pensare ad altro. Sentiva solo un orrendo e indescrivibile dolore al ginocchio.

Poco dopo Colbert smise di ridere, cercando invano di tornare serio, cosa che gli fu al quanto difficile, ma infine riprese in mano il martello "Nathan, Nathan, Nathan..." si mise a ridere di nuovo, smorzando la risata con la mano insanguinata davanti alla bocca "Scusa, non sono affatto professionale! Per questo non mi dici niente. Mi vedi come un pagliaccio ed hai ragione, amico. Sei seduto su questa sedia proprio perché desideri che io faccia un buon lavoro. Ti prometto che al prossimo colpo manderò in il tuo ginocchio in K.O, ok amico?!" Fece l'occhiolino, annuendo fra sé "Dall'altro canto, sono anche un uomo civile e non soltanto un barbaro. Certo, non sono come quei barbari che vivono a New Town. Sai di chi parlo, vero?! Ma non importa! Mi sto dilungando troppo, amico." Nathan lo ascoltava a tratti, poiché le sue grida comprimevano del tutto le frasi di Colbert, ma quello parlava come se davanti a sé avesse solo un uomo che se ne stava in silenzio per tutto il tempo. 

Colbert picchiettò il martello sulla sua mano per qualche secondo, fissando la penombra dietro le spalle di Nathan. Uno sguardo quasi perso nel vuoto. D'un tratto scosse la testa come se avesse provato un lungo brivido dietro la schiena. Nathan ormai non faceva più caso all'uomo, ma solo al suo ginocchio malconcio che voleva stringere nelle sue mani e che non riusciva a toccare. Desiderava solo quello. Come se stringerlo potesse magicamente fargli diminuire il dolore, ma invece le corde lo tenevano ben stretto sullo schienale della sedia di legno, impedendogli di muoversi.

Quando Nathan alzò lo sguardo, stringendo i denti con la mandibola dolorante, vide Colbert con il martello a mezz'aria, il volto dipinto da un sorriso terrificante e gli occhi dilatati come se volessero schizzare via dalle orbite.

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