"E tu, mortale? Chi seiii?" La voce dell'essere fece eco, schiantandosi sulle pareti.
"Io..." Balbettò Nathan. Le sue gambe stavano quasi per cedere.
"Sei entrato nella mia casaaa..."
"Io non..."
"Volevi?!" Tuonò la voce dell'essere. Le pareti tremarono e dal soffitto cadde della polvere."Nathan!" Gridò Eva, spaventata. "Sei stato tu?"
"Certo che è stato lui." Rispose Julien "C'è solo lui là dentro.""Tu non puoiii..." Sibilò la voce.
"Per favore, io... Non sapevo che..."
"Non sei il primooo..." Il suono della voce ruotò attorno a Nathan. "Ma chi sei... tuuu?"
"Sono Nathan." Deglutì, terrorizzato. "E' tu?"
"Io ero qualcuno un tempooo..." Una sagoma nera si staccò dalla penombra delle pareti, proprio dietro le spalle di Nathan. Il suo corpo tremava come un interferenza radio. Si avvicinò all'uomo, fermandosi una volta vicino. "Ero un uomooo... Un contadinooo... Un maritooo... Un padreee..."
Nathan percepì qualcosa alle spalle, e lentamente si voltò. Quando lo vide, rimase pietrificato. La faccia della sagoma, era un dito dalla suo viso. L'oscurità del suo volto, un buco nero che risucchiava ogni granello di luce. Nathan sentiva le gambe cedere, ma resistette. Voleva fuggire, allontanarsi da quel posto, ma rimase lì. Aveva paura che l'essere l'avrebbe ucciso ancor prima di aver mosso un piede.
"La mia porta è chiusaaa..." Sussurrò l'essere. "Doveee... Seiii... Entratooo..?" Sibilò.
"D-Dal tetto." Nathan istintivamente indicò il tetto con il dito. Poi lo ritrasse subito, per paura che glielo staccasse.
"La mia porta è chiusaaa..." Ripeté di nuovo l'essere. "Sono passati anniii... Moltissimi anniii... Ho perso tuttooo... Il mio unico figlio divorato dalle radiazioniii... Ho visto le sue carni divorate dai corviii..." La sua voce diventò quasi un tuono. "Voiii... Voiii e le vostre armiii... Avete distrutto tuttooo..."
"M-ma io non ho fatto nulla." Disse Nathan intimidito.
"Siamo tutti partecepiii..." Sibilò la voce, penetrando il cervello di Nathan. "Non ho potuto aiutare mio figliooo... Erooo... Mortooo... Intrappolato qui dentrooo... Per sempreee..." L'ultima frase rimbalzò sui muri del granaio. "Ho soffertooo... Veduto la morte di mio figlio e mia moglieee... Lei era sopravvissutaaa... Ha resistito alle radiazioniii... Ma i vermi la inghiottironooo..." La voce tuonò nel granaio, pezzi di intonaco del tetto caddero sul pavimento. " Poi la sagoma s'ingigantì. Le pareti diventarono nere. Nathan si vide come inghiottito da un'oscurità impenetrabile. Il cuore gli batté impazzito, le mani tremavano. Pensò che fosse morto, che il vuoto l'avesse reclamato. Poi sentì qualcosa. Una voce femminile. Prima debole, poi forte. Era Eva che lo chiamava. L'oscurità arretrò, mentre il mondo lentamente riappariva. Lottavano silenziosamente luce e oscurità, lottavano per averlo. Poi, i tentacoli oscuri svanirono, lasciando visibile la sagoma nera di nuovo di fronte a lui. Nathan sentiva il suo sguardo addosso, anche se non aveva occhi. Poi l'essere arretrò lentamente, finché svani nell'ombra dei muri. Nathan tirò un sospiro di sollievo. Si voltò verso la porta d'entrata sbarrata delle assi. Poi sentì qualcosa alle spalle. Una flebile ventata gelida sulla nuca. Fu scaraventato contro le assi, che si ruppero, e volò fuori dal granaio. Eva e Julien lo seguirono con gli occhi. Finì per terra. Le assi si sbriciolarono come carbone al vento, mentre il granaio crollò su sé stesso. Eva e Julien corsero giù dall'avvallamento, spaventate. La polvere delle macerie si espanse tutt'attorno, levandosi poco dopo in cielo.Eva si precipitò da Nathan, alzandogli la testa: "Tutto bene? Stai bene? Rispondimi!"
Nathan aprì lentamente gli occhi. Il mondo sgranato, circondato da una nube di polvere. Vide il viso di Eva, prima sdoppiata e poi normale. Non riusciva a mettere a fuoco. Sbatté più volte le palpebre. Poi vide Julien guardarsi attorno, avvolta dalla nube di polvere. Tossì. Tutti tossirono per la polvere che filtrava nei polmoni. Eva cercò di far alzare Nathan, ma cascò su di lui. La nube lentamente si dissolse. Il cielo plumbeo comparve sulle loro teste, e del granaio rimase solo un cumulo di pietre. Nahan si mise seduto e tossì, mentre Eva gli sorrise. Julien lo scrutò con gli occhi ridotti a due fessure. Poi Nathan voltò la testa. Vide qualcosa, o pensò di averla vista. Un bambino con una maglietta bianca e un orso come logo, in piedi sui detriti del granaio. Lo fissava con quei penetranti occhi bianchi. Poi lentamente scomparve, reclamato dal vento.
"Cosa stai guardando?" Chiese Julien, guardando la direzione in cui guardava Nathan.
"Ho visto un bambino." Rispose Nathan, incredulo.
"Un bambino?" Aggiunse Eva. "Io non ho visto niente."
Julien rimase per un momento in silenzio, poi disse: "Cosa è successo nel granaio?"
"Un essere... Ho parlato con lui... Era completamente nero..." Nathan era molto confuso.
Julien aggrottò la fronte, ma non disse nulla.
"Poi sono s-stato come inghiottito d-dall'oscurità... Pensavo d-di... Pensavo di essere m-morto..." Nathan faticava ad articolare le parole. Ogni parte del suo corpo tremava "La sagoma è... scomparsa n-nell'ombra delle pareti. M-mi son voltate ed ho..." Nathan si fermò di colpo.
"Ed ho?" Chiese Julien, non capendo cosa Nathan stesse farfugliando.
"...Ho sentito un vento gelido dietro il collo e... Sono stato sradicato contro le assi..."
Julien si voltò di scatto verso il cumulo di macerie. Non vide nessuno.
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Contagion
Science FictionIl cielo casca sul mondo ignaro dell'imminente distruzione. La musica del silenzio prepara l'ascesa al caos. Case, strade, città, tutto viene distrutto, bruciato dalle fiamme, disintegrato dalle bombe. L'odio affligge i sopravvissuti e la speranza r...