Il furgone si fermò. Colbert aprì la portiera posteriore e saltò giù, scrocchiandosi le ossa della spalla, delle braccia e delle mani. Infine osservò il panorama. Alberi bruciati e neri come la pece, si stagliavano per diversi metri. Una terra arida, sterile e senza vita ricopriva come un manto di morte la zona. C'era una grande fossa di diversi metri nel mezzo. Ammassati uno sopra l'altro un centinaio o forse più di cadaveri in decomposizione. Ad alcuni erano rimaste solo ossa, mentre ad altri i vermi bacchettavano sulle loro carni putrescenti. Tra i corpi c'erano anche bambini. Colbert guardò giù e ci sputò sopra. "Vermi!" poi si volse verso il furgone. L'uomo paffuto, aiutato da un altro uomo, prese Nathan incosciente da sotto le braccia e si diressero verso la fossa.
Uno schiaffo! Nathan aprì gli occhi tumefatti. Il viso compiaciuto di Colbert fu la prima cosa che vide. "Ben svegliato!" si mise a ridere, allargando le braccia e girando su se stesso "Benvenuto in paradiso, Nathan!" rise a crepelle, mentre i due uomini prima si guardarono tra loro e poi risero falsamente "Dio ha un occhio particolare per questo posto. E' un posto speciale, amico! Molto speciale! Qui le povere anime tormentate fanno ritorno nelle braccia del padre. Questa terra è sacra! Guardati attorno, amico. Dio qui ti può vedere."Odore di morte e sofferenza impregnava l'aria. Poi Colbert strinse il mento di Nathan con le dita, scrutandogli il viso. "Ho fatto proprio un bel lavoro!" e sorridendo, gli tirò un pugno allo stomaco. "Ti confesso una cosa: questo è il mio posto preferito. Silenzio e odore di morte ovunque. Guarda il terreno." Colbert indicò con il dito la terra "La terra è morta. L'abbiamo violentata, stuprata e sfruttata finché un bel giorno, non abbiamo deciso di ucciderla. Lo so, lo so, dirai che volevamo uccidere altre persone, nazioni, razze e non la terra. Ma devi sapere che la guerra è guerra, amico. Ci vanno tutti di mezzo primo o poi, anche il nostro caro mondo!" scoppiò a ridere, guardando il cielo plumbeo, mentre gli altri due uomini si guardarono entrambi confusi. "Sono un uomo di lunghe vedute, amico. Dove c'è merda io vedo oro, dove c'è oro io vedo merda. Qui vedo solo oro. Tantissimo oro. Dappertutto! E' fantastico, non trovi? Immagina la terra ricoperta di merda. Un infinità di merda ovunque. Solo in quel momento vedremo l'oro, soltanto in quel cazzo di momento capiremo quanto siamo stati tutti dei coglioni! E infine, dalla merda nascerà un uomo che non temerà niente. Nessuno! Sarà un uomo nuovo. Più intelligente! Più consapevole!" urlò al cielo, sferrando un pugno in alto "Solo a pensarci mi eccito, cazzo! Sarà come la fenice che rinasce dalle sue ceneri. E' grandioso!" urlò un altra volta. D'un tratto tornò serio, come se ci fosse un altro al suo posto "Uccidetelo e mettetelo con gli scarti!" si diresse verso il furgone. Era passato dall'euforia, alla serietà più totale in un attimo.
L'uomo paffuto estrasse una Glock dalla fondina e la puntò sulla fronte di Nathan, mentre l'altro uomo lo mise in ginocchio a pochi centimetri dalla fossa. I piedi di Nathan già assaporavano il vuoto dietro di lui. L'uomo paffuto lo guardò negli occhi. Non si capiva bene se stesse sorridendo oppure era serio. Si udì un sibilo nell'aria. L'uomo paffuto cadde a terra con una freccia pianta nella gola. Stringeva le mani attorno al fiotto di sangue che sgorgava fuori, mentre moriva soffocato dal suo stesso sangue. Colbert si voltò di scatto e guardò per un attimo l'uomo paffuto. Poi entrò nel furgone, mentre una freccia colpì il parabrezza. Se non ci fosse stato, il colpo sarebbe andato a segno. L'altro uomo si girò in tutte le direzione e puntò la pistola impaurito. Poi tentò di scappare verso il furgone, ma fu trafitto al petto da una freccia. Cadde da prima sulle ginocchia, e poi stringendo la freccia con le mani, rovinò sul fianco. Colbert mise in moto il furgone, mentre altre frecce colpirono la portella del passeggero e il parabrezza. Una di esse riuscì a penetrare, ma rimase incastrata nel finestrino. Colbert fuggì via a tutto gas, innalzando dal terreno una polvere densa che si propagò tutto attorno, mentre il rombo del motore si fece sempre più distante.
Una silhouette comparve in lontananza tra la polvere, camminando verso di lui. Poi ne apparve una seconda, ma più bassa rispetto la prima. Camminavano decisi verso Nathan, come se sapessero dove fosse. L'uomo trafitto al petto era ancora vivo e ogni tanto gemeva dal dolore, mentre l'uomo paffuto era morto affogato nel suo stesso sangue con gli occhi fissi e spalancati al cielo. La polvere si diradò, rilevando pian piano un uomo con un berretto invernale nero e un piccola visiera sul davanti. Una barba incolta di diversi giorni e un giubbotto nero con la lettera M all'altezza del petto sinistro. Indossava un pantalone di stoffa marrone chiaro. La donna invece, aveva i capelli neri legati con una coda di cavallo intrecciata più volte e un giubbotto dello stesso tipo dell'uomo, solo che sui fianchi cascava largo. Indossava un jeans grigio strappato all'altezza della caviglia sinistra. I due raggiunsero Nathan.
"Ti prego... n-non..." la voce dell'uomo trafitto dalla freccia suonava flebile, quasi impossibile da udire. "Io non... n-non vi ho f-fatto niente..." era terrorizzato, mentre con un mano implorava pietà. La donna si curvo verso di lui, prese il coltello dalla cintura e lo pugnalò sotto il mento. Poi pulì il sangue sui vestiti dell'uomo, rimise il coltello nella cintura e si alzò. Nathan non sapeva che fare. Gli mancavano le forze persino per implorare pietà, anche se forse non sarebbe servito a niente. Li guardò negli occhi per un po'. Aspettava solo l'abbraccio della morte. Era pronto a morire. Non c'è la faceva più. Per quanto era esausto e sofferente non riusciva più a immaginare il viso di Eva. Le sue labbra morbide. I suoi occhi pieni di energia. Le curve del suo sorriso. La sua voce ipnotica. Aveva perso le speranze di ritrovare Eva. Quello che era successo a lui, era capitato quasi certamente anche a lei. Magari era morta per mano degli sfregiati o peggio... La sua mente non riusciva più a pensare. Si rifiutava. Rigettava fuori perfino un immagine. Qualunque immagine. Il cervello voleva solo spegnersi per sempre. La vista si offuscò e le immagini dell'uomo e della donna, diventarono sempre più sbiadite. Tutt'attorno l'oscurità prese lentamente forma, finché l'abisso lo inghiottì definitivamente.
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Contagion
Science FictionIl cielo casca sul mondo ignaro dell'imminente distruzione. La musica del silenzio prepara l'ascesa al caos. Case, strade, città, tutto viene distrutto, bruciato dalle fiamme, disintegrato dalle bombe. L'odio affligge i sopravvissuti e la speranza r...