Capitolo 21

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Le giornate passano tranquille, in un atmosfera di pace e gioia. Continuo a lavorare la mattina al bar e alcune volte vado a suonare al pub. Tra un mese sarà settembre e proverò ad entrare all'università. Non ci credo ancora, è passato un intero anno, un anno pieno di dolori, dolori che bisogna lasciarsi indietro, dimenticare. Questo è l'anno della speranza, della pace, dell'amore. Questo è il mio anno di felicità.
"Ciao piccola" mio fratello viene ad abbracciarmi
"Ciao fratellone" ho gli occhi pieni di lacrime ma non posso farmi vedere così, non da lui.
"Allora come prosegue questo studio?"
"Bene, sono ottimista, penso di farcela"
"No, non pensi, tu ce la farai perché ti conosco sorellina, tu sei intelligente"
"E se non dovessi farcela?"
"Cosa? La tua vita andrà comunque avanti no? Non ti devi arrendere, devi lottare e sperare piccola."
"Ma..."
"Ma tu ci riuscirai piccola, io ne sono sicuro, lo so" mio fratello mi abbraccia e alcune lacrime scendono silenziose sulle mie guance. No, lui non deve vedermi piangere. Lui non può.
"Allora dov'è andato Ermal?"
"È a lavoro" sbuffo
"Qualcosa non va?"
"No è solo che lo vedo sempre meno..."
"Beh dovresti capirlo no?"
"Si, si lo capisco" faccio un sorriso tirato.
"Mangiamo insieme?"
"Si va bene"
"Allora vieni con me" mio fratello mi prende per mano e mi porta fuori casa.
"Ma dove andiamo?"
"Lo scoprirai presto"
"Ma daiii"
"È una sorpresa!"
"Uff" incrocio le braccia al petto e lui sorride teneramente
"Cosa? Perché sorridi così?"
"Sai principessa guardandoti in questo momento, con questo dolce visino e questa posizione del tuo corpo mi sembra vederti quando eri piccola, ricordi?"
"Certo che ricordo" sorrido anch'io rivivendo quei dolci ricordi di bellissimi anni passati.
Arriviamo davanti il parco, ricordi inondano la mia mente...
"Fratellone"
"Si principessa?"
"Voglio andare sull'altalena"
"Certo piccola, vieni ti faccio sedere"
Le mie piccole gambe dondolano senza toccare terra.
"Ti spingo io?"
"Sii" piccole risate di gioia rompevano il silenzio e la tranquillità di quel parco mentre i nostri genitori passeggiavano poco distanti da noi.
"Voglio andare più in alto, voglio toccare il cielo e stare su una nuvola"
"Vuoi andare così in alto? E poi noi? Noi restiamo senza di te"
"Ma io tornerò"
"E come vorresti scendere? La mamma ha detto che lì si trovano i nonni e che non possono più scendere"
"E perché?"
"Perché non si può"
"E perché sono andati li su allora? Non lo sapevano che non si può più scendere?"
"Si, lo sapevano ma non hanno scelto loro di andarci, succede e basta"
"Quindi io non posso scegliere?"
"No, ma se potessi scegliere vi andresti?"
"No, poi come faccio senza te e mamma e papà?"
"Vieni andiamo a sederci sotto l'albero per mangiare"
"Bambini venite che adesso mangiamo, non avete fame?"
"Siii" mio fratello mi aiuta a scendere dall'altalena e insieme corriamo verso i nostri genitori per andare a mangiare insieme.
"Che ne dite se giochiamo tutti insieme a nascondino?"
"Siii"
"Va bene allora papà conta e noi ci nascondiamo, mi raccomando non allontanatevi troppo"
"va bene"
Corriamo, per quel piccolo prato circondato da alberi, giocando felici e ridendo spensieratamente, per tutto il pomeriggio.
"Andiamo a prendere un gelato?"
"Sii" felici passeggiamo ancora.
"Adesso che facciamo?"
"Andiamo a prendere una cioccolata calda?"
"Certo" mano nella mano passeggiamo per le vie della città raggiungendo un piccolo bar caldo e accogliente in cui rintanarci per bere della cioccolata calda.
"Bambini venite entriamo qui, dicono che fanno la cioccolata calda più buona di Milano"
"Ma non prendiamo sempre il gelato mamma?"
"Si tesoro ma adesso fa freddo per prendere il gelato"
"E non possiamo farlo riscaldare?"
"Non sarebbe più un gelato amore"
"Va bene mamma"
"Allora come la vuoi la tua cioccolata?"
"Con il cioccolato mamma!"
"Due cioccolate classiche grazie" dice mio fratello al cameriere...
"Possiamo aggiungerci a voi?" Ermal interrompe la nostra piccola chiacchierata.
"Certo, sedetevi" risponde mio fratello.
"allora sorellina, come stai?"
"Sto bene grazie, tu? Tu stai meglio?"
"Si, non devi preoccuparti per me, io sto bene"
"Ale..."
"Sto bene davvero sorellina" sorride ma in modo poco convincente.
"Lo so che non stai bene, ma non capisco perché non vuoi parlarne con me! Sfogati, parlane con me, io posso aiutarti"
"Sto bene piccola..." sussurra un altro piccolo sto bene ma noto subito la sua voce spezzata.
"Scusate vado un attimo in bagno"
"Lo raggiungo un attimo" Luisa si alza e va via.
"Non preoccuparti piccola a tuo fratello ci penso io... Sai quando ti guarda si sente male, perché pensa che ti ha fatto soffrire tanto, ha paura che tu possa andare via da un momento all'altro, ha paura che tu possa abbandonarlo, a causa sua, ed è vero, è a causa sua e non so se riuscirà a superarlo..."
"Lui non deve sentirsi così male, io sono ancora qui accanto a lui pronta a supportarlo e aiutarlo. Io continuo a volergli bene e non smetterò mai."
"È difficile superare tutto questo, è difficile quando ti guarda non sentirsi un mostro, uno schifo. Non sai quante volte gli dico di passare avanti, non sai quante volte sono corso da lui per calmare le sue crisi. Ma tu non preoccuparti ci penso io a lui e poi c'è anche Luisa..."
"Ma Luisa... Non capisco"
"Vorrei solamente che tu e lui stiate bene, non chiedo molto..."
"Ma io sto bene..."
"Tranquilla piccola a lui ci penso io"
"Oh Ermal non so come ringraziarti"
"Ti amo piccola, sei entrata nel mio cuore, ti amo e farei di tutto per te..."
"Oh Ermal anche io ti amo"

Piccola Anima Disobbedisci Perché è Vietato MorireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora