Capitolo 17

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La sera vado al pub per suonare ma alla fine mi ritrovo a fare amicizia con gli amici di Ermal
"Piacere io sono Dino"
"Piacere mio Beatrice" dico sorridendo e stringendogli la mano
"Noi ci siamo visti al bar no? Comunque io sono Roberto"
"Si, l'abbiamo vista al bar, comunque  io sono Emiliano"
"Ma scusa, fare rispondere a lei no?" Rido per i due ragazzi che bisticciano
"Beatrice" dico stringendo ancora una volta la mano
"Bea vieni... Lui è Andrea" dice Luisa tirandomi per il braccio
"Ah mister belloccio si... Piacere Beatrice" tutti ridono e lì mi rendo conto di aver dato voce ai miei pensieri
"Oh Ermal ma com'è che per la tua ragazza tu sei Carino ed io Belloccio?"
"Oh guarda che Belloccio supera il carino eh" dice un altro amico intromettendosi
"Marco tu stai zitto che non solo hai le scimmie urlatrici in testa ma secondo Bea hai la faccia da pesce" tutti scoppiano a ridere mentre io divento rossa e abbasso la testa intimidita.
Finita la serata torno a casa con Ermal.
"Allora ti sei divertita?"
"Si grazie Ermal"
"E per cosa?"
"Per essere al mio fianco"
"Beh allora grazie a te che me lo permetti" gli sorrido e non posso fare a meno di pensare a quanto importante è diventato per me.
"Ho notato che mio fratello non era in quel pub stasera"
"Già... te lo ha promesso e si sta impegnando molto per mantenere la promessa fatta e poi sta seriamente male... Ha realizzato solo adesso tutta la situazione e credo li sia crollato tutto addosso"
"Ti prego Ermal stai accanto a lui, aiutalo"
"Te lo prometto piccola" mi bacia dolcemente per poi stendersi nel letto accanto a me.
"Voglio solo dormire con te, nient'altro lo giuro, non ti farei mai del male, lo sai vero?" Lo guardo negli occhi annuendo quasi in modo impercettibile, poi sorrido e gli lascio un bacio in bocca.
"Allora dormiamo, buonanotte Ermal"
"Buonanotte piccola" mi lascia un bacio sulla fronte e abbracciati ci addormentiamo.
La mattina vengo svegliata da un ammasso di ricci che mi solleticano il volto, e dal suono di una chitarra, abbasso lo sguardo e vedo Ermal dormire sul mio petto con i suoi capelli che mi solleticano in viso. Ma allora chi suona?
Sorrido e lo accarezzo leggermente pensando a ciò che in questi mesi mi è successo. Tutto andava in fumo, il mio cuore era oppresso. Ho indossato un paio di ali e adesso tutto sembra andare meglio. È tutto così strano ed è successo tutto così velocemente... Pensavo di non lo riuscire più a rialzarmi, pensavo di sprofondare e invece sono qui a vivere e non sopravvivere come pensavo di fare, sono qui a dare ancora fiducia a provare a vedere solo il lato positivo delle cose. Guardo Ermal e sorrido senza nemmeno rendermene conto, sorrido felice di non essere più così tanto sola. Ma allora perché c'è un peso che mi attanaglia? Perché non sembra che io stia vivendo a pieno la mia vita? Perché sembra tutto cosi poco reale? Guardo ancora Ermal e sorrido. Ermal tutto ciò che mi è rimasto. Ermal mi ha teso la mano e tolto da quel precipizio in cui credevo di finire. Non so come ringraziarlo, non pensavo che potesse diventare così importante per me. Lo guardo e il mio cuore urla di gioia e urla tutto l'amore che provo per lui. Lo guardo per un ultima volta, sorrido e mi alzo. Vado in cucina e preparo la colazione. "Ermal non so il motivo ma sento di appartenerti, forse è presto per dirlo ma TI AMO. Buona colazione ci vediamo dopo..."
Lascio questo bigliettino accanto la colazione e vado al bar. Inconsciamente passo davanti la mia vecchia casa e guardandola penso a mio fratello, chissà cosa fa, sta bene? Sta male? Si sente solo, abbandonato, non capito? È riuscito a superare il suo dolore?
Non lo so... Spero solo che Ermal riesca ad aiutarlo... Lo merita è un bravo ragazzo, ha solo avuto un brutto periodo e io non sono riuscita ad aiutarlo. Che sorella sono? L'ho abbandonato... Così senza aiutarlo...
Non sono stata una brava sorella ma spero che un giorno mi possa perdonare. Spero che mi perdoni per essere fuggita, per averlo abbandonato.
Continuo a camminare fino a raggiungere il bar.
"Sei in ritardo oggi, tutto bene?"
"Buongiorno signora, mi scusi per il ritardo, si tutto bene grazie, lei con sta?"
"Sto bene tesoro grazie"
"Lasci fare a me, pulisco io" sorridendo inizio a pulire i tavoli.

La sera mi sveglio in un letto con Ermal accanto a me. Non capisco, non ricordo nulla di quella giornata, guardo l'orologio, sono le sei del mattino. Caspita devo andare a lavoro.
"Buongiorno piccola" Ermal si avvicina e mi bacia la guancia teneramente
"Buongiorno" sorrido
"Oggi arriva mia madre ti va di conoscerla?"
"Arriva tua madre?"
"Si, ho invitato la mia famiglia per natale, ricordi?"
"Certo che lo ricordo?" Ma non è ancora ottobre?
Sembra tutto più confuso, tutto più offuscato e meno chiaro. Cosa sta succedendo? Passo davanti al salotto per andare in cucina, il salotto è già decorato con l'albero di natale e vari addobbi, ma perché io non ricordo nulla?
"Ehy piccola stai bene? Che succede?" Sento Ermal parlare ma quando mi giro non c'è nessuno. Vado da capo in camera dove trovo Ermal che dorme beato. Ma allora chi ha parlato? L'ho immaginato?
Non lo so e poco importa, una strana forza  interiore mi spinge a sdraiarmi nel letto accanto a Ermal. Così lo abbraccio e cado nell'oblio.

Spazio autrice:
Mi scuso con chi leggeva questa storia per non aver aggiornato più ne tanto meno avvisato. Ma ho avuto un momento no... ancora adesso c'è qualcosa che mi opprime ma avevo voglia di scrivere qualcosa.

Piccola Anima Disobbedisci Perché è Vietato MorireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora