Capitolo 8

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[Ermal]

"Marco? Che c'è?" Chiedo aprendo la porta
"Adesso tu esci con me e Andrea" dice spingendomi
"Ma non mi va, lascia stare"
"No forse tu non hai capito, non è un invito, tu devi venire con noi e basta. Vai a vestiti se no ci penso io" lo guardo capendo che non cambierà mai idea.
"Sono pronto"
"Ermal sei solo con le mutande"
"E quindi?"
"Vai a vestiti idiota, poi ho io le scimmie urlatrici in testa"
"Ma non mi va di vestirmi"
"Ok ci penso io" mi trascina nella mia stanza e aprendo l'armadio butta fuori un paio di jeans e una maglietta.
"Vuoi metterli da solo o devo pensarci io? No perché sai io preferirei la prima" senza dire niente mi vesto.
"Almeno mi dite dove stiamo andando?" Finito di vestirmi Marco mi ha portato davanti la macchina dove c'era Andrea e adesso eravamo diretti non so dove.
"Ecco siamo arrivati" si ferma davanti un pub
"Non mi va, potreste riportarmi a casa?"
"No!" Dicono in coro Marco e Andrea. Questo mi fa sorridere, sono degli ottimi amici e spesso mi chiedo cosa farei senza di loro. Sono stato fortunato ad incontrarli.
Scesi dalla macchina entriamo nel pub e ci sediamo in un tavolo. Una giovane ragazza con una voce bellissima sta suonando la chitarra, poi le luci si abbassano permettendomi di vederla in faccia.
"M-m-marco?" Lo chiamo scuotendolo per il braccio
"Oh che c'è? Sembra che tu abbia visto un fantasma"
"La ragazza Marco, è qui"
"Lo so amico, Andrea si sta frequentando con la sua amica, che è la padrona del pub e gli ha detto che lei suona tutte le sere qui e quindi eccoci qui"
"Ma io... Io vi amo!" Dico felice.
"Scusa amico ma vedi io faccio la parte dell'uomo, non so te..."
"Anche io..." dico ormai ridendo
"Questo è un bel problema" ridiamo
"Ma sapete anche come si chiama?"
"No, pensavo che tu lo sapessi"
"No..." resto a fissare la ragazza parlando con Marco.
"Perché non canti qualcosa tu?"
"Ci stavo pensando..."
"Bene allora vai"
"Sono un po' nervoso"
"Forza Ermal vai!" Dice spingendomi. Mi avvicino riluttante alla ragazza
"Ciao" dico
"Cosa vuoi?" Chiede annoiata, caspita non mi sopporta proprio, in fondo non gli ho fatto niente, sono un po' insistente e forse ritrovarsi di notte a casa di uno sconosciuto l'ha scombussolata un po' ma alla fine voglio solo aiutarla...
"Posso suonare qualcosa io?" Chiedo, la ragazza mi guarda e poi annuisce dicendo "Certo, accomodati pure"
"Grazie" rispondo sorridendo
"Tratta la bene" dice passandomi la sua chitarra. Sorrido e mi siedo pensando a che canzone suonare. Magari se suono lettera a mio padre capisce che anche io ho passato brutti momenti e che può fidarsi di me. Inizio a suonare e a cantare, a volte la guardavo di sfuggita e, a parte le sue smorfie, sembra essere persa tra i suoi pensieri e delle piccole lacrime scorrono sulle sue guance. Oh ma cosa hai dovuto passare?
Finita la canzone mi alzo passando la chitarra a Marco che vuole suonare qualcosa. Mi giro verso la ragazza ma lei non c'è più, la cerco per il pub, trovandola poco dopo in bagno. La guardo, è a terra, con le unghie graffia il suo polso già pieno di sangue mentre delle lacrime scorrono sul suo volto e il suo sguardo è perso nel vuoto. Guardare la ragazza in questo stato mi fa stare malissimo, ti aiuterò piccola.
"Basta! Ma cosa fai?" Dico avvicinandomi alla ragazza e separando le sue braccia. Appena tocco le sue braccia la ragazza si allontana da me spaventata. Ha paura... di me.
"Perché non mi lasci in pace? Cosa vuoi da me?" Mi urla contro arrabbiata. Chissà per quanto tempo ha tenuto tutto dentro.
"Ehi, va tutto bene, io non voglio farti del male. Io voglio aiutarti" dico dolcemente cercando di calmarla.
"Tu sei un brutto bastardo! Mi hai rubato il diario. Devi farti gli affari tuoi hai capito?" Il diario? Ah il suo quaderno, allora mi odia per questo? Certo ho infranto la sua privacy infondo erano cose molto private.
"Ok, mi farò gli affari mie, mi toglierò dai piedi ma prima fatti aiutare" dico calmo, non mi toglierò dai piedi fino a quando non so che è al sicuro e che sta bene e anche se poi dovessi togliermi dai piedi lei resterà nel mio cuore. Vedendo che non ribatte continuo a parlare
"Stai sanguinando dal braccio" si guarda il braccio come se non se ne fosse accorta.
"So cavarmela da sola, grazie." Dice tirando fuori dalla tasca un fazzoletto e bagnandolo, lo avvolge intorno al braccio e mette di sopra i suoi braccialetti. Si lava la faccia e senza dire una parola esce dal bagno. La seguo vedendola salire su quel piccolo palco sorridendo e riprendendo a suonare. Caspita ho visto tutta la sua debolezza un attimo prima e adesso là sopra sembra così forte, come se nulla potesse ferirla.
Mi siedo in un tavolo guardando quella piccola ragazza che là sopra sembra un lupo. Ormai Marco è sparito e Andrea è attaccato a quella ragazza che prepara i cocktail. Poco prima che il pub chiudesse saluto Andrea ed esco fuori. Dopo dieci minuti la ragazza esce dal pub e da lontano la seguo. Forse può sembrare inquietante tutto ciò ma ho il bisogno di scoprire perché quella sera era in quella strada.
La vedo entrare nel bar dove lavora e chiudere tutte le porte. Ma cosa ci fa la dentro? Aspetto fuori dal bar, forse ha dimenticato qualcosa e adesso esce, o forse inizia adesso a lavorare. All'improvviso vedo arrivare una signora.
"Tu chi sei?... Ermal?" Chiede avvicinandosi a me quasi timorosa. Ma come fa a sapere il mio nome?
"Signora che succede?" Chiedo
"Qualcuno è entrato nel mio bar" prima che potessi rispondere arrivano i carabinieri e la signora apre il bar.
"Lei chi è? E cosa ci fa qui?"
"Stavo tornando a casa, ero qui per caso quando è arrivata la signora"
"Tesoro, cosa ci fai qui a quest'ora?" Dice la signora guardando la ragazza.
"Signorina cosa ci fa in questo bar alle cinque e mezzo? E da quanto tempo è qua?" Chiede uno dei carabinieri
"Sono qua dalle cinque di questa mattina perché avevo bisogno di riposare" risponde lei.
"Non ha una casa?" Chiede ancora
"Si ma sono uscita tardi da lavoro e tra un ora dovevo aprire il bar, quindi avevo pensato di venire direttamente qui. Davvero non ho rubato nulla, potete controllarmi" dice spaventata
"E cosa ci faceva quest'uomo fuori dal bar?" Chiede il carabiniere indicandomi
"Non lo so, è da qualche giorno che mi segue, ma non lo conosco" mi sa che sono finito nei guai.
"La segue?"
"Si, anche la signora può dirgli che qualche giorno fa insisteva per parlare con me, ma io non conosco quest'uomo" deve essere proprio spaventata da me. Ma che ho fatto? Povera ragazza, forse dovrei allentare la presa.
"Signora quindi lei non vuole sporgere denuncia giusto?"
"Si agente, conosco la ragazza e posso fidarmi di lei" sorride
"E riguardo l'uomo vuole prendere provvedimenti?" Mi guarda mentre nella mia testa prego perché dica di no.
"No" per fortuna, tiro un sospiro di sollievo.
"Bene arrivederci"
Usciti i carabinieri la donna accarezza la ragazza.
"Tesoro, non devi lavorare così tanto. Sai che se arrivi anche due ore dopo non ti succede niente vero?" Chiede la donna
"Ma come farebbe lei?"
"Beh troverei il modo di lavorare bene, comunque non è che non torni più, semplicemente arrivi un ora dopo" ascolto senza dire nulla
"Mi spiace di averla fatta spaventare"
"Tranquilla tesoro"
"Adesso tu vai a riposare. Questo bel giovane può accompagnarti" dice la donna sorridendo. Come può mandarla via con uno sconosciuto, che tra l'altro, a detta della ragazza, la perseguita?
"Cosa?" Chiede stupita
"Ti assicuro che è un bravo ragazzo tesoro. Lo conosco e conosco sua madre. Puoi fidarti di lui. La scorsa volta non lo avevo riconosciuto, è cresciuto così tanto dall'ultima volta che l'ho visto ma poi ripensandoci ho ricordato" dice la donna sorridendo, aspetta mi conosce? Conosce mia madre? Beh almeno è spiegato come sappia il mio nome
"Dai vieni ti accompagno a casa" dico non esprimendo i miei dubbi.
La ragazza annuisce ed esce fuori senza salutare la donna.
"arrivederci" dico sorridendo alla signora
"Ciao Ermal" dice sorridendo. Gli sorrido ed esco fuori affiancando la ragazza.
"Dove devo accompagnarti?" Dico
"In nessun posto grazie, posso andare da sola"
"Ne sei sicura?" Chiedo.
"Si, grazie tante"
"Ok, va bene" devo sforzarmi per non essere troppo appiccicato a lei e insistere. La guardo andare via mentre io faccio finta di andare dalla parte opposta. La seguo in lontananza. La vedo scavalcare il cancello del parco e nascondersi tra le piante. Adesso ho la conferma, la ragazza non ha una casa. Aspetto fuori dal parco fino a quando, alle sette, un uomo apre la villa ed entra. Entro anche io e mi avvicino al punto dove ho visto scomparire la ragazza. La guardo, sta dormendo, la prendo in braccio e la porto a casa mia. Ad aspettare fuori c'è Marco.
"Ermal!"
"Shh Marco stai zitto" il mio amico mi guarda e annuisce.
"Puoi aprire tu? Le chiavi sono in tasca" sussurro, Marco annuisce e prendendo le chiavi apre casa. La porto nella mia stanza e la faccio riposare sul mio letto. Torno in cucina dove Marco mi sta aspettando.

"Vuoi raccontarmi cosa è successo?"
"Marco posso chiamarti dopo? Davvero voglio aspettare che si svegli per non farla scappare via di nuovo"
"Amico davvero sei ossessionato, fai anche un po' paura"
"Marco la ragazza non ha una casa, dorme nel bar dove lavora o per strada, devo aiutarla"
"Si amico ma dimentichi che lei non vuole il tuo aiuto"
"Lei ha solo paura, devo farle capire che io non voglio farle del male"
"Stai usando il metodo sbagliato allora, dai ci sentiamo dopo"
"Va bene, a dopo" Marco va via e io torno nella mia stanza, sedendomi nella sedia per aspettare che si svegli.

Piccola Anima Disobbedisci Perché è Vietato MorireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora