Capitolo 9

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Mi sveglio ma non tocco la freschezza del prato ma qualcosa di dannatamente comodo.
Oddio dove sono finita adesso?
Scatto seduta sul letto e subito una figura attira il mio sguardo.
"Buongiorno, finalmente ti sei svegliata" dice sorridendo.
Forse dovevo denunciarlo.
"Cosa vuoi da me? Perché sono qui?"
"Sei qui per riposare e rimanere al sicuro. Sai, il parco non è un posto dove poter dormire spensieratamente" dice serio.
"E cosa vuoi da me?" Ammetto di avere paura e che sono pronta a picchiarlo e scappare via.
"Aiutarti, davvero io non voglio farti del male, stai tranquilla"
"Io non ho bisogno di niente, grazie"
"Hai bisogno di un posto dove dormire"
"Io ho una casa"
"E allora perché non ci vai?"
"Non sono affari tuoi"
"Sono le due, vuoi pranzare? Dammi solo un opportunità, se poi non vuoi essere aiutata sarai libera di andare"
"Perché vuoi aiutarmi a tutti i costi?"
"Perché all'inizio qualcuno ha aiutato me e la mia famiglia"
"In che senso?"
"Ci hanno offerto una casa senza pagarla, almeno al momento e poi quando mia madre ha iniziato a lavorare ha potuto pagare. Ma se non ci offrivano una casa saremmo rimasti fuori"
"Io non ho bisogno della pietà di nessuno"
"Non voglio aiutarti per pietà"
"Allora perché?"
"Non hai mai aiutato nessuno tu?"
"Si, ho aiutato qualcuno"'
"Lo hai fatto per pietà?"
"No"
"E allora perché lo hai fatto?"
"Perché il mio cuore diceva che era giusto aiutare quelle persone"
"Perfetto, posso aiutarti?"
"Io non voglio vivere a casa di uno sconosciuto"
"Non devi viverci, quando hai bisogno di dormire vieni qui, sai cosa poteva succederti la notte che ti ho portato qui? Un uomo ubriaco si era avvicinato a te e se non intervenivo spingendolo via non so cosa poteva succederti"
"Mi sarei svegliata e mi sarei difesa"
"Ti ho portato in braccio fino a casa mia e tu non ti sei accorta di niente"
"Avevo bisogno di riposare mi dispiace" forse non vuole davvero farmi del male, insomma se è vero che mi ha protetto una volta e non mi ha fatto nulla perché dovrebbe adesso?
"Non te lo sto dicendo perché mi hai dato fastidio o disturbo ma per farti capire che è pericoloso"
"Ho capito, allora quando avrò bisogno di dormire verrò da te, grazie"
"Di nulla. Ecco questo credo sia tuo" mi porge il mio diario e io lo prendo stringendolo a me.
"Volevo dirti che non l'ho rubato, qualche giorno fa ti sei scontrata con il mio amico Marco e ti è caduto questo"
"E come facevi a sapere che è il mio?"
"Diciamo che quella sera volevo sapere perché tuo padre ti avesse lasciato per strada"
"Oh... Lo hai letto quindi?"
"Si, mi dispiace, non volevo farmi gli affari tuoi"
"Certo..."
"Davvero scusami"
"Quindi sai tutto?"
"No, non so nulla oltre il fatto che i tuoi sono morti, che vivi per strada e hai due lavori" lo guardo
"Bene, direi che sai già molto" ribatto stizzita, non mi piace che le persone si facciano gli affari miei.
"Cosa? No! Non so nemmeno il tuo nome "
"Beatrice"
"Beh io sono Ermal, piacere" dice porgendomi la mano, che io stringo. Bene sa rispettare anche le distanze.
"Ti va di mangiare?"
"Uhm... ok" lo seguo in cucina
"Guarda che puoi sederti, non mangiano mica" mi dice sorridendo e imbarazzata mi siedo.
"Cosa vuoi mangiare?"
"Un toast può andare bene, al massimo un panino grazie"
"Solo questo?"
"Si, va bene così grazie"
"Ok allora lo preparo subito, hai preferenze? Salumi, nutella, marmellata..."
"Tranne la nutella va bene tutto"
"Niente nutella?"
"No, è troppo dolce per i miei gusti... così tanto che mi lascia la bocca amara"
"Ok allora metto patatine fritte e salame, va bene?"
"Si grazie" sorrido
"Ehm le patatine sono di ieri va bene lo stesso vero?"
"Si va benissimo davvero, grazie mille"
"Ok ecco fatto" porta due panini, uno per me e uno per se.
Finito il panino io sono già piena ma il ragazzo no.
"Non c'è nulla in questa casa" dice tirandosi il ciuffo
"Io, ecco, io se vuoi posso cucinare qualcosa, se non ti da fastidio"
"Cosa dovrebbe darmi fastidio?"
"Non lo so, magari ti infastidisce che un estranea tocchi la tua cucina... le tue cose"
"Non ti avrei portata qui se fosse stato così, non trovi?"
"Si, si hai ragione, scusa"
"Quindi... sai cucinare la pasta?"
"Si, come posso farla?"
"Uhm... Ho del pesto di pistacchio in frigo"
"Ok ci penso io... posso?"
"Certo che puoi"
Mi porge una pentola e una padella e inizio a cucinare.
"Buona, caspita è buona, sicura che non vuoi assaggiare?"
"Si non ho fame grazie, ma sono felice che ti piaccia"
"Davvero sai cucinare benissimo"
"Ehm grazie" dico sorridendo
"Beh quanti anni hai?"
"Ho 18 anni"
"Sei piccolina"
"Già... E tu?"
"Ne ho 34"
"Ah, ehm pensavo ne avessi 20 o qualche anno in più... caspita che maleducata posso darti del tu? Che poi lo sto già facendo che idiota però..." dico velocemente e imbarazzata
"Stai calma, tranquilla puoi darmi del tu, se no mi fai sentire vecchio. Sono vecchio?" Dice sorridendo
"Ti senti vecchio?"
"No, per nulla"
"Bene allora non lo sei, infondo non è l'età che conta, no?"
"Già..." sorride
"So che è un tasto debole ma ti va di raccontarmi cosa ti è successo?" Mi chiede
"Mi ospiti a casa tua, devo dirti per forza qualcosa, no?"
"No, non voglio obbligarti a parlare con me" lo ignoro, faccio un piccolo sorriso e inizio a parlare
"Io... i miei genitori erano medici, tornavano da lavoro e hanno avuto un incidente stradale. Mio padre ha provato a proteggere mia madre, ma sono morti entrambi sul colpo... Da quel giorno sono cambiata molto a tal punto da non andare più d'accordo con mio fratello così abbiamo separato le nostre strade" ok è una mezza bugia ma non voglio raccontare tutto di me.
"E la casa dove abitavi con la tua famiglia?"
"L'ha tenuta mio fratello"
"E ti ha mandato per strada?"
"No, sono stata io a voler andare via. Tutto in quella casa parla dei miei genitori e non riuscivo più a stare la dentro senza soffrire per loro"
"Perché non hai affittato un'altra casa o una stanza di hotel?"
"Voglio andare all'università l'anno prossimo, quindi i pochi soldi che guadagno mi serviranno"
"Oh, e nessuna amica poteva ospitarti?"
"Nessuno sa che non ho una casa, sanno solo che non vivo più in quella di casa"
"Perché non hai chiesto aiuto ai tuoi amici allora?"
"Perché posso cavarmela da sola"
"Ok, beh mi dispiace"
"Non dovrebbe"
"Perché no?"
"Perché ci sono persone che vivono di peggio"
"Cosa c'è peggio di non avere una casa?"
"Nulla, non ci può essere nulla di peggio. Non se però consideri una struttura una casa"
"Non ho capito"
"Se hai un appartamento ma non hai nessuna famiglia questo è il peggio. Se hai una famiglia ma non hai una casa, si è brutto, ma hai la tua famiglia. No?"
"Si, hai ragione" prova ad abbracciarmi e subito mi scanso
"Io... Scusami non volevo" dice guardandomi
"Scusa ma vedi non mi piace molto il contatto fisico"
"Tranquilla, scusa" dice facendo un sorriso tirato. Beh credo abbia capito che non deve toccarmi.
"Lavori?"
"Si, lavoro"
"E che lavoro fai?"
"Diciamo che scrivo"
"Sei uno scrittore? Hai già pubblicato qualcosa?"
"Si, ma non per me, vedi io non scrivo libri, scrivo canzoni"
"Ah beh bello no?"
"Si" sorride
"Hai anche una bella voce, perché non fai il cantante?"
"Diciamo che prima avevo una band con anche qualche fan poi ho lasciato, avevo bisogno di stare con me stesso. Ma quest'anno ci proverò"
"Oh beh spero che ci riuscirai" gli sorrido
"Grazie, anche tu hai una bella voce"
"Grazie" dico imbarazzata
"Potresti fare la cantante secondo me"
"Uhm grazie tante ma non mi piacerebbe"
"No?"
"No, so già cosa voglio fare, devo solo realizzarlo adesso"
"Allora spero che riuscirai a realizzare questo tuo grande sogno" mi sorride
"Posso farti una domanda?"
"Certo che puoi"
"La canzone che hai cantato ieri sera..."
"Lettera a mio padre..." dice sussurrando
"Chi l'ha scritta e chi la canta?"
"Uhm l'ho scritta io e la canto io" dice guardandomi negli occhi. Rimango immobile a pensare, dopo un po' parlo...
"Posso fare un'altra domanda?"
"Si..."
"Hai vissuto davvero le percorse di un mostro?"
"Si le ho vissute davvero, tu? Tu hai vissuto qualcosa di simile?"
Devo provare a trattenere le lacrime, caspita anche lui ha sofferto...
"No, io non ho subito nulla del genere. E che fine ha fatto?"
"Il mostro? Sta nel suo paese, in carcere suppongo"
In carcere, è ovvio no? É questo il posto dei mostri senza pietà. E mio fratello? Anche lui dovrebbe stare lì? No, mio fratello non è un mostro.
"Oh... Scusa non voglio toccare una nota dolente. Comunque ho davvero bisogno di andare in bagno... Posso?"
"Certo che puoi, seconda porta a destra"
"Grazie"
Vado in bagno e mi accascio a terra piangendo. No, non mio fratello.
Non so quanto tempo sono rimasta lì dentro ma mi risveglio dai miei pensieri quando Ermal bussa.
"Beatrice tutto bene?"
"Si, si scusami esco subito"
"Tranquilla"
Si allontana e lavo la faccia per togliere le lacrime ma quando alzo il braccio noto il sangue che esce. Cavolo. Apro qualche cassetto fino a quando non trovo dei cerotti. Ne prendo due e medico il mio braccio. Nascondo tutto sotto i bracciali ed esco fuori.
"Ma cosa hai combinato?" Non mi ero accorta di questo piccolo particolare, che idiota che sono!

Piccola Anima Disobbedisci Perché è Vietato MorireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora