Capitolo 18

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Mi dispiace ma non sta bene... Sta peggiorando...
Mi sveglio sentendo questa frase. Ermal è seduto accanto a me sul letto e mi porge la colazione.
"Ermal? Chi è peggiorato?"
"Tuo fratello, la cura con la psicologa che prima funzionava adesso sembra aver smesso... Ha detto che bisogna solo aspettare"
"Che significa che è peggiorato?"
"È peggiorato piccola, sta male"
"Potrà guarire totalmente?"
"È debole, il suo cuore è debole..."
"Lui è forte riuscirà a vincere"
"Non ti avvicinare a lui, potrebbe ancora farti male... Sei bella come tua madre, gli somigli molto..."
"E tu come lo sai Ermal?"
"Ho visto alcune foto... Assomigli così tanto a tua madre che tuo fratello ha iniziato ad odiarti perché sembri lei... Ma lei non c'è..."
"E che colpa ne ho io?"
"Passerà piccola vedrai"
"Ermal..."
"Si piccola?"
"Ti amo..." il mio cuore batte forte
Perché lo hai detto? Ma sei scema? Sai già come finirà... Soffrirai. Ancora e ancora. TU NON PUOI PERMETTERTI DI AFFEZIONARTI A QUALCUNO.
Sai di fare schifo e di non meritare nessuno e che prima o poi tutti se ne accorgono e fuggono via lasciandoti sola. No, non soffrirò ho trovato degli amici e un uomo che mi amano!
È bello il mondo dei sogni vero?
"Piccola, ehy piccola, ascoltami andrà tutto bene, hai capito? Devi stare tranquilla ti prego, fidati di me. Andrà tutto bene"
"Mio fratello..."
"Lui sta bene, tranquilla, è solo... Solo che si sente uno schifo per ciò che è accaduto... Ci vorrà del tempo per risanare le ferite, per lasciarsi tutto alle spalle. Ma ha bisogno di te e anche io. Ti amo piccola"
"Io... Non riesco a capire..."
"Cosa c'è da capire? Riposa piccola torno presto, è una promessa"
Mi addormento poco dopo e sprofondo nell'abisso più buio e profondo, in un sonno senza sogni con il buio che mi intrappola.

"Buon Natale!" Mi sveglio sentendo urlare queste sue semplici parole. Ermal mi abbraccia e mi lascia qualche bacio sulla faccia. È natale che bello, auguri mamma, auguri papà.
"Auguri amore" abbraccio Ermal stringendolo forte a me.
Ermal fa un meraviglioso sorriso.
"Amore sai che tutto questo tempo sembra stia passando in fretta? Ieri mi sembrava che mancasse ancora più di una settimana al Natale e oggi invece... È  Natale!"
"È arrivato il tuo regalo di Natale, vuoi vederlo?"
"Si che voglio" dico felice come una bambina.
Allora sento subito il suono di un meraviglioso violino ed Ermal cantare.
Chi è che suona? Non riesco a vederla bene. Ma so che è una donna. Ha inondato la stanza con un dolce profumo. Sento il calore inondarmi dentro. Sorrido felice di sentire e vedere un violino. È bellissimo. Vorrei tanto suonarlo.
"Piccola lei è mia madre Mira. E quello è il suo violino"
"È bellissimo... Vorrei tanto suonarlo"
"Mia madre è gelosissima del suo violino tanto che a volte penso che voglia bene di più al suo violino che a me"
"Ma che dici tesoro, tu non ami i tuoi strumenti? È la stessa cosa"
Sorrido, la voce di sua madre trasmette una sensazione di calma, dolcezza, amore. Sembra una donna determinata, forte, coraggiosa e amorevole, premurosa...
"Anche Bea ama i suoi strumenti, vero piccola? Gli ha dato pure un nome..."
"E cosa c'è di strano?" Dico difendendomi
"Secondo me gli farebbe piacere ascoltare un altra canzone, che ne dici?"
"Sono d'accordo" oh si, mi piacerebbe tantissimo.
Altre dolci e leggere note inondano questa piccola stanza e la voce di Ermal mi dona pace e serenità. Così mi addormento serenamente cullata dalla loro musica.
Quando mi sveglio sento delle voci lontane. Dall'altra parte della stanza. Così mi alzo e vado a guardare ma nella stanza vedo un salotto diverso da quello disordinato e incasinato di Ermal ma vedo un salotto molto familiare, quello di casa mia.
Addobbato per natale e con tanti regalo sotto l'albero. Mi volto sentendo arrivare qualcuno da dietro di me e vedo i miei genitori.
"Mamma! Papà!" Urlo felice e correndo verso di loro. Mi abbracciano dolcemente provando a fermare le mie lacrime.
"Mi siete mancati, mi mancate tanto"
"Lo so che ti manchiamo piccolo tesoro mio ma tu devi stare con tuo fratello."
"Vi prego non andate via"
"Ma dobbiamo principessa"
"No, no, no!"
"Amore ad aspettarti ci sono tutti i tuoi amici, tuo fratello, devi tornare a casa"
"Ma io non voglio lasciarvi. Ma devi tesoro mio, ci devi lasciare andare, noi ti proteggeremo da lassù. E noi saremo vivi nel tuo cuore e nei tuoi ricordi. Ma devi andare piccola mia, torna da tuo fratello, ha bisogno di te"
"E io? Io ho bisogno di voi!"
"Piccola... Noi ci siamo, ti aiuteremo vedrai. Ma adesso devi andare" i miei genitori sorridendo si allontanano lasciandomi sola.
"Mi manchi sorellina, mi dispiace per averti abbandonato, non lo farò più, mai più lo prometto, ma torna da me, mi manchi principessa" mi giro vedendo mio fratello. Ma dopo aver provato a fare anche un solo passo mi sveglio nel letto di Ermal.
"Ermal?" Provo a chiamarlo ma sembra non avermi sentito così mi addormento cadendo nel nero più profondo, che intrappola.

Piccola Anima Disobbedisci Perché è Vietato MorireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora